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ATTUALITÀ

Emergenza Covid 19: rimandati o annullati molti esami diagnostici in ricovero ospedaliero.

MILANOL’attuale emergenza sanitaria ha imposto una serie di limitazioni anche nell’ambito degli esami diagnostici provocandone la cancellazione o la ricalendarizzazione.

Oggi, tuttavia, in Sicilia, nonostante le indicazioni della Società Scientifica ESGE (European Society of Gastrointestinal Endoscopy) ne raccomandino l’uso in regime ambulatoriale, le procedure di indagine del piccolo intestino mediante videocapsula endoscopica sono ancora realizzate in regime di ricovero ordinario prevedendo un’ospedalizzazione di due o più notti.

Degli oltre 600 pazienti che oggi potrebbero usufruire di questa tecnica diagnostica per lo screening legato a sanguinamenti gastrointestinali, morbo di Crohn, tumori dell’intestino tenue, polipi intestinali e celiachia refrattaria, solo 230 hanno potuto beneficiarne nell’ultimo anno, ma in regime di ricovero ordinario.

Un esame che potrebbe costare circa 1000 euro se eseguito in ambulatorio finisce per costarne oltre 2500 se eseguito in regime di ricovero. L’adozione del regime ambulatoriale comporterebbe, quindi, un risparmio sul SSR pari a circa 1500 euro paziente: tale stima deriva dall’attuale rimborso in Regione Sicilia della procedura in regime di ricovero ordinario meno la media delle tariffe ambulatoriali applicate nelle Regioni in cui la procedura è eseguile anche in setting ambulatoriale.

Un recente studio ha rivelato che, in alcune Regioni del nord Italia, dove la metodica è rimborsata in regime ambulatoriale, c’è stato un risparmio annuale di circa 1 milione e 700 mila euro.

“Dopo oltre 18 anni di pratica clinica, – dichiara il dottor Giuseppe Scarpulla, Specialista in Gastroenterologia e membro del Comitato Scientifico Nazionale della Videocapsula endoscopica –  è ampiamente dimostrato che l’esame tramite videocapsula endoscopica offra una diagnosi precisa e accurata. Tuttavia, nonostante l’inserimento nei LEA, questo esame in Sicilia ha incontrato svariate resistenze, forse per il timore di un utilizzo sconsiderato. Timore assolutamente infondato; nelle regioni in cui questa pratica è già utilizzata, infatti, si è riscontrato un risparmio notevole, che non è possibile ottenere in Sicilia, dove si opera ancora in regime di ricovero ordinario”.

Voglio fare un appello alle Istituzioni siciliane, in qualità di Presidente della SIED-Società Italiana Endoscopia Digestiva – sull’adozione della Videocapsula endoscopica in regima ambulatoriale nella nostra Regione, – ” afferma il Professor Socrate Pallio, Presidente SIED Sicilia- Socidtà Italiana Endoscopia Digestiva Regione Sicilia e Responsabile U.O.S.D. Endoscopia Digestiva presso A.O.U. Policlinico G. Martinodi Messina. “Siamo una delle poche Regioni che ancora non ha adottato una metodologia diagnostica dalla sicurezza ed efficacia ampiamente dimostrate anche in regime ambulatoriale. E’ necessario quindi sensibilizzare gli organi competenti e agire affinché questa procedura diventi sempre più accessibile”.

L’utilizzo di questo sistema diagnostico è esteso a tutto il tratto gastrointestinale: dalla diagnosi dei sanguinamenti dell’intestino tenue alla valutazione delle malattie croniche infiammatorie, allo screening del colon. Tuttavia in Italia, e in particolare in Sicilia, l’utilizzo della video-capsula  endoscopica  stenta a decollare risultando  ancora lontano dagli  standard  degli  altri  principali  paesi europei: in Francia, ad esempio, si stimano 25.000 casi all’anno, contro i circa 7.500 in Italia, a  quasi   20   anni   dall’introduzione  dell’enteroscopia con capsula per lo studio del piccolo intestino, avvenuta nel 2001.

E’ possibile, infatti, effettuare indagini dell’apparato digerente, in totale sicurezza limitando l’interazione tra operatore sanitario e paziente attraverso l’utilizzo di dispositivi all’avanguardia come PillCam, prodotta  da Given  Imaging,  società  di  proprietà  di Medtronic. Si tratta di una  capsula ingeribile dotata  di  una  o  due  telecamere  che  acquisiscono  immagini dell’intestino mentre lo percorrono, sfruttando la sua naturale peristalsi. L’indagine con Video-Capsula Endoscopica (VCE) rappresenta oggi una soluzione sicura, tecnologicamente avanzata e non invasiva (senza dolore, senza anestesia né mezzi di contrasto). Purtroppo non tutti i centri ne sono provvisti e in particolare in Sicilia il suo utilizzo è poco diffuso.

La principale motivazione della mancata adozione di questa procedura – a dispetto dei notevoli vantaggi da essa offerti – è dovuta alla disomogeneità regionale nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza  nei quali la video capsula è stata inserita. In  alcune  regioni  è  riconosciuta  e  tariffata  come  procedura  ambulatoriale,  in  altre richiede un ricovero ospedaliero.

L’emergenza sanitaria COVID-19 ha messo in evidenza la necessità di una rivisitazione dei regimi di erogazione delle prestazioni, incentivando la de-ospedalizzazione, la riduzione delle degenze ospedaliere e garantendo appropriatezza di cura, sicurezza e sostenibilità.


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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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