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ATTUALITÀ

Handling, carichi di lavoro e contratti: “ricerca” di cambiamento all’aeroporto Fontanarossa

CATANIA – Il destino dello scalo di Fontanarossa preoccupa fortemente lavoratori e sindacati catanesi dei trasporti.

Il 23 settembre si terrà un “tavolo” di confronto tra i rappresentanti dei lavoratori di tutte le sigle, la Sac, l’Enac e le aziende private per fare il punto su una delle questioni chiave più complesse in atto: la gestione dell’handling e la clausola sociale di sito.

Una data che potrebbe rivelarsi cruciale e che per la Cgil dovrà segnare un decisivo “cambio di passo” non più derogabile, pena pesanti conseguenze sul piano del funzionamento stesso dell’aeroporto.

Di questa e di altre emergenze legate anche alla fatiscenza della struttura aeroportuale, ai carichi di lavoro e ai rapporti con i dipendenti, la Cgil e la Filt Cgil di Catania hanno aggiornato la città nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamattina nel Salone “Russo” di via Crociferi 40.

Cinque i punti più importanti segnalati dal segretario generale della Camera del Lavoro, Giacomo Rota, il segretario generale della Filt Cgil, Alessandro Grasso, e il Responsabile regionale e provinciale del trasporto aereo della Filt Cgil, Salvatore Blanco.

«In primo luogo, la Cgil e la Filt Cgil fanno riferimento al “caso della concorrenza sleale” venutasi a creare all’interno dello scalo di Fontanarossa tra le aziende di handling, ossia quelle dedicate all’assistenza a terra agli aerei e ai passeggeri durante la sosta negli aeroporti. Ciò comporta un abbassamento dei costi che incide negativamente sui lavoratori e dunque sulle loro retribuzioni e sui carichi di lavoro al limite della sicurezza. Il paventato arrivo di un quarto handler a Catania rischia di assestare un ulteriore e forse definitivo scossone in una struttura dove persino le interpiste risultano sprovviste di aria condizionata e i mezzi aeroportuali possono vantare 18 anni di servizio.

Le aziende coinvolte, che in tutto occupano circa 750 dipendenti, ci hanno dimostrato in più occasioni di avere compreso il problema, ma nella sostanza i proclami non si sono tradotti in azioni concrete, e dunque la Sac sul caso handling Catania è rimasta sino a oggi immobile e silente.

In secondo luogo, è oramai evidente lo scollamento tra Amministratore delegato di Sac e il management, con il resto dei dipendenti SAC. Questi ultimi lamentano svilimento di professionalità  acquisite, trasferimenti senza senso e un marcato disinteresse per i settori operativi (un esempio tra tutti, gli operatori di apron,  l’area di stazionamento di un aeroporto in cui gli aeromobili sono parcheggiati), ma anche il sottodimensionamento del personale che di certo non può risolversi con i contratti interinali. Sono solo alcuni esempi di un malcontento che la Filt Cgil denuncia da mesi e alle quali non è conseguito alcun segnale di dialogo, se non con formule vaghe.

In terzo luogo, sarebbe davvero utile ridiscutere la formula della concentrazione di tutti i voli in un’ unica una fascia oraria; opzione particolarmente difficile da attuare in un aeroporto di dimensioni ridotte come quelli di Fontanarossa; in questo modo i carichi di lavoro si moltiplicano così come i correlati turni massacranti. 

Le compagnie aeree diventano in questo modo i veri padroni di uno scalo, con costi enormi che si riversano sulle spalle dei passeggeri. 

Quarto punto: in un aeroporto moderno del Sud è inconcepibile l’assenza di parcheggi dedicati ai lavoratori disabili. Uno smacco per una infrastruttura che si dichiara all’avanguardia».

Ultimo elemento evidenziato da Cgil e Filt, ma non per ordine di importanza è che «due aziende su tre – ancora una volta handling – e cioè GH e AviaPartner, avvieranno le procedure di ammortizzatori sociali, finiti i quali però almeno una cinquantina di lavoratori non troveranno nuove occasioni di lavoro. Ecco perché serve un intervento di SAC, al fine di scongiurare i licenziamenti».

«L’aeroporto di Catania non è la panacea di tutti i problemi di questa città – continuano Rota, Grasso e Blanco -. Siamo preoccupati per questa gestione padronale dell’aeroporto, dove al pubblico, e dunque ai cittadini e ai lavoratori, si comunica ben poco. I sindacati non apprendono nulla di significativo dalla SAC, nonostante non siano mancate le occasioni di incontro e dobbiamo ringraziare l’azionista Camera di Commercio se abbiamo ricevuto, tramite il presidente Pietro Agen, notizie indicative su scelte politiche dello scalo etneo, come ad esempio la privatizzazione. I rapporti tra sindacati e SAC dunque esistono, certo, ma sono formali e spesso forzati; qualche volta velati da un malcelato fastidio quando in ballo ci sono questioni delicate. Alcuni ‘boatos’ segnalano imminenti nomine di consiglieri nel consiglio di amministrazione della Sac Service e l’assunzione di ‘accountable manager’ in Sac, nonostante la presenza di otto qualificati dirigenti; una scelta che ci stupirebbe. Ma proprio in casi come questi le voci hanno sempre la meglio rispetto alla realtà, in assenza di vere interlocuzioni». 

Per tutto questo e molto altro, l’assemblea del 17 settembre con i lavoratori del comparto, sarà molto importante. «Non a caso abbiamo invitato il nostro segretario nazionale, Maurizio Landini. Saranno ben sei le categorie che parteciperanno e ciò perché i lavoratori impongono attenzione su tipologie di mansione e contratti diversi. Servono tutele avanzate. Serve la contrattazione inclusiva».

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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