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ATTUALITÀ

Armi, usura ed estorsione: arrestati due catanesi. Intervento contro occupazione abusiva

CATANIA – La polizia di Stato ha eseguito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, due ordini di esecuzione di misura alternativa della detenzione domiciliare, emessi dalla Procura della Repubblica di Catania – Tribunale di Sorveglianza di Catania, a carico del catanese Giuseppe Panzera, 47 anni, per i reati di detenzione illegale di armi e ricettazione, e del catanese Francesco Agnello, 52 anni, per i reati di usura ed estorsione.

Nei giorni scorsi, personale del Commissariato di Librino, oltre a dare esecuzione alle predette misure alternative, ha effettuato dei controlli straordinari nei quartieri di Librino, San Leone e San Francesco La Rena volti a contrastare l’illegalità diffusa con riferimento ai reati in materia di armi, truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche e occupazioni illegali di alloggi pubblici.

Durante un controllo nel Villaggio Campo di Mare sono stati individuati diversi custodi intenti a lavorare senza un regolare contratto di lavoro e, in un caso, uno di detti guardiani percepisce 40 euro al giorno in nero oltre l’indennità di disoccupazione, ragione per la quale è stato indagato in stato di libertà per truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubblica non dovuta; in altra circostanza, è stato accertato che il guardiano beneficia di una parte del sussidio carta rei.

Ancora, in ordine alle occupazioni illegali di immobili appartenenti al Comune di Catania e all’Istituto Autonomo Case Popolari, in viale Grimaldi, sono state indagate in stato di libertà per il reati previsti dagli articoli 633 e 639 bis del codice penale 2 donne, nuora e suocera, responsabili di avere forzato e occupato abusivamente una casa popolare destinata a una madre di 6 figli che, dopo anni, era finalmente divenuta legittima assegnataria di detto immobile; gli occupanti abusivi, interpellati e invitati a lasciare l’alloggio, hanno escluso categoricamente di lasciarlo e, per tale motivo, sono state avviate le procedure per la liberazione coattiva dello stesso.

Altri 2 soggetti sono stati indagati in stato di libertà per il medesimo reato di occupazione di alloggio popolare, questa volta in zona San Leone.

Di tali attività e per quanto di competenza, saranno informati i competenti organi della Guardia di Finanza, dell’INPS e del IACP.

Inoltre, in viale Bummacaro, a seguito di perquisizione domiciliare volta a ricercare armi ai sensi dell’articolo 41 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, è stato trovato all’interno di un armadio della camera da letto un fucile doppietta calibro 12 con relative munizioni, il tutto sequestrato penalmente poiché detenuto illegalmente e l’uomo è stato indagato ai sensi degli articoli 2 e 7 della legge 895/67 e 697 del codice penale (detenzione illegale di arma comune da sparo).

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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