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ATTUALITÀ

Catania, controlli per la tutela ambientale a Librino: sequestri e denuce

CATANIA – Nei giorni scorsi, agenti del Commissariato Librino hanno eseguito controlli straordinari del territorio, nel quadro dell’attività di prevenzione e repressione dell’illegalità diffusa.

In viale Moncada 16, un complesso abitativo formato da numerose unità immobiliari di edilizia popolare, sono stati sorpresi 5 soggetti i quali, senza dispositivi di protezione individuale, stavano lavorando all’interno di un immobile di proprietà del Comune di Catania; tra essi, era anche un bambino di tredici anni, anche lui impegnato a lavorare insieme agli altri. L’immobile, al cui interno era stata allestita un’attività illegale di raccolta di rifiuti speciali pericolosi quali materiale ferroso non bonificato, batterie, elettrodomestici, rame, ecc., è risultato essere occupato abusivamente.

Inoltre, durante le operazioni di polizia, è stata accertata la presenza di sversamenti di grassi e olii direttamente nel terreno. Rilevante il fatto che 3 soggetti, tra cui il minore, sono ritenuti essere lavoratori in nero, dipendenti da altre 2 persone che, tra l’altro, annoverano precedenti penali e/o di polizia e appartengono a un nucleo familiare che percepisce il reddito di cittadinanza e perciò non hanno, evidentemente, dichiarato all’Inps l’esercizio dell’attività imprenditoriale attinente alla gestione (illegale) di rifiuti speciali.

I responsabili, G.F. e N.C., sono stati indagati in stato di libertà per vari illeciti tra cui gestione non autorizzata di rifiuti speciali e impiego di minore in età lavorativa non consentita, con l’aggravante di averlo impiegato in un lavoro pericoloso, senza sistemi di protezione individuale e in un luogo insalubre; è stato eseguito, altresì, il sequestro penale preventivo dell’immobile e di circa 2000 chili di materiale inquinante.

Sempre in Viale Moncada nr. 16, durante il controllo di un soggetto sottoposto agli arresti domiciliari, i poliziotti hanno accertato che una sua convivente che percepisce reddito il di cittadinanza, in modo del tutto illegale, si è impossessata di una casa di proprietà del Comune di Catania, ubicata nello stesso piano e, senza autorizzazione, ha eseguito importanti lavori edili smaltendo in modo illegale i rifiuti derivanti dalla ristrutturazione. La donna è stata indagata in stato di libertà per i reati di gestione illegale di rifiuti speciali (materiale di risulta) e per invasione di edificio pubblico; l’immobile è stato sequestrato e affidato al Responsabile del Patrimonio del Comune di Catania, giunto sul posto.

Ancora, nel sito protetto Oasi del Simeto, il pregiudicato S.M., custode di un noto Villaggio ivi ubicato, è stato indagato in stato di libertà ai sensi degli articoli 256 del D. Legislativo 152/2006 (gestione illegale di rifiuti speciali pericolosi), 663 e 639 bis (invasione di terreni pubblici) e 733 bis c.p. (deterioramento habitat protetto). Lo stesso, incaricato dal Villaggio/condominio di ripulire l’arenile in vista della stagione balneare, ha raccolto e accatastato sul terreno rifiuti di ogni genere creando una “collina/discarica”, circa 11 mila chili di rifiuti speciali. Tanto altro materiale inquinante è stato rinvenuto a bordo di un autocarro e su un terreno demaniale illegalmente occupato.

In quel terreno, tra l’altro illecitamente recintato con muro in cemento, sono stati rinvenuti anche 26 contenitori/raccoglitori di spazzatura di grandi dimensioni, che vengono distribuiti d’estate all’interno del Villaggio: di essi, un’azienda di Pordenone ha rivendicato la proprietà’, sporgendo la relativa denuncia.

Il materiale inquinante, pari a oltre 11 tonnellate, il terreno demaniale, il furgone, i contenitori della spazzatura e altro ancora, sono stati sottoposti a sequestro penale preventivo. Per i suddetti illeciti, e al fine di irrogare ulteriori sanzioni, sono stati informati gli altri organi tra cui Guardia di Finanza, Polizia Locale, Inps e Ufficio delle Entrate.

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Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.

Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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