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ATTUALITÀ

Ragusa, coltivavano marijuana in famiglia: arrestati padre e figlio

RAGUSA – Avevano organizzato una coltivazione di marijuana a gestione famigliare all’interno della propria abitazione nelle campagne di Ragusa e per questo due soggetti di 24 e 54 anni, padre e figlio, sono stati arrestati ieri sera dai Carabinieri del N.O.R.M. – Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ragusa.

Il brillante risultato conseguito dall’Arma iblea è la risultante di un controllo operato per le strade della città nel pomeriggio di ieri allorquando, nell’ambito della consueta vigilanza per il rispetto della normativa antiCovid una pattuglia della Sezione Radiomobile ha fermato un’auto con a bordo due giovani ragusani, entrambi classe ’96 e già noti alle forze di polizia, che da subito hanno palesato un certo nervosismo che si è via via accentuato con il progredire del controllo.

In seguito alla perquisizione personale e del veicolo è stato rinvenuto un involucro contenente 4 grammi di marijuana che ha immediatamente confermato i sospetti dei militari convincendoli dell’opportunità di estendere la perquisizione all’abitazione di uno dei due giovani fermati. Giunti a casa del ragazzo le operazioni condotte dai Carabinieri, giunti sul posto con idonei rinforzi, hanno permesso di rinvenire una moderna serra allestita all’interno della camera da letto del giovane e attrezzata di tutto punto con luci a led, temporizzatori per simulare l’alternanza del ciclo giorno-notte, un igrometro e un sistema di termoventilazione per la cui installazione il padre aveva effettuato dei lavori di muratura, in parte visibili anche all’esterno della casa. Nel disperato tentativo di sviare l’attenzione dei Carabinieri, la madre del giovane ha cercato di gettare le piante di marijuana coltivate che tuttavia venivano individuate e recuperate dei militari nel giardino prospicente l’abitazione e ovviamente sequestrate insieme all’attrezzatura.

Padre e figlio sono stati dunque tratti in arresto e condotti presso la caserma di Piazza Caduti di Nassirya per gli accertamenti di rito terminati i quali l’Autorità Giudiziari di Ragusa ha disposto gli arresti domiciliari.

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Congedi per i padri: 4E-Parent propone 22 giorni obbligatori e 4 mesi retribuiti all’80%

Riformare i congedi per i padri per assicurare salute e benessere dei bambini, correggendo l’ineguale distribuzione della cura e favorendo occupazione femminile e natalità. La proposta del progetto europeo 4e-Parent, che vede l’Istituto superiore di sanità (Iss) capofila, è stata presentata ai politici in vista della legge di bilancio nella conferenza “Il tempo dei papà”, e comprende un pacchetto di misure tra cui estensione del congedo di paternità obbligatorio da 10 a 22 giorni lavorativi, previsione di 4 mesi di congedi retribuiti all’80% (2 per genitore), anticipo statale dei compensi per le Pmi.

L’Italia è uno dei Paesi europei con il minor numero di giorni di congedo adeguatamente retribuiti per i padri e con il massimo divario fra congedi materni e paterni.

Sono diversi i vantaggi che derivano da un maggiore coinvolgimento del padre nell’accudimento, soprattutto, spiegano gli esperti, nei primi mille giorni.

La sua presenza attiva si associa infatti a più elevati livelli di competenza cognitiva e sociale, maggiore capacità di empatia, migliore autoregolazione e autostima e maggiori progressi scolastici dei bambini. Diminuisce inoltre i rischi durante la gravidanza e il parto, può contribuire all’aumento della occupazione femminile e promuove le ‘mascolinità accudenti’, diminuendo il rischio di violenza domestica. I promotori chiedono anche di cambiare il nome da “congedi parentali” a “congedi genitoriali”.

“Non dovrebbero servire prove per dimostrare che la partecipazione dei padri all’accudimento è vantaggiosa per l’intera famiglia”, osserva Angela Giusti, ricercatrice del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità e responsabile del coordinamento scientifico del progetto.

“Eppure, queste prove le abbiamo”. Tra le altre proposte vi sono almeno 10 giorni consecutivi di congedo obbligatorio nel primo mese dalla nascita senza obbligo di preavviso, l’applicazione delle stesse regole del congedo di maternità con l’inclusione dei padri freelance, l’aumento dall’80 al 100% della retribuzione del congedo di maternità, incentivi per aziende con certificazione di genere e promozione del lavoro agile e campagne informative per il coinvolgimento dei padri.

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Studio negli USA: smettere di fumare anche a 75 anni allunga la vita degli individui

Non è mai troppo tardi per smettere di fumare. Buttare le sigarette anche a 75 anni di età aumenta del 14% le probabilità di guadagnare 1 anno intero di vita.

Per chi smette a 65 anni invece, dopo aver fumato sin da giovane, le probabilità di 1 anno in più di longevità salgono del 23%. Lo spiega la prima indagine ad aver esaminato specificamente gli effetti dell’eliminazione del fumo così avanti con gli anni.

Pubblicato sull’ American Journal of Preventive Medicine, il rapporto di ricercatori dell’ università del Michigan ha analizzato i dati di varie indagini su fumo e longevità, ed ha osservato che in generale, per i fumatori da oltre 30 anni e di mezza età, il rischio di morte nei 25 anni successivi risultava più alto del 21% rispetto ai non fumatori.

Ma dai calcoli degli studiosi è anche emerso che eliminare il fumo a qualsiasi età fa inevitabilmente salire l’ aspettativa di vita anche a 75 anni.

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Caporalato in Sicilia: ecco il Polo sociale integrato di Catania per aiutare i migranti sfruttati

Creare una rete diffusa di uffici di prossimità che garantiscano ai migranti, vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, l’accesso ai servizi e alle tutele previste dalla normativa vigente. È questo l’obiettivo del Polo sociale integrato di Catania che è stato presentato al dipartimento di Scienze politiche dell’Università del capoluogo etneo. «Il Polo – dice Nuccia Albano, assessore alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro – servirà per dare un aiuto concreto ai migranti che lavorano nella provincia di Catania e che vengono sfruttati. Non solo nel settore dell’agricoltura, ma in ogni ambito lavorativo. Dai diversi Poli che saranno creati nelle province dell’Isola partiranno tutte le azioni che saranno messe in campo nei prossimi anni». Il Polo di Catania, gestito dall’associazione Penelope coordinamento solidarietà sociale, in associazione (Ats) con il centro Astalli Catania Odv, è, infatti, uno dei nove previsti su tutto il territorio siciliano, nati da un lavoro di co-progettazione tra la Regione Siciliana e gli enti del terzo settore nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. 2 che vede la Sicilia capofila del partenariato composto da Basilicata, Calabria, Campania e Puglia e da Nova Consorzio Nazionale per l’Innovazione. Saranno tre le sedi di contatto: una nella città capoluogo e due periferiche, nell’area calatina, a Scordia, e nella Piana di Catania, ad Adrano. Verranno organizzate delle task force operative che garantiranno l’emersione e l’identificazione formale della vittime, l’accompagnamento legale nei percorsi di denuncia e di regolarizzazione, l’attivazione di aiuti e doti personali a supporto della fase di emersione, l’accompagnamento all’accesso ai servizi sociali, sanitari, educativi e formativi; l’attivazione di programmi di protezione sociale, l’accompagnamento all’autonomia sociale, abitativa e lavorativa. L’iniziativa è realizzata in continuità con quanto già fatto durante la prima edizione del programma Su.Pr.Eme. Italia che ha ottenuto il riconoscimento come buona pratica nel corso della 21esima edizione della European Week of Regions and Cities, evento annuale dell’Unione Europea dedicato alle politiche di coesione, che si è tenuto a Bruxelles nell’ottobre del 2023.

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