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ATTUALITÀ

GdF Catania, controlli anti-Covid: elevate 4 sanzioni, denunciato un esercente di Mascali

CATANIA – I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catania, nella settimana appena trascorsa, hanno collaborato con le altre forze di Polizia, coordinate dalla locale Questura, per garantire l’attuazione delle misure disposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e prevenire l’ulteriore diffusione dei contagi.

Le Fiamme Gialle etnee hanno fornito il loro contributo attraverso l’impiego di 85 militari suddivisi in 40 equipaggi, i quali hanno appurato che i 253 cittadini controllati avessero delle esigenze e dei motivi urgenti validi, tali da giustificare la loro presenza fuori dalle proprie abitazioni, riscontrando anche che 24 esercizi commerciali rispettassero le norme vigenti e fossero autorizzati all’apertura.

Sono state elevate 4 sanzioni amministrative di cui 2 eseguite dai Baschi Verdi nei confronti di altrettanti soggetti che a bordo di uno scooter circolavano lungo il Corso Sicilia, privi di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

I militari della Compagnia Catania hanno invece sanzionato un cittadino residente nella provincia di Enna, in quanto si spostava dal proprio comune diretto ad Acireale per futili motivi e comunque senza una comprovata necessità o giustificata motivazione.

Grave il comportamento, prontamente multato dai Finanzieri della Compagnia di Paternò, di un cittadino adranita che, senza alcun motivo, si aggirava per il paese di Biancavilla nonostante quest’ultimo fosse stato dichiarato “zona rossa” da diversi giorni.

Sanzionato ancora una volta il comportamento del titolare del bar caffè di Mascali che la scorsa settimana era stato vincolato alla chiusura dell’esercizio dai Finanzieri di Riposto.

I militari ripostesi, al fine di poter ispezionare gli apparecchi di gioco sottoposti a sequestro e lasciati in giudiziale custodia al titolare del bar, procedevano ad eseguire un controllo unitamente a personale dell’Agenzia dei Monopoli di Catania, munito di strumentazione SCAAMS utile a calcolare il relativo PREU (prelievo erariale unico).

Dagli accertamenti esperiti si appurava che il titolare del bar, pur non violando i sigilli riusciva a manomettere le slot machine sequestrate, rimuovendo le schede di gioco secondarie non conformi, che erano state occultate in un vano nascosto accessibile dal fondo dell’apparecchio ed alterando alcune parti delle stesse.

La sottrazione delle schede di gioco secondarie non collegate alla rete telematica dell’A.A.M.S., oltre ad inquinare le prove, non permettevano l’accertamento delle imposte dovute all’Erario in maniera analitica e pertanto si sono constatate, in via forfettaria, violazioni in materia di PREU, ISI ed IV.A. per una somma complessiva superiore a 330.000 euro.

Per il gioco d’azzardo, la mancata esposizione della tabella sui giochi proibiti e il danneggiamento delle cose sottoposte a sequestro il titolare dell’esercizio è stato deferito alla Procura della Repubblica etnea.

La Guardia di Finanza nei prossimi giorni continuerà in tutta la provincia i servizi di controllo, mantenendo il già congruo numero di propri militari presenti sul territorio ed in mare.

ATTUALITÀ

Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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