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“Crack” call center Qè: maxi sequestro, arrestato amministratore Patrizio Argenterio

PATERNÒ – Su delega della Procura della Repubblica di Catania, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania – con la collaborazione della Guardia di Finanza di Brescia e di Milano – hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di due soggetti (1 agli arresti domiciliari e 1 interdittiva) nonché a un decreto di sequestro preventivo per 2,4 milioni di euro, emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo per effetto delle investigazioni coordinate da questo Ufficio sul dissesto e sul fallimento della “QE’ S.R.L.” di Paternò (CT).

Come noto, alla fine del 2016, la “QE’ S.R.L.”, già fornitrice del servizio di call/contact center ad aziende di rilevanza nazionale (tra le quali, Enel Energia, Sky e Inps), chiuse i locali, licenziando oltre 200 lavoratori dipendenti e centinaia di lavoratori a progetto. Nel giugno 2017, il Tribunale di Catania dichiarò il fallimento della società paternese gravata, tra l’altro, da debiti erariali non assolti per circa 14 milioni di euro. Il dissesto finanziario della“QE’ S.R.L.” ebbe inizio nell’esercizio 2012, quando il patrimonio netto non più esistente (saldo negativo di oltre un milione di euro) venne nascosto dagli amministratori attraverso la redazione di bilanci fasulli al solo scopo di proseguire fraudolentemente l’attività. Eppure, la società di call center, dal 2009, anno di sua costituzione, usufruiva anche di agevolazioni finanziarie e di crediti d’imposta riservati alle aziende localizzate nel Mezzogiorno per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.

Il provvedimento eseguito in data odierna dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania, con il supporto dei Nuclei P.E.F. di Brescia e di Milano, dispone:

  • gli arresti domiciliari per Patrizio Argenterio, 64 anni, quale presidente del consiglio di amministrazione e amministratore (anche di fatto) della “QE’ S.R.L..” a far data dall’aprile 2013 fino alla dichiarazione di fallimento; il soggetto è indagato per omesso versamento IVA, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta (distrazione e pagamenti preferenziali); Argenterio risulta essere, oggi, amministratore della “Zenith Alluminio S.R.L.”, avente sede a Manerbio (BS), attiva dal 2015 nel settore della “fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo”; tra il 2014 e il 2017 è stato sostituito, in incarichi amministrativi, in ben 14 società, prevalentemente, dal figlio e da Mauro De Angelis di seguito meglio individuato;
  • l’interdittiva del divieto temporaneo per 6 mesi di esercitare ruoli direttivi di persone giuridiche e imprese per Mauro De Angelis, 71 anni, in qualità di amministratore della “QE’ S.R.L.” dal luglio 2015 fino al fallimento del 2017; De Angelis è già noto alle cronache per essere stato ristretto ai domiciliari nel 2017 dalla Guardia di Finanza per un’indagine della Procura di Roma sempre per l’ipotesi delittuosa di bancarotta fraudolenta; singolare e significativa è la circostanza che l’uomo abbia ricoperto, nel tempo, cariche amministrative in oltre 40 società commerciali;
  • il sequestro preventivo per equivalente a carico di Argenterio e Di Mauro per il profitto criminoso conseguito per l’omesso versamento dell’IVA per l’anno 2015 pari a 1.126.420 di euro, previa escussione di eventuali disponibilità bancarie ancora a disposizione della “QE’ S.R.L.”; da segnalare che, nel 2017, per l’omesso versamento dell’IVA relativa all’anno d’imposta 2014, Argenterio fu destinatario di un decreto di sequestro preventivo per equivalente per un importo di oltre un milione di euro;
  • il sequestro preventivo diretto del profitto conseguente ad atti distrattivi e pagamenti preferenziali effettuati dagli indagati, a favore di società familiari “satellite” o dagli stessi indagati gestite, per un valore complessivo di 1.300.000 euro circa.

L’operazione convenzionalmente nota come “Who is”, condotta dal Gruppo Tutela Economia del Nucleo P.E.F. di Catania, sotto la direzione del gruppo di magistrati (G1A) specializzati nei reati fallimentari e tributari, è stata caratterizzata dall’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché di perquisizioni locali, dall’analisi di documentazione bancaria e dall’assunzione di informazioni da dipendenti della fallita.

L’investigazione dei Finanzieri di Catania ha tracciato le criminose condotte poste in essere dal management della “QE’ S.R.L.”, il quale, nel 2015, in pieno dissesto, dopo aver beneficiato di tutti i contributi e gli sgravi possibili concessi per l’insediamento in Sicilia dell’attività aziendale, ha iniziato lo svuotamento delle casse sociali effettuando pagamenti e cessioni distrattive di beni a beneficio di imprese riconducibili direttamente alla cerchia degli indagati. Il deficit patrimoniale della “QE’ S.R.L.”, pari a oltre un milione di euro all’inizio del 2013, per effetto delle condotte di falso in bilancio, omessi versamenti di imposte e contributi previdenziali, nonché distrazioni e pagamenti preferenziali, raggiungeva nell’ultimo bilancio approvato per l’esercizio 2015 un valore di oltre 7 milioni di euro.

Nello specifico, le Fiamme Gialle etnee monitoravano una cessione dei beni aziendali (postazioni informatiche, arredi, apparati telefonici utilizzati per i servizi di call center), realizzata nel maggio del 2017, a favore di una società milanese (“Telesurvay S.R.L.”) operativa nel medesimo settore della “QE’ SRL”. I beni, materialmente trasferiti nella sede meneghina della cessionaria, venivano ceduti in assenza di corrispettivo per la cedente QE’ rispetto al loro effettivo valore di mercato pari a 50.000 euro. Le citate attività sono state sequestrate e affidate alla cura fallimentare a copertura dei debiti insoluti.

Ulteriori gravi condotte dolose degli amministratori si concretizzavano nell’effettuazione di pagamenti preferenziali, durante il dissesto e prima dell’apertura della procedura fallimentare, a favore di società a loro stessi riconducibili, il tutto a danno di lavoratori ed Erario, le cui spettanze, per legge, andavano soddisfatte con precedenza. Nello specifico, per l’ammissione al passivo, furono avanzate oltre 200 istanze per crediti da retribuzione e TFR.

Così la “Yukti S.R.L.”, avente sede a Brescia, esercente l’attività di “holding, assunzione di partecipazioni”, società titolare del 93% delle quote della “QE’ S.R.L.”, dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia nel novembre 2018, amministrata dal giugno 2016 proprio da Mauro De Angelis, che era subentrato a Patrizio Argenterio, riceveva, tra il 2015 e il 2016, il versamento di 76mila euro per un credito da finanziamento soci. Anche la fallita “Yukti S.R.L.” aveva accumulato debiti erariali per circa 2 milioni di euro.

“Zenith S.R.L.”, dichiarata fallita nel gennaio 2019, avente sede a Manerbio (BS), esercente l’attività di “produzione, commercializzazione di prodotti in alluminio e di plastica”, riceveva pagamenti preferenziali per crediti originati da forniture di servizi per 337.961 euro. La “Zenith”, già detentrice di una partecipazione societaria nella “Yukti S.R.L.”, era amministrata dal figlio di Patrizio Argenterio.

Terza società beneficiaria di un pagamento preferenziale di 55.200 euro per fornitura di servizi è la “Wave Contact S.R.L.”. Quest’ultima, avente sede a Brescia, esercente l’attività di “servizi di contact center”, dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia nel maggio 2017, era amministrata dagli stessi Argenterio e De Angelis. Il debito nei confronti della Wave Contact era maturato nel 2016, anno in cui la “QE’ S.R.L.” aveva sostanzialmente cessato la propria attività.

Da ultimo, a beneficiare di un pagamento di 828.700 euro, in violazione della par condicio creditorum, è la “Di Bella S.R.L.”, quale creditrice di “QE’ S.R.L.”, in quanto locatore degli immobili utilizzati dalla fallita. La “Di Bella S.R.L.”, avente sede a Paternò (CT), esercente l’attività di “edilizia civile” nel settore delle telecomunicazioni, era amministrata da Franz Di Bella, 41 anni, il quale, figurando, dall’altro lato, quale consigliere di amministrazione della stessa QE’, era ben consapevole dello stato di dissesto in cui quest’ultima versava.

Le descritte operazioni finanziarie che aggravavano il già conclamato dissesto del call center di Paternò potevano realizzarsi senza suscitare alcun clamore per effetto delle continue falsificazioni di bilancio poste in essere dagli indagati, che, per tale via, celavano al mondo esterno la reale situazione economico-patrimoniale della QE’.

Nel dettaglio, esemplificativamente, tra le voci di bilancio false appostate nell’attivo del bilancio 2014, veniva trovata l’iscrizione di crediti per fatture da emettere per 2 milioni di euro a fronte di fatture poi emesse per soli 700 mila euro; addirittura nell’attivo venivano posizionati 350 mila euro di stipendi da lavoro inquadrati come immobilizzazioni e non come, si doveva, quali costi d’esercizio; ulteriore artificio è stato realizzato attraverso l’emissione di non veritiere “note di rettifica” delle fatture di vendita per le quali era stata regolarmente versata dai clienti l’IVA applicata: per effetto di queste note, i ricavi conseguiti venivano impropriamente qualificati come esenti, così conseguendo la sparizione dal bilancio sia dei ricavi che dell’IVA già incassata per conto dello Stato.

La complessa indagine, condotta dalle Fiamme Gialle di Catania, ha dunque consentito di far luce su uno dei dissesti aziendali che più ha impattato sul tessuto economico-sociale del territorio etneo: il fallimento di una rilevante azienda locale gestita dagli amministratori indagati, negli ultimi anni di vita, in dispregio agli obblighi di legge, frodando lavoratori, enti assistenziali e previdenziali e non versando le imposte dovute.

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Catania: Serata evento “TI amo da morire” in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere

“Ti amo da morire. Confronto sulla lotta contro il femminicidio e la violenza di genere”, questo il tema della serata evento che si terrà lunedì, 25 novembre. L’incontro sarà aperto dalla forte testimonianza dell’imprenditrice Gabriela Scibilia, che ospiterà l’evento, seguirà l’impegno delle istituzioni scolastiche, rappresentate dall’Istituto Marconi-Magano e dall’Eris, rispettivamente Maria Catena Trovato e da Antonio Oliveri; il sostegno dei club service, come il Rotary, con Cinzia Torrisi, assistente del governatore, e del volontariato come l’associazione Aurea Caritate, rappresentata da Anthea Di Benedetto. E ancora: professioniste impegnate sul fronte della difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti: la garante al Comune di Pedara, Katya Germanà, e Letizia Ferrante, psicoterapeuta presso Olos Centro studi; e il presidente della I Municipalità, Francesco Bassini. Testimonianza di Vera Squatrito, che da anni opera affinchè il sacrificio della figlia Giordana non sia stato inutile e proprio a lei è dedicato l’abito simbolo, Ti amo da morire, realizzato dalla stilista Rosa Platania, con l’assistenza di Flavio Massimo Nisi, indossato da Giuliana Petrizzo, accompagnata da Eros Piazza. Conclusioni e regia della serata evento a cura di Liliana Nigro, docente dell’Accademia di belle arti di Catania. Modera l’incontro il giornalista Daniele Lo Porto.

L’evento del 25 novembre, al Casale dell’Arte, via Plaja, 200, dalle 20, dopo una ampia tavola rotonda, sarà conclusa con la proiezione di un corto realizzato dal filmmaker Piero Sabatino, con la sfilata di abiti della stilista Pina Nannuli Scaminaci, con la performance degli studenti dell’Istituto Marconi-Mangano, diretti da Salvo Valentino e Pietro Coccuzza, esperti del laboratorio teatrale, e dalla sfilata degli allievi dell’Accademia di Belle arti di Catania, diretti dalla professoressa Liliana Nigro.

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Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.

Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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