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ATTUALITÀ

Spaccio di droga a Ortigia, i dettagli dell’operazione “Posto Fisso” (NOMI, FOTO e VIDEO)

SIRACUSA – Alle prime ore del mattino di oggi, i Carabinieri della Stazione di Siracusa-Ortigia, collaborati nella fase esecutiva da personale dei Reparti dipendenti del Comando Provinciale di Siracusa, con il supporto di un elicottero del 12° Elinucleo Carabinieri di Catania (CT) e unità cinofile antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Nicolosi (CT), hanno dato esecuzione a 8 provvedimenti cautelari (6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP del Tribunale di Siracusa, dott. Andrea Migneco, su richiesta del Procuratore Aggiunto, dr. Fabio Scavone, e dei Sost. Procuratori della Repubblica, dr. Andrea Palmieri e Carlo Enea Parodi, che hanno coordinato le indagini nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Le indagini, avviate nel mese di ottobre 2018 dai Carabinieri della Stazione di Siracusa Ortigia e dirette dalla Procura della Repubblica di Siracusa, hanno consentito, mediante numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, oltre che attraverso l’installazione di videocamere e l’attivazione di intercettazioni telefoniche, di disarticolare un gruppo criminale dedito ad una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana, composto da 8 giovani siracusani operante nello storico quartiere  della Giudecca, ubicato nell’isola turistica di Ortigia.

Nello specifico, l’indagine si è incentrata tra via Alagona e Vicolo dell’Ulivo, in pieno centro storico, dove era stata realizzata una vera e propria “piazza di spaccio”, nella quale avevano trovato “impiego a tempo indeterminato” (da cui il nome dell’indagine “Posto Fisso”) i giovani siracusani dediti all’illecita attività. Sintomatica di questa percezione “professionale” del proprio ruolo è un’intercettazione fra due sodali, nel corso della quale colui che temporaneamente sostituisce l’altro per consentirgli di andare a fare una breve commissione, evidenzia che quello non è il proprio “turno”, poiché lui deve “lavorare” nel corso della serata.

Le numerose cessioni documentate nei servizi di osservazione e controllo ed immortalate dalle telecamere hanno costituito una compiuta rappresentazione della quotidiana e frenetica attività di tutti i soggetti coinvolti, da cui è stato possibile individuare e isolare singoli episodi estremamente significativi che hanno portato agli odierni arresti.

Il monitoraggio effettuato ha permesso di riscontrare che nel “posto fisso della droga” i vari pusher sottoposti all’indagine, avevano organizzato il loro illecito traffico secondo i canoni caratterizzanti di una vera e propria attività lavorativa improntata a turni continuativi che garantivano la possibilità di approvvigionamento da parte degli assuntori, per numerose ore nell’arco della giornata.  La piazza di spaccio, secondo quanto emerso nell’indagine, apriva i battenti verso le ore 11.00 del mattino e rimaneva operativa sino alle 04.00 del giorno successivo, sette giorni su sette. I giovani pusher, che si avvalevano anche di “pali”, per rilevare la presenza di  appartenenti alle Forze dell’Ordine, seguivano turni ben definiti, dandosi il cambio sul posto, dopo aver celato le confezioni di stupefacente da spacciare nel corso del loro “turno di servizio” in anfratti dei muri delle abitazioni degli angusti vicoli della Giudecca, sopra gli stipiti delle porte delle case abbandonate di Ortigia, nonché all’interno di uno scooter parcheggiato, disponendo di dosi di vario peso, in relazione alle richieste degli acquirenti. In alcuni casi è stato accertato che la cessione di stupefacenti avveniva all’interno di private abitazioni, previo “squillo” telefonico a cui seguiva la dazione delle dosi, anche lanciate dalla finestra all’acquirente.

Nell’ambito dell’attività, iniziata nel mese di ottobre 2018 e conclusa nel mese di maggio 2019, sono state documentate ben 2.642 cessioni di stupefacente. I soggetti che si approvvigionavano di stupefacenti dal sodalizio erano di varia estrazione sociale e provenienza e, fra di loro, figurano anche alcuni minorenni.

Per acclarare quanto sopra descritto, nel corso dell’indagine i militari della Stazione di Siracusa-Ortigia hanno eseguito riscontri a carico di numerosi clienti della piazza di spaccio di via Alagona, molti dei quali turisti in visita nella città di Siracusa, tutti segnalati alla Prefettura di residenza quali assuntori, sequestrando complessivamente 170,92 grammi di hashish, 2,18 grammi di marijuana e 17 grammi di cocaina. Durante la perquisizione di alcuni “bassi” di Ortigia, nel corso delle indagini, i militari hanno rinvenuto anche copioso materiale idoneo al confezionamento delle dosi, nonché un foglio su cui erano riepilogate come in un memorandum alcune azioni da effettuare per il buon andamento della gestione degli affari illeciti. Sebbene le indagini si siano concluse a maggio, i Carabinieri hanno continuato a censire movimenti del gruppo fino agli ultimi mesi del 2019. Nel corso delle perquisizioni odierne, sono stati altresì rinvenute 9 dosi di cocaina del peso di 9 grammi.

Per le condotte sopra descritte, alle prime luci dell’alba, sono stati tradotti presso le carceri di Noto e Catania:

  • MAUCERI Francesco (detto Cesco), classe 1991, disoccupato e pregiudicato, ritenuto il vero e proprio deus ex machina del gruppo;
  • GALLITTO Francesco (detto Franco “U Baffuni”), classe 1956, disoccupato e pregiudicato;
  • ALIANO Andrea, classe 1982, disoccupato e con precedenti di polizia;
  • AMENTA Michele, classe 1988, disoccupato e con precedenti di polizia;
  • GRANDE Salvatore, classe 1988, disoccupato e con precedenti di polizia;
  • DIANA Federico, classe 1992, disoccupato e con precedenti di polizia.

Sono stati, invece, tradotti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni:

  • IACONO Alessio, classe 1996, disoccupato e con precedenti di polizia;
  • LO MANTO Mirko, classe 2000, disoccupato e con precedenti di polizia.

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Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.

Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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