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ATTUALITÀ

Calatabiano, botta e risposta sindaco-opposizione. I consiglieri di minoranza: “Intelisano mago del depistaggio”

Calatabiano

CALATABIANO – Si fa sempre più acceso lo scontro politico tra sindaco e opposizione. Dopo il botta e risposta di ieri, i quattro Consiglieri di minoranza – Petralia, Franco, D’Allura e Briguglio – hanno controreplicato alle parole di Intelisano con una nota ufficiale, che pubblichiamo di seguito.

“Il sindaco Intelisano – si legge – dimostra sempre di essere l’Houdini del depistaggio, ma le sue bugie dopo 8 anni di governo locale non convincono più nessuno. Del resto è vero che del reato penale di depistaggio, ai sensi dell’art. 365 c.p., è già stato imputato dalla Procura della Repubblica di Catania nel procedimento giudiziario ancora in corso che riguarda la mala gestione dei depuratori comunali.

Le casse comunali sono ormai state ridotte da Intelisano a un colabrodo. Questi sono, in estrema sintesi, i numeri ufficiali del suo mal governo, reperibili alla ragioneria comunale:

  • Fatture commerciali non pagate dal 23.01.2017 al 31.12.2019 per un importo di € 2.210.743,47.
  • Scopertura bancaria alla tesoreria comunale di circa € 2.100.000,00
  • Residui attivi, cioè crediti non riscossi negli ultimi cinque anni ( dati consuntivo 2018) per circa € 10.000.000,00.

Tutto quanto dichiarato candidamente dal Sindaco nella sua replica al nostro primo comunicato non costituisce alcuna verità, compreso il fatto che la precedente Amministrazione avesse contratto in passato 4 mutui, ma per fare cosa? Perché ripete sempre le stesse bugie interpretando malamente questioni risalenti a oltre 13 anni fa, nel tentativo maldestro di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla sua amministrazione che governa il paese da oltre otto anni?

Riguardo la presunta sensibilità dichiarata da Intelisano nei confronti dei suoi creditori – proseguono i quattro consiglieri di opposizione – il sindaco dimentica forse che è stata la sua Amministrazione comunale, in questi ultime tre anni, e non certo quella precedente di 10 anni fa, ad ordinare lavori e forniture di servizi avendo le coperture finanziarie solo sulla carta, consapevole di non avere la liquidità sufficiente. Questo è un fatto incontrovertibile che costituisce la verità della sua amministrazione. Altrimenti la sua Amministrazione non avrebbe richiesto una somma così cospicua per coprire i debiti conseguiti in così poco tempo e che costerà alla collettività calatabianese una rata annuale di quasi 100.000,00 euro, fondi economici che ogni anno verranno sottratti alla disponibilità di erogazione di servizi fondamentali ai cittadini, eredità che verrà consegnata alla prossima Amministrazione comunale e a quelle a venire.

Dobbiamo anche dire che sulla questione “fatture commerciali non pagate” regna tanta confusione e poca trasparenza amministrativa; infatti, nonostante le nostre reiterate richieste, siamo ancora in attesa di conoscere i dati nominativi delle ditte creditrici ed inoltre, nelle ultime settimane, sono stati effettuati pagamenti a creditori di fatture datate 2020, ma a cui erano stati approvati i crediti dal consiglio comunale nel dicembre 2018. Intelisano, ma quanto sono in realtà i debiti del comune?”, concludono i consiglieri Petralia, Franco, D’Allura e Briguglio nella loro nota.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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