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ATTUALITÀ

Operazione “Buche d’Oro”, sequestrati i profitti di 6 dipendenti Anas “infedeli”

anas

CATANIA – Su delega di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari reali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 6 dipendenti dell’A.N.A.S. SPA (Area Compartimentale di Catania), indagati nell’indagine convenzionalmente nota come “Buche d’Oro”. Il provvedimento ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, finalizzato alla confisca di un complessivo profitto corruttivo di circa 300mila euro.

Come noto, l’attività d’indagine delegata dalla Procura Distrettuale al Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania è stata finalizzata a far luce sull’esistenza di rodati circuiti corruttivi all’interno dell’A.N.A.S. di Catania che hanno visto coinvolti funzionari infedeli responsabili della manutenzione programmata di strade e raccordi della Sicilia Orientale e imprenditori corruttori compiacenti.

Nel dettaglio i Finanzieri, in data odierna, hanno sottoposto a sequestro i profitti delittuosi nei termini seguenti:

  • nei confronti di Giuseppe Romano (classe 1971), già Responsabile Manutenzione Programmata dell’Area Tecnica Compartimentale di A.N.A.S. Catania, R.U.P. dei lavori pubblici, i beni sottoposti a sequestro (conti correnti bancari e una porzione immobiliare) corrispondono a un ammontare di circa 100 mila euro;
  • a carico dell’Ing. Antonino Urso (classe 1980), già Capo Centro Manutenzione “A” dell’Area Compartimentale ANAS di Catania sono stati sequestrati disponibilità bancarie per un corrispondente valore di 16.000 euro;
  • a Riccardo Carmelo Contino (classe 1968), già Capo Centro Manutenzione D presso l’A.N.A.S. catanese, i beni sequestrati sono rappresentanti da disponibilità bancarie e una porzione immobiliare per un corrispondente valore di 74 mila euro;
  • a Giuseppe Panzica (classe 1971), già Capo Nucleo B del Centro di Manutenzione gestito da Contino, sono stati sottoposti a vincolo reale beni per 50.000 euro (conti correnti bancari e una parte di fabbricato);
  • a Giorgio Gugliotta (classe 1974), già Capo Nucleo C del Centro di manutenzione D diretta da CONTINO, è stata sequestrata un’autovettura per il corrispondente valore di 26 mila euro;
  • a Gaetano Trovato (classe 1965), già Capo Nucleo B del Centro di manutenzione A diretta dall’Ing. URSO, sono stati cautelati conti correnti per un valore corrispondente di 16 mila euro.

I gravi fatti di corruzione ricostruiti dal gruppo di Magistrati di quest’Ufficio specializzato nei reati contro la P.A. con l’ausilio dei Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania sono, dunque, oggetto di un’approfondita analisi patrimoniale allo scopo di privare i responsabili delle risorse economiche che sono il frutto e il prezzo delle relazioni illecite che univano pubblici ufficiali infedeli e imprenditori corruttori proclivi a contrattare risparmi sui lavori da effettuare drenando rilevanti risorse pubbliche destinate alla cura e alla manutenzione di arterie vitali per la mobilità degli utenti siciliani.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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