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ATTUALITÀ

Barche, tv, fiori e luogo dove dormire: in vendita di tutto in via Acquicella, blitz della polizia – FOTO

CATANIA – Nei mesi scorsi, la polizia di Stato ha eseguito reiterati controlli in via Acquicella, dove, più volte, sono stati indagati in stato di libertà due soggetti, padre e figlio, per invasioni di terreno o edifici ai sensi dell’art. 633 e 639 bis del codice penale, poiché responsabili di avere allestito un vero e proprio mercato commerciale di cose usate e, a tal riguardo, hanno occupato illegalmente centinaia di metri quadri di via pubblica e marciapiede rendendolo non fruibile agli avventori, determinando così problemi alla viabilità e alla sicurezza dei pedoni.

Nonostante indagati più volte, i due hanno continuato la loro attività illegale esponendo in vendita anche barche e, ancora, allestendovi un luogo dove pernottare rendendo detti luoghi fatiscenti e invivibili.

La polizia, al fine di ripristinare la legalità e lo stato dei luoghi innanzi al cimitero, unitamente al Reparto Annona della Polizia locale, ha predisposto un mirato servizio durato tre giorni al fine di sequestrare tutta la merce in esposizione; a tal riguardo, sono stati riempiti 5 scarrabili contenenti 5 tonnellate di materiale vario (mobili, materassi, sedie, tavoli e via discorrendo) non utilizzabile perché assorbito di acqua, sporco e senza valore commerciale e ciò in quanto lasciato sul suolo pubblico giorno e notte con esposizione alle avversità climatiche.

Durante le operazioni, sono stati sequestrati anche numerosi beni di valore quali quadri, stereo, televisori, frigoriferi, una barca in vetro resina di circa 4 metri e via discorrendo.

In relazione agli oggetti di valore, si evidenzia che gli indagati non hanno prodotto alcuna documentazione circa la provenienza affermando di averli ricevuti a titolo gratuito o trovati casualmente; anche per questo motivo, sono stati indagati in stato di libertà ai sensi dell’articolo 712 del codice penale (acquisto di cose di sospetta provenienza); nella circostanza, essendovi fondati sospetti, i poliziotti hanno effettuato la perquisizione personale estesa anche al veicolo (furgone) presente e dove dimorano da tempo; a tal riguardo, sono stati trovati 3 coltelli a lama lunga ben nascosti e un bastone.

Uno degli indagati ha ammesso di esserne il titolare e che, di fatto, li deteneva illegalmente al fine di difendersi e, per tali ragioni, le armi sono state sequestrate penalmente e lo stesso è stato indagato per detenzione illegale di armi bianche.

Durante le operazioni, gli agenti hanno notato un altro imponente natante, appartenente a un soggetto con numerosi precedenti penali, lasciato sul suolo pubblico già da tempo; l’uomo è stato individuato e indagato in stato di libertà ai sensi degli articoli 633 e 639 bis del codice penale e, nel contempo, invitato a rimuovere immediatamente l’imbarcazione.

Infine, sempre in detti luoghi, è stato sottoposto a controllo e pertanto identificato un soggetto intento a vendere fiori che, a seguito di attività investigativa, è emerso che percepiva anche il reddito di cittadinanza e, per tale motivo, lo stesso è stato indagato in stato di liberà per truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazione pubblica.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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