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Paternò, inchiodati i due rapinatori seriali diventati il terrore dei commercianti: anche l’altro va in carcere (VIDEO)

PATERNÒI Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti del 29enne Tonino TOMASELLO di Ragalna e del 24enne Manuel BORZÌ di Paternò, ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso e porto di armi od oggetti atti ad offendere.

I due, in esecuzione di un analogo precedente provvedimento restrittivo, erano già stati arrestati lo scorso mese di gennaio dai militari di Paternò, con la sottoposizione del BORZI’ agli arresti domiciliari ed in carcere invece per il TOMASELLO, così provvidenzialmente interrompendo la sequela di rapine con le quali avevano seminato il panico tra gli esercenti paternesi.

Le ulteriori attività di riscontro esperite dai militari, avvalsesi anche dei filmati di videosorveglianza e del supporto investigativo fornito dalle intercettazioni tra presenti, hanno fatto luce sui raid criminali di BORZI’ e TOMASELLO, fornendo ai militari elementi investigativi inequivocabilmente riconducibili ai predetti in ordine alla loro responsabilità in ulteriori sei rapine commesse, in particolare, ai danni di una stazione di servizio in via Vittorio Emanuele, una pizzeria in via Scala Vecchia e quattro supermercati siti in viale dei Platani, in piazza Vittorio Veneto, in via Balatelle e Corso Italia.

Gli elementi infatti sono molteplici perché i due, stante il carattere seriale con il quale mettevano a segno i loro colpi, hanno “marchiato” il loro modus operandi: il volto travisato con mezze maniche ricavate da maglioni o da passamontagna, le calzature utilizzate, la particolare andatura di uno dei due e la minaccia rivolta alle vittime con una pistola a tamburo cromata, puntata proprio all’altezza del viso.

Il BORZI’ ed il TOMASELLO, inoltre, erano soliti effettuare dei sopralluoghi che hanno consentito la loro certa identificazione attraverso la visione dei filmati di videosorveglianza della zona e come, anche, l’individuazione dell’autovettura in uso al BORZI’ utilizzata in più d’una occasione.

E’ proprio la captazione delle loro conversazioni all’interno di quell’autovettura che ha fornito agli investigatori il quadro di una crescente pericolosità: la reiterazione delle rapine a sempre più breve distanza l’una dall’altra o, anche, la proposta fatta dal BORZI’ al TOMASELLO di modificare i loro obiettivi <<… facciamo una cosa, smettiamola con i supermercati e facciamoci tutte le farmacie! …>>.

Sintomatiche della spregiudicata “intraprendenza” criminale e della loro consapevolezza di poter finire nelle maglie della Giustizia sono le intercettazioni inerenti il loro concordare, in caso d’arresto, una comune linea di difesa per alleggerire la loro posizione di fronte alla legge; entrambi, infatti, avevano concordato che avrebbero dichiarato d’essere stati costretti ad effettuare le rapine per soddisfare un loro ipotetico stato di tossicodipendenza, nonché evidenziando la loro ferrea volontà di disintossicarsi.

Gli elementi sono stati così compendiati dall’Arma di Paternò alla Procura Distrettuale della Repubblica, che ha chiesto ed ottenuto dal G.I.P. emittente l’odierna custodia cautelare a seguito della quale Manuel BORZI’ è stato associato al carcere di Ragusa mentre, analogamente, il provvedimento è stato notificato a Tonino TOMASELLO presso il carcere catanese di Piazza Lanza ove si trovava già recluso.

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Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.

Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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