ATTUALITÀ
Catania, i NOMI degli arrestati nell’operazione “Fake Credits”
CATANIA – Su delega di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 30 persone (3 ristrette in carcere, 21 agli arresti domiciliari e 6 raggiunte dalla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per un anno) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di reati tributari e, in particolare, di indebite compensazioni (attraverso l’utilizzo di crediti d’imposta inesistenti) aggravate dalla partecipazione di professionisti. In forza del medesimo provvedimento cautelare, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania hanno eseguito anche il sequestro preventivo di 11 società commerciali, aziende utilizzate dagli indagati unicamente per perpetrare i reati tributari in contestazione. Al contempo, è in corso l’esecuzione di sequestri preventivi (anche per equivalente) finalizzati alla confisca di 9,5 milioni di euro.
Le persone tratte in arresto e condotte in carcere sono:
- PALADINO Antonio (cl. 1963), commercialista, quale Presidente dell’Associazione Datoriale CONFIMED ITALIA (ente di organizzazione di datori di lavoro con sede dichiarata a Roma e uffici amministrativi a Catania);
- SANFILIPPO Gaetano (cl.1977), dipendente dello Studio Professionale “Paladino”, diretto collaboratore di PALADINO in CONFIMED ITALIA;
- NICASTRO Andrea (cl.1974), libero professionista esercente l’attività di “consulente amministrativo” a disposizione della CONFIMED ITALIA.
Ristretti agli arresti domiciliari i seguenti professionisti attestatori per la loro opera di certificatori di crediti inesistenti:
- BIGI Paolo (cl. 1958) libero professionista esercente l’attività di “consulente amministrativo”;
- GREGORINI Silvia (cl. 1964), commercialista;
entrambi operativi su Roma;
- LICCIARDELLO Giuseppina (cl. 1960), commercialista domiciliata a Catania, di fatto professionista a disposizione di PALADINO;
- TOSCANO Pasquale (cl. 1966), commercialista operativo su Latina con studio a Napoli, il quale non risulta tra i soggetti abilitati al rilascio del visto di conformità;
- NICOTRA Daniele (cl. 1982), commercialista domiciliato a Catania;
- GALLO Gian Mario (cl. 1966), commercialista con studio a Segrate (MI), il quale non risulta tra i soggetti abilitati al rilascio del visto di conformità.
Le persone citate – unitamente a 12 soggetti di seguito generalizzati, amministratori di imprese commerciali – costituivano un’associazione a delinquere finalizzata alla sistematica perpetrazione di reati tributari.
Ristretti agli arresti domiciliari anche gli indagati di seguito generalizzati, quali rappresentanti legali ed amministratori delle società coinvolte nel fraudolento schema evasivo:
- DEBOLE Salvatore (cl. 1957), amministratore di fatto dell’Istituto di Vigilanza Privato A.N.C.R. avente sede a Belpasso (CT), società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti erariali per 2,9 milioni di euro;
- VETRANO Giuseppe (cl. 1959), rappresentante legale della “Delivery Express s.r.l.s”, con sede in Catania (CT), esercente l’attività di “trasporto di merci su strada”, società beneficiaria della cessione di crediti IVA fasulli compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti tributari per 450.000 euro;
- PIAZZA Gesualdo (cl.1975), rappresentante legale di “San Francesco Società Cooperativa”, con sede in Caltagirone (CT), esercente l’attività di “altri servizi per la persona” società beneficiaria della cessione di crediti IVA fasulli utilizzati per la compensazione di 1 milione di euro di debiti erariali;
- DE SANTIS Fabrizio (cl. 1961), rappresentante legale della “Pachira S.r.l.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “cura e manutenzione del paesaggio, compresi parchi e giardini”, con sede a Roma, “portatrice” di crediti IVA inesistenti utilizzati per compensazioni per oltre 2,5 milioni di euro;
- CROCCO Maria Rosa (cl. 1958), rappresentante legale della “B suite società cooperativa”, la quale dichiarava quale attività (ora cessata) quella di “pulizia generale (non specializzata) di edifici”, già con sede in Rignano Flaminio (RM), anch’essa “generatrice” di crediti IVA fasulli utilizzati per compensazioni con debiti tributari non onorati;
- NOTO Carlo (cl. 1965), rappresentante legale della “Quattrotempi S.r.l.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “organizzazione di convegni e fiere”, con sede a Roma, anch’essa società strumento per la compensazione di crediti di imposte non esistenti;
- PES Roberto (cl. 1965), rappresentante legale della “La Cartomatica S.r.l.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “servizi connessi a tecnologie informatiche”, con sede a Roma, anch’essa società utilizzata per generare la compensazione di imposte per 1,3 milioni di euro;
- GUARDABASCIO Pietro (cl. 1964), quale rappresentante legale di “Il Garofalo S.r.l.s.”, con sede a Roma ed esercente l’attività di “ipermercato”, società strumentale alla formazione di crediti tributari inesistenti da compensare con debiti tributari non assolti;
- DI MEO Sebastiano (cl. 1951), rappresentante legale della società “Di Meo S.r.l.s”, azienda che dichiarava quale attività (ora cessata) “l’installazione di impianti per la distribuzione del gas”, con sede a Napoli, anch’essa società utilizzata per generare una compensazione di imposte a favore dell’Istituto di Vigilanza Privato A.N.C.R.;
- GALLONE Cosimo Damiano (cl. 1982), attualmente detenuto preso la Casa circondariale di Verona per rapina aggravata, rappresentante legale di “C.B.L. Trasporti e servizi società cooperativa”, avente quale attività il “trasporto di merci su strada” con sede in Pero (MI), anch’essa società veicolo per la creazione di crediti IVA fasulli;
- BARRELLA Mario (cl. 1962), anch’egli nella qualità di rappresentante legale della succitata “C.B.L. Trasporti e servizi società cooperativa”;
- MAGGIO Marco (cl. 1979), rappresentante legale di “Job Act Società Cooperativa”, attività dichiarata di “pulizia generale (non specializzata) di edifici”, avente sede a Milano, società cooperativa utilizzata dagli indagati per la creazione di crediti IVA fittizi poi portati in compensazione;
- PELLONI Carmine (cl. 1963), rappresentante legale della “Molly Malone 2015 S.r.l.s.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “catering per eventi, banqueting”, con sede in Segni (RM), anch’essa utilizzata per generare la compensazione di imposte per circa 1,2 milioni di euro;
- BERTOLINI Davide (cl. 1975), uno dei rappresentanti legali della “Textile Export S.r.l.”, avente sede in Roma (RM) ed esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di tessuti”, società i cui crediti tributari fasulli sono stati ceduti per favorire l’inadempimento di debiti tributari di soggetti terzi;
- GALLO Michele Antonio Gerardo (cl. 1945), anch’egli rappresentante legale della citata “Textile Export S.r.l.”;
Sono stati, invece, raggiunti dal provvedimento del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale i soggetti di seguito indicati:
- DEBOLE Claudia (cl. 1983), quale rappresentante legale del già citato Istituto di Vigilanza Privato A.N.C.R.;
- CELESTI Giacomo (cl. 1970), rappresentante legale della “Business Projects industrial services s.r.l. unipersonale” avente sede ad Augusta (SR) ed esercente l’attività di “installazione di impianti telecomunicazioni e elettronici”, beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di un’esposizione tributaria complessiva di 3,9 milioni di euro.
- RISICATO Federico (cl. 1974), rappresentante legale della “Vigil Service s.r.l.” con sede in Belpasso (CT), quale società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti tributari effettivi per 62.000 euro;
- SPERA Michele (cl. 1967), rappresentante legale della “RE. POINT s.r.l.” avente sede a Ragusa, esercente l’attività di “altre attività di servizi connessi a tecnologie informatiche”, società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di un’esposizione tributaria complessiva di 105.000 euro;
- GIANFORMAGGIO Rita (cl. 1993), rappresentante legale della “New Solar s.r.l.” avente sede a Catania esercente l’attività di “altre attività di consulenza amministrativa”, società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti tributari complessivi per 252.000 euro;
- BALSAMO Renato (cl. 1953), rappresentante legale della “Ariel Società cooperativa Sociale” avente sede a Catania ed esercente l’attività di “altri servizi di sostegno alle imprese”, società anch’essa beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di un’esposizione tributaria complessiva di 450.000;
L’operazione condotta dal Gruppo Tutela Finanza Pubblica del Nucleo P.E.F. di Catania, convenzionalmente denominata “FAKE CREDITS”, sotto la direzione del gruppo di magistrati di questa Procura specializzati nel contrasto ai reati fallimentari e tributari, è stata caratterizzata dall’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali nonché di accertamenti bancari unitamente alla disamina (a riscontro) di documentazione contabile ed extracontabile nonché di materiale informatico acquisito nel corso di una perquisizione locale disposta da questo Ufficio. La complessa investigazione, dispiegatasi da febbraio del 2019 all’aprile di quest’anno, ha tracciato la commercializzazione di oltre 25 milioni di euro di crediti fittizi di cui oltre 9,5 milioni utilizzati per indebite compensazioni. L’efficace attività repressiva posta in essere dalla Guardia di Finanza di Catania trae origine dall’esecuzione di una verifica fiscale svolta nei confronti dell’Istituto di Vigilanza Privata “A.N.C.R. S.r.l”. con sede in Belpasso (CT), conclusasi, tra l’altro, con la segnalazione al competente ufficio finanziario di violazioni in materia di indebite compensazioni per oltre 2,8 milioni di euro.
Lo schema fraudolento, ideato e alimentato da una rete di professionisti attivi su tutto il territorio nazionale, ricostruito dai Finanzieri, anche attraverso una meticolosa ricostruzione dei flussi finanziari generati dalle operazioni commerciali finite sotto la lente di ingrandimento degli investigatori economico- finanziari, si snodava lungo le seguenti fasi:
- reperimento e costituzione di società “farlocche” in mano a prestanome, titolari di crediti impositivi puntualmente emergenti dalle dichiarazioni fiscali presentate: è in questa fase che intervenivano i certificatori, BIGI Paolo, GREGORINI Silvia, LICCIARDELLO Giuseppina, TOSCANO Pasquale, NICOTRA Daniele, GALLO Gian Mario chiamati ad apporre il cosiddetto visto di conformità (visto leggero) attestante la regolare tenuta della contabilità, la corrispondenza dei dati esposti in dichiarazione alle risultanze delle scritture contabili e alla relativa documentazione sia per le imposte sui redditi sia ai fini I.V.A.;
- commercializzazione dei crediti tributari fasulli a beneficio delle società sopra specificate caratterizzate da consistenti esposizioni con l’Erario;
- effettuazione delle operazioni di compensazione crediti tributari fittizi – debiti tributari reali mediante compilazione e inoltro telematico dei modelli di pagamento; fase realizzativa curata da PALADINO e dagli altri professionisti che certificavano i crediti fittizi delle società accollanti “farlocche”;
- gestione dei corrispettivi originati dagli accolli e dalle operazioni di cessione del credito: in questa fase, PALADINO, SANFILIPPO e NICASTRO, attraverso la CONFIMED ITALIA, gestivano direttamente, e a loro piacimento, tutti gli introiti generati dalle illecite compensazioni. Gli accertamenti bancari eseguiti nel corso delle indagini hanno permesso di constatare che le società indebitate, accollate/cessionarie, hanno versato alla CONFIMED ITALIA oltre 6,3 milioni di Euro che, ovviamente, non venivano riversate alle accollanti/cedenti, ma trattenute dal sodalizio criminale; solo 700 mila euro risultavano impiegati per pagamenti a favore di un fideiussore svizzero e di alcune accollanti fittizie, queste ultime società strumentali allo svuotamento dei conti della citata CONFIMED.
La CONFIMED ITALIA giocava, dunque, un ruolo decisivo nell’iter delittuoso appena descritto annoverando tra gli associati società costituite al solo fine di esporre nelle dichiarazioni fiscali, presentate nel corso della loro breve vita, crediti d’imposta fittizi. La CONFIMED, che disponeva di professionisti incaricati di apporre il cd. visto di conformità nelle dichiarazioni attestanti i falsi crediti erariali, offriva ai propri convenzionati gravati da debiti tributari, la possibilità di beneficiare di crediti erariali inesistenti proponendo un fideiussore svizzero (peraltro non abilitato a svolgere attività finanziaria in Italia) per garantire le operazioni commerciali e, da ultimo, incassa in nome e per conto delle accollanti/cedenti gli ingenti corrispettivi pattuiti per le operazioni di accollo/compravendita dei crediti.
Gli associati della CONFIMED, imprese beneficiarie delle citate finalità illecite, sfruttavano la possibilità di alleggerire la propria posizione debitoria con l’Erario, ottenendo un vantaggio economico pari ad almeno il 20% del carico impositivo dovuto; queste imprese non avevano remora ad affidare ingenti somme di denaro alle società accollanti/cedenti prima, e alla CONFIMED ITALIA poi, ben consapevoli del vantaggio finanziario che ne sarebbe derivato. Plurimi sono gli elementi indiziari a sostegno della consapevolezza dei soggetti imprenditoriali beneficiari delle indebite compensazioni circa la partecipazione a un preciso disegno criminoso: un esame superficiale del bilancio pubblicato dalle società detentrici dei crediti fittizi pone pochi dubbi circa la non veridicità dei dati economici esposti; la scelta di CONFIMED del fideiussore svizzero (nemmeno iscritto negli albi tenuti dalla Banca d’Italia) e la lettura della polizza assicurativa proposta inducevano a ritenere che le imprese accollanti non avrebbero prestato alcuna garanzia per l’adempimento degli obblighi assunti.
Altro elemento caratterizzante il modello evasivo fiscale ideato dal sodalizio criminoso è dato dalla partecipazione di imprese “portatrici” di crediti IVA certificati che in realtà erano soggetti economici inesistenti (solitamente di costituzione recente, dichiaravano la loro sede d’affari presso luoghi dove insistono realtà aziendali differenti, presentavano le dichiarazioni inziali necessarie ad avviare il circuito illecito e sono formalmente amministrate da persone prive di ogni capacità manageriali). Tali soggetti giuridici, in data odierna, sono stati raggiunti dal provvedimento cautelare del sequestro impeditivo delle quote societarie e sono, come su citate, “Pachira S.r.l.”, “B suite società cooperativa”, “Il Garofalo S.r.l.s.”, “Di Meo S.r.l.s”, “Job Act Società Cooperativa”, “Quattrotempi S.r.l.”, “La Cartomatica S.r.l.”, “Ariel Società cooperativa Sociale”, “C.B.L. Trasporti e servizi società cooperativa”, “Molly Malone 2015 S.r.l.s.” e “Textile Export S.r.l.”.
La complessa indagine, condotta dalle Fiamme Gialle di Catania, ha dunque consentito di interrompere uno schema delinquenziale attuale e ripetuto di evasione d’imposte orchestrato da figure professionali qualificate, imprenditori prestanome compiacenti e imprese pronte ad accaparrarsi benefici fiscali non spettanti; l’attività delle Fiamme Gialle etnee assume ancor maggior pregio ove si consideri l’attuale e generale crisi economica indotta dalla fase pandemica che già mette a rischio la sopravvivenza di molte imprese che verrebbero ulteriormente minacciate dalla presenza sul mercato di società commerciali sleali che operano mettendo continuamente a frutto ripetuti inadempimenti dell’obbligo di versare le imposte dovute.
ATTUALITÀ
Catania: Serata evento “TI amo da morire” in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere
“Ti amo da morire. Confronto sulla lotta contro il femminicidio e la violenza di genere”, questo il tema della serata evento che si terrà lunedì, 25 novembre. L’incontro sarà aperto dalla forte testimonianza dell’imprenditrice Gabriela Scibilia, che ospiterà l’evento, seguirà l’impegno delle istituzioni scolastiche, rappresentate dall’Istituto Marconi-Magano e dall’Eris, rispettivamente Maria Catena Trovato e da Antonio Oliveri; il sostegno dei club service, come il Rotary, con Cinzia Torrisi, assistente del governatore, e del volontariato come l’associazione Aurea Caritate, rappresentata da Anthea Di Benedetto. E ancora: professioniste impegnate sul fronte della difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti: la garante al Comune di Pedara, Katya Germanà, e Letizia Ferrante, psicoterapeuta presso Olos Centro studi; e il presidente della I Municipalità, Francesco Bassini. Testimonianza di Vera Squatrito, che da anni opera affinchè il sacrificio della figlia Giordana non sia stato inutile e proprio a lei è dedicato l’abito simbolo, Ti amo da morire, realizzato dalla stilista Rosa Platania, con l’assistenza di Flavio Massimo Nisi, indossato da Giuliana Petrizzo, accompagnata da Eros Piazza. Conclusioni e regia della serata evento a cura di Liliana Nigro, docente dell’Accademia di belle arti di Catania. Modera l’incontro il giornalista Daniele Lo Porto.
L’evento del 25 novembre, al Casale dell’Arte, via Plaja, 200, dalle 20, dopo una ampia tavola rotonda, sarà conclusa con la proiezione di un corto realizzato dal filmmaker Piero Sabatino, con la sfilata di abiti della stilista Pina Nannuli Scaminaci, con la performance degli studenti dell’Istituto Marconi-Mangano, diretti da Salvo Valentino e Pietro Coccuzza, esperti del laboratorio teatrale, e dalla sfilata degli allievi dell’Accademia di Belle arti di Catania, diretti dalla professoressa Liliana Nigro.
ATTUALITÀ
Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»
Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.
Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.
ATTUALITÀ
Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità
Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.
Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.
Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.
Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.
Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.
Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.
Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.
Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.
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