ATTUALITÀ
Catania, maxi frode per sottrarsi al pagamento delle imposte: sequestrati 6 appartamenti quale profitto del reato contestato
CATANIA – Nell’ambito di articolate attività d’indagine delegate da questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta di questo Ufficio, nei confronti di Isidoro Torrisi, Alessandro Torrisi e Simona Natala Marchese – tutti sottoposti a indagine per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte – pervenendo al sequestro di 6 appartamenti, tutti situati in città, quale profitto del reato contestato.
Le investigazioni, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania unitamente alla Compagnia della Guardia di finanza del capoluogo, hanno tratto origine da un’attività di verifica nei confronti dello “Studio Torrisi s.n.c.” – con sede a Catania e attivo nel settore della consulenza amministrativa e contabile alle imprese – che ha determinato un rilevante debito tributario in capo ai soci dello studio, pari a 19 milioni di euro, comprensivo di maggiori imposte dovute, sanzioni e interessi.
Le successive attività d’indagine, corroborate dai riscontri dell’Agenzia delle entrate di Catania, hanno permesso di evidenziare che a seguito del decesso, avvenuto nel 2014, di Paolo Torrisi, già socio dello studio, Natala Marchese, Alessandro e Isidoro Torrisi (rispettivamente coniuge superstite e figli di Torrisi), sono entrati in possesso di un importante patrimonio immobiliare, costituito dai 6 citati appartamenti in città, che costituiscono garanzia patrimoniale a favore dell’Erario per il pagamento del rilevante debito tributario.
Nel dettaglio, gli accertamenti hanno consentito di porre in luce che, al fine di eludere l’azione di riscossione delle somme dovute al fisco, è stato ideato un articolato sistema di frode per cui:
- a distanza di un anno e mezzo dal decesso di Paolo Torrisi, è stato reso pubblico un testamento olografo, in base al quale l’intero patrimonio del defunto veniva devoluto, direttamente e interamente, ai nipoti;
- i figli e la moglie di Paolo Torrisi hanno formalmente rinunciato all’eredità, in modo da evitare che l’Amministrazione finanziaria potesse sostituirsi a loro e richiedere il reintegro della cosiddetta “quota di legittima”.
Come ricostruito da questo Ufficio e validato dal GIP presso il Tribunale di Catania, la notevole distanza temporale tra il decesso di Paolo Torrisi e la presentazione del testamento olografo, in aggiunta alla differente grafia presente sul testamento attribuito allo stesso Torrisi, hanno costituito elementi dotati di significativa valenza indiziaria a sostegno della falsità del testamento pubblicato.
Pertanto, a conclusione dell’attività investigativa:
- sono state sottoposte a indagine 3 persone per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte;
- su richiesta di questa Procura della Repubblica, il GIP presso il Tribunale di Catania ha disposto il sequestro preventivo di 6 appartamenti, tutti situati in città, posti a garanzia dell’assolvimento dei debiti tributari.
Anche questa complessa attività d’indagine svolta si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte da questo Ufficio e dalla Guardia di finanza di Catania a contrasto dell’evasione e delle frodi fiscali, per il recupero e l’effettiva riscossione di redditi non dichiarati che, una volta acquisiti all’Erario, potranno essere destinati a importanti interventi di natura economico e sociale a favore della collettività.
ATTUALITÀ
Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»
Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.
Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.
ATTUALITÀ
Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità
Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.
Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.
Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.
Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.
Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.
Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.
Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.
Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.
ATTUALITÀ
Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»
L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.
«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».
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