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ATTUALITÀ

Catania, omicidio Timonieri: fermate due persone (VIDEO)

CATANIA – Nell’ambito di ampie e complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi dell’evento, dalla Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia – i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziati di delitto nei confronti dei seguenti soggetti:
  1. Nizza Natale, nato a Catania il 12 novembre 1996;
  2. Privitera Salvatore Sam, nato a Catania il 23 maggio 1997.

Sottoposti ad indagini:

  • per per avere, in concorso tra loro e con Sanfilippo Michael Agatino e Sanfilippo Antonino Marco, cagionato la morte di Timonieri Vincenzo esplodendo al suo indirizzo tre colpi di pistola che lo attingevano alla nuca e al capo determinandone il decesso. Condotta materialmente eseguita da Sanfilippo Michael Agatino, che faceva fuoco, mentre Sanfilippo Antonino Marco conduceva l’autovettura con a bordo la vittima e l’esecutore materiale, e con il ruolo di mandanti e organizzatori dell’omicidio in capo a Nizza e a Privitera. Con l’aggravante di avere agito con premeditazione. Con l’aggravante di avere agito profittando di circostanze di tempo (ora notturna o comunque serale) e di luogo (in zona isolata, non illuminata, all’interno di autovettura in movimento che limita la possibilità di movimento e di fuga e colpendo la vittima alle spalle senza che la stessa si avvedesse di nulla), tali da ostacolare la privata difesa. Con l’aggravante per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività della associazione mafiosa denominata Cosa Nostra catanese, clan Santapaola, famiglia Nizza. In territorio di Catania, contrada Vaccarizzo il 12 febbraio 2021
  • perché, in concorso tra loro e con Sanfilippo Michael Agatino e Sanfilippo Antonino Marco, sottraevano il cadavere di Timonieri Vincenzo sotterrandolo. Condotta materialmente eseguita da Sanfilippo Michael Agatino e Sanfilippo Antonino Marco ma concordata con Nizza e Privitera. Con l’aggravante di avere agito al fine di conseguire l’impunità dal delitto di omicidio in danno di Timonieri. Con l’aggravante per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra catanese, clan Santapaola, famiglia Nizza. Con la recidiva nel quinquennio per Nizza. In territorio di Catania, contrada Vaccarizzo il 12 febbraio 2021

Le indagini hanno consentito di ricostruire gli accadimenti e di definire le responsabilità personali in ordine al gravissimo caso di “lupara bianca”, avvenuto a Catania in data 12 febbraio 2021, in pregiudizio di Vincenzo Timonieri, 25enne ritenuto contiguo al gruppo mafioso Nizza della famiglia di Cosa Nostra “Santapaola Ercolano”, del quale i familiari avevano denunciato la scomparsa nei giorni successivi.

Le prime risultanze investigative avevano consentito di inquadrare l’evento nell’ambito di possibili conflittualità interne al citato sodalizio criminale, nonostante i tentativi degli indagati di simulare la propria vicinanza alla famiglia della vittima, tentando di far ricadere le responsabilità in capo ad altre organizzazioni criminali in contrasto con il loro gruppo.

La serrata attività di indagine, che aveva portato anche a riscontrare il passaggio al gruppo “Nizza” dei fratelli Sanfilippo Michael Agatino (già detenuto dall’aprile 2020 a seguito del cruento scontro a fuoco verificatosi l’8 agosto 2020 tra le consorterie di tipo mafioso dei “Cursoti Milanesi” e dei “Cappello”) e Sanfilippo Antonino Marco, entrambi appartenenti ai “Cursoti Milanesi”, è proseguita senza soluzione di continuità giovandosi, tra l’altro, della collaborazione con la giustizia avviata dai predetti fratelli. Il contenuto delle dichiarazioni dei collaboratori è stato di fondamentale importanza, in quanto entrambi si sono assunti la responsabilità dell’esecuzione materiale dell’omicidio.

In un’indagine complessa e articolata come quella in esame, condotta mediante attività investigativa tradizionale e tecnica, le dichiarazioni dei collaboratori hanno consentito di ricostruire in maniera puntuale l’antefatto della vicenda e il ruolo dei due indagati, i quali, al fine di impadronirsi del canale di approvvigionamento di sostanze stupefacenti gestito autonomamente dalla vittima, hanno pianificato e organizzato l’omicidio di Timonieri Vincenzo, ordinandone l’esecuzione ai due Sanfilippo. Secondo quanto emerso dalle indagini, Timonieri era stato convinto, prima dell’agguato, a disfarsi dell’arma che di solito portava con sé per evitare possibili controlli delle Forze dell’Ordine; nei pressi dell’abitazione di Privitera, era stato quindi fatto salire su un’autovettura per recarsi a recuperare delle armi (sul mezzo vi erano i fratelli Sanfilippo e – solo per il tratto iniziale – anche Nizza Natale, successivamente disceso con un pretesto). Nel corso del tragitto, mentre il veicolo transitava sulla SS114 in direzione Vaccarizzo (CT), il Timonieri è stato ucciso mediante l’esplosione improvvisa di alcuni colpi di arma da fuoco alla nuca ed al capo.

In particolare, le dichiarazioni di Sanfilippo Michael Agatino hanno consentito di rinvenire il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, che era stato occultato insieme al fratello all’interno di una buca nel terreno ricoperta da materiale sabbioso in località Vaccarizzo (CT).

Fondamentali, inoltre, si sono rivelate le risultanze degli accertamenti medico-legali che hanno riscontrato la veridicità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia in merito alle modalità esecutive dell’omicidio.

Uno dei due destinatari del provvedimento, Privitera Salvatore Sam, è stato catturato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Venezia, mentre si trovava a bordo di una nave da crociera proveniente da Croazia e Grecia, in sosta presso il porto turistico della città lagunare, durante la prima tappa in territorio nazionale.

Inoltre, durante le perquisizioni operate nelle abitazioni di pertinenza di Nizza Natale, i militari hanno rinvenuto e sequestrato:

  • 1,3 chili di marijuana e 140 grammi di hashish, detenuti ai fini di spaccio dal catanese Mario Naceto di 29 anni, anch’egli affiliato al gruppo dei “Nizza”, nella circostanza arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio mentre tentava la fuga sui tetti dell’immobile di via Naumachia condiviso con il fermato;
  • 22 cartucce cal. 7,65, nonché la somma in contanti di oltre 29.000 euro detenuti dal Nizza, il quale aveva tentato di disfarsi del denaro lanciandolo dal balcone all’interno di un cortile in stato di abbandono in concomitanza con l’irruzione dei militari.

I Giudici per le Indagini preliminari presso i Tribunali di Catania e di Venezia, concordando con le risultanze investigative, hanno convalidato il fermo di indiziati di delitto e disposto la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti degli stessi, i quali, dopo le formalità di rito, saranno trattenuti presso le strutture penitenziarie dei citati capoluoghi.

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Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.

Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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