ATTUALITÀ
Catania: NOMI degli arrestati e DETTAGLI dell’operazione anti-mafia “Minecraft” (VIDEO)
CATANIA – La Polizia di Stato, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, in esecuzione del provvedimento applicativo della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania in data 1 febbraio 2021, ha tratto in arresto:
- Cappello Massimiliano, classe 1967;
- Lombardo Salvuccio Junior, inteso “Salvucciu u ciuraru”, classe 1994;
- Cavallaro Sebastiano, inteso “Seby” o “baffo”, classe 1992;
- Cristaudo Renzo, classe 1993;
- Finocchiaro Alessio, classe 1994;
- GangemI Emilio, classe 1975;
- Spartano Giuseppe, inteso “u Cussotu “, classe l 1989;
- Suru CosteI, alias “Mariu u rumenu”, classe 1984,
- Distefano Giuseppe, inteso “Pumpa”, classe 1977;
- La Rocca Giuseppe Francesco, alias “Colombrino classe 1995;
- Cavallaro Francesco, cl.1985;
- Messina Domenico Alessandro, classe 1993, già sottoposto per altra causa agli arresti domiciliari;
- Messina Giusi, classe 1975;
- Santoro Giovanni, inteso “Giuvanni sett’anni” , classe 1983;
il provvedimento del G.I.P. è stato altresì notificato in carcere a:
- Rapisarda Giuseppe Paolo, inteso “Paolo cupittuni”, cl. 1982, già detenuto per altra causa;
in quanto ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso (clan Cappello-Bonaccorsi) con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanza stupefacente e spaccio in concorso delle medesime sostanze con l’aggravante di avere agevolato il clan Cappello-Bonaccorsi; detenzione illegale e porto in luogo pubblico di diverse armi clandestine da guerra nonché ricettazione delle stesse in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare il clan Cappello-Bonaccorsi.
In particolare, a Cappello Massimiliano ed a Lombardo Salvuccio Jr. il G.I.P. ha riconosciuto il ruolo di capi ed organizzatori della cosca mafiosa citata.
Il provvedimento del G.I.P. è scaturito dall’esecuzione di decreti di fermi emessi da questa Procura distrettuale in data 28 gennaio 2021 a seguito dell’intervento operato dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio Centrale Operativo di Roma che, in esito ad ampie attività di perquisizione
locale, consentiva il rinvenimento di numerose armi da fuoco come di seguito meglio specificato.
In tale contesto, si procedeva all’arresto in flagranza di reato degli indagati Distefano Giuseppe, Cavallaro Francesco e La Rocca Giuseppe Francesco ed al fermo di tutti gli altri indagati, ad eccezione di Rapidarda Giuseppe Paolo, Messina Giusi e Messina Domenico Alessandro nei confronti dei quali questo Ufficio avanzava contestualmente richiesta di applicazione di misura coercitiva, accolta dal GIP.
Le complesse indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio Centrale Operativo, coordinati da questa Direzione Distrettuale Antimafia, che erano state avviate a seguito della scarcerazione del predetto Cappello Massimiliano – fratello dello storico leader Turi Cappello – avvenuta il 16 giugno 2019, erano finalizzate a monitorare la riorganizzazione del clan Cappello-Carateddi, duramente colpito dai numerosi provvedimenti giudiziari succedutisi senza soluzione di continuità negli ultimi anni.
Le investigazioni condotte nei confronti di Cappello Massimiliano hanno permesso di individuare uno dei più fedeli collaboratori di quest’ultimo in Gangemi Emilio che, nel periodo coperto dalle indagini, ha rivestito il ruolo di factotum del predetto Cappello, essendo questi limitato negli spostamenti per via della sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S.
Il monitoraggio dei due ha permesso di far emergere l’impegno dell’indagato Cappello Massimiliano nel riprendere in mano le fila del clan, tanto da organizzare presso la sua abitazione, dove era stato avviato un monitoraggio a mezzo di videoriprese, incontri con esponenti storici dell’organizzazione in parola, talora fissati presso abitazioni di terzi soggetti estranei al clan ma a disposizione degli indagati, al fine di scongiurare eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine.
E’ altresì emerso che Cappello Massimiliano, unitamente al Gangemi, gestiva una piazza di spaccio sita nel popolare quartiere di San Giovanni Galermo, fattivamente collaborato sul posto da Rapisarda Giuseppe Paolo, inteso “Paolo cupittiuni”, che sovrintendeva alle attività illecite di offerta in vendita e spaccio di sostanze stupefacenti.
Il clan Cappello è da sempre stato caratterizzato dalla suddivisione in squadre operanti nei diversi quartieri cittadini.
Ciò è stato ulteriormente riscontrato nel corso della presente indagine che ha consentito di individuare, oltre alla squadra facente capo al Cappello, anche la frangia riconducibile al citato Lombardo Salvuccio Jr, figlio di Lombardo Salvatore inteso “u ciuraru” cugino di Turi Cappello.
E’ stato accertato Lombardo Salvuccio Jr, nonostante la giovane età, era a capo della squadra più pericolosa della consorteria mafiosa, in quanto dotata di una notevole disponibilità di armi, la quale aveva la sua base operativa nei villaggi balneari di Campo di Mare e Ippocampo di Mare, siti nel parco dell’Oasi del Simeto all’estrema periferia sud di Catania.
I due villaggi costruiti a ridosso del mare e quindi già di per sé difficilmente accessibili erano stati non solo colonizzati dagli indagati, ma trasformati in veri e propri fortini presidiati da impianti di video sorveglianza e da vedette al fine di prevenire qualsivoglia intrusione da parte di Forze di polizia o comunque da soggetti non autorizzati.
A tal proposito, temendo di essere destinatari di misure cautelari, i sodali non solo trascorrevano talora le notti aggirandosi in prossimità degli uffici di polizia, per monitorare l’eventuale uscita di mezzi che potessero lasciar presagire l’esecuzione di provvedimenti di cattura, ma avevano anche pianificato (dotandosi a tal fine di idonei strumenti tecnici) l’installazione di telecamere in corrispondenza di punti di interesse, tra i quali anche la sede della Squadra Mobile di Catania.
Lombardo era attivamente coadiuvato da Cavallaro Sebastiano, al quale il G.I.P. ha riconosciuto il ruolo di organizzatore, preposto alla gestione degli affari riconducibili illeciti del gruppo di Lombardo Salvuccio Jr, tra i quali, principalmente, il traffico di un particolare tipo di
sostanza stupefacente denominata, in gergo, “amnesia” proprio in relazione agli effetti prodotti sul fisico di chi la assume.
I due sodali potevano altresì contare sulla stabile partecipazione all’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti di Cavallaro Francesco, La Rocca Giuseppe Francesco, Spartano Giuseppe, Distefano Giuseppe e Cristaudo Renzo. Nei confronti degli ultimi due il G.I.P., condividendo l’impostazione di questo ufficio, ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza anche del delitto di associazione di stampo mafioso.
Nel corso delle indagini, a riscontro delle attività tecniche, il 20 novembre 2020, venivano sequestrati 2,130 kg. della citata sostanza stupefacente e tratti in arresto, in territorio della provincia di Messina, due corrieri che trasportavano la droga che era stata commissionata da MESSINA Giusi e dal figlio Messina Domenico Alessandro (quest’ultimo già all’epoca dei fatti sottoposto al regime degli arresti domiciliari nel comune di Milazzo).
L’ordinanza emessa dal GIP nei confronti dei due Messina è stata loro notificata presso il domicilio in Milazzo.
Presso l’abitazione di Cavallaro Francesco, inoltre, in occasione dell’intervento della Squadra Mobile di Catania e del Servizio Centrale Operativo del 28 gennaio 2021 venivano rinvenuti e sequestrati 22 kg circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana, strumenti per la pesatura e materiale atto al confezionamento.
La perquisizione compiuta presso l’abitazione dell’indagato La Rocca Giuseppe Francesco e presso l’attigua dimora confinante (legata a quella dall’indagato da un filo elettrico che attingeva all’impianto elettrico dell’indagato) consentiva di rinvenire una vera e proprio serra adibita alla coltivazione della marijuana, nella quale si trovavano 73 piantine e tutta l’apparecchiatura necessaria alla cura ed alla crescita delle stesse piante.
Il traffico illecito gestito dal clan era certamente molto redditizio così come dimostrato dal sequestro della somma di euro 188.000 euro in banconote contanti.
L’aspetto più interessante dal punto di vista criminale che denota l’elevatissimo grado di pericolosità del gruppo investigato è certamente quello relativo alla disponibilità di una vera e propria santabarbara ed alla abitudine degli indagati a girare armati.
Come dimostrato in corso di indagine la custodia e la manutenzione dell’arsenale erano affidate a Distefano Giuseppe e a Suru CosteI, alias “Mariu u rumenu”, persone di estrema fiducia ed abili nel maneggio delle armi.
Ed è proprio presso l’abitazione di Distefano Giuseppe che venivano sequestrati 4 giubbotti antiproiettile e le seguenti armi con relativo munizionamento:
- una pistola mitragliatrice 9×19 marca Luger, priva di segni identificativi, corredata da un caricatore privo di munizionamento con silenziatore;
- una pistola mitragliatrice calibro 7,65 marca Skorpion calibro 7.65 Browing, corredata da un caricatore privo di munizionamento;
- un fucile mitragliatore calibro 9 marca Sterling modello MK5, corredata da 2 caricatori a banana ed un silenziatore avvitato alla canna;
- una pistola semi automatica modello 70 marca Beretta, calibro 7.65, con matricola abrasa, corredata da un caricatore privo di munizionamento;
- una pistola semi automatica marca COLT mod Government, calibro 380, corredata da un caricatore priva di munizionamento;
- una pistola semiautomatica Beretta modello 71 calibro 22 LR, corredata da un caricatore privo di munizionamento;
- un fucile Beretta modello AR70 Sport, calibro 222R. corredato da un gruppo ottico e 2 caricatori;
- un fucile d’assalto tipo Kalashnikov, calibro 7.62 x 39, corredato da un caricatore privo di munizionamento, una busta in plastica trasparente contenente varie cartucce;
- un fucile d’assalto modello Kalashnikov, calibro 762 x 39 corredato da 4 caricatori privi di munizionamento;
- un fucile d’assalto tipo Kalashnikov, calibro 7.62×39 corredato da caricatore privo di munizionamento ed un sacchetto in plastica contenente n° 51cartucce calibro 762×39.
Nelle pertinenze dell’abitazione di Cavallaro Sebastiano venivano rinvenute e sequestrate:
- una pistola semi automatica marca Glock mod.20 cal.40sv, matricola parzialmente abrasa completa di caricatore contenente 10 cartucce dello stesso calibro;
- una pistola semiautomatica marca Beretta mod.92 S cal. 9×19, con canna filettata, matricola obliterata;
- una scatola in cartone per munizioni marca Browing Coult con all’interno 38 cartucce marca Geco cal.380 a.c.p. ed inoltre nr.1 cartuccia cal.9×19 marca Luger;
Ulteriori dettagli dell’operazione verranno forniti in occasione dell’incontro con la stampa che si terrà domani presso la sala “Raciti” del X Reparto Mobile di Catania.
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Gangi: celebrazioni in onore della Giornata Nazionale in onore dei caduti di guerra e delle forze armate
Gangi rende onore ai caduti di guerra e delle Forze Armate. Si è svolta ieri mattina, in piazza del Popolo, la commemorazione in onore dei caduti di guerra e delle forze armate con la deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti. E’ stata anche intitolata una via “Al Milite Ignoto” con lo svelamento della targa e la collocazione della corona di alloro proprio lungo l’arteria di collegamento tra via Trinità e la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, proprio sotto viale delle Rimembranze.
Alle celebrazioni hanno preso parte: il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, il comandante della stazione dei carabinieri Domenico Zurlo, del corpo forestale Francesco Notararigo, il comandante dei vigili urbani Nicola Di Marco, il parroco don Giuseppe Amato e in rappresentanza dell’Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia) il tenente Franco Geraci. Presenti anche gli assessori comunali Nicola Blando, Domenico Alfonzo, Roberto Franco e Tiziana Ballistreri assieme ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione che hanno partecipato alla cerimonia dimostrando unità in questo momento di riflessione e ricordo.
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Giardini Naxos: è scomparso l’ing. Sebastiano Russotti, pioniere dell’industria turistica siciliana. Aveva 90 anni
È scomparso, all’etá di 90 anni, l’ingegnere Sebastiano Russotti, pioniere dell’industria turistica siciliana. “Con grande dispiacere apprendo della scomparsa del noto imprenditore – ha reso noto, il sindaco di Giardini Naxos, Giorgio Stracuzzi – che è stato non soltanto un amico, ma un grande imprenditore che ha operato nel territorio della nostra cittá e non solo. Un pioniere, appunto, che ha lasciato un’eredità indelebile nel settore alberghiero. Mi associo al dolore della famiglia assieme a tutta l’amministrazione comunale”. “L ingegnere Russotti – ha detto dal canto suo l’ex sindaco, Nello Lo Turco – è stato sicuramente uno degli artefici dell’affermarsi di Giardini Naxos nel panorama turistico internazionale. Amava profondamente la Sicilia e le sue iniziative erano sempre di grande respiro e all’avanguardia. Perdo personalmente un amico ma è l’intera città che ne sentirà la mancanza”. Com’è noto l’ing. Russotti, dagli anni Settanta è protagonista indiscusso, nel settore turistico-alberghiero, nel quale era già entrato, insieme al fratello, con la realizzazione dell’hotel Riviera a Messina, interessandosi di alberghi di categoria superiore non solo a Giardini Naxos e Siracusa ma anche nel resto d’Italia come Roma, Milano e Venezia. Alberghi questi che negli anni sono appartenuti anche al catene stellate. A Taormina, inoltre, lo si ricorda ancora per un suo intervento in Consiglio Comunale, a sostegno del suo progetto del porticciolo dell’area di “Villagonia”, mai realizzato, che doveva sorgere in una zona della “cittá del centauro” al confine con il territorio, appunto, di Giardini Naxos. Negli ultimi tempi lo si poteva notare, quasi ogni giorno, a bordo della sua vettura condotta da un’autista che girava per tutto il comprensorio turistico taorminese. Un autentico personaggio proiettato, anche in età avanzata, verso il futuro dell’ospitalità isolana.
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Acireale, Commemorazione dei Defunti: stamane la cerimonia in memoria dei caduti di tutte le guerre
Questa mattina, in occasione della giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, la chiesa centrale del cimitero ha ospitato la celebrazione eucaristica presieduta da dal vescovo della diocesi di Acireale Antonino Raspanti, in suffragio dei Caduti di tutte le guerre e delle vittime di ogni forma di violenza.
Sono intervenute le autorità civili e militari e le associazioni d’arma e di volontari cittadine.
Al termine della celebrazione il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, nel corso della cerimonia commemorativa, ha deposto due corone d’alloro dinanzi al sacrario nel quale sono sepolte le vittime dei due conflitti mondiali e ha dichiarato: “Oggi tutti noi abbiamo l’occasione di fermarci e di pensare alle vittime di conflitti recenti e passati, a chi ha subito violenza, discriminazione e ingiustizia. Ricordiamo anche coloro che in silenzio hanno subito le conseguenze delle guerre. Ricordiamoci sempre dell’importanza della pace, abbiamo il compito e l’impegno di promuovere sempre il dialogo, la comprensione e la solidarietà. E’ nostra la responsabilità di educare le future generazioni al valore della pace, della tolleranza e del rispetto reciproco. Vi invito a un momento di silenzio per onorare la memoria di tutti coloro che hanno perso la vita a causa delle guerre e della violenza e infine permettetemi di mandare a nome della Città di Acireale un caloroso abbraccio a tutti i familiari delle vittime della Città di Valencia”.
Per la Città di Acireale erano presenti il presidente del consiglio comunale Michele Greco, l’assessore Giuseppe Vasta e l’assessore Enzo Di Mauro.
L’evento curato dal Cerimoniale del Comune di Acireale è stato impreziosito dai fiati della banda musicale Gaetano Miraglia Città di Acireale.
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