SANITÀ
Palermo, ospedale “G. Di Cristina”: l’Associazione Nazionale Medici Direzioni Ospedaliere incontra l’assessore Volo
Il 7 febbraio scorso, una delegazione dell’Associazione Nazionale Medici Direzione Ospedaliera della sezione Sicilia, guidata dal Presidente regionale, dottor Sebastiano De Maria, ha incontrato l’Assessore regionale alla Salute per discutere della rimozione della dottoressa Desiree Farinella dall’incarico di Responsabile dell’U.O.S.D. di Direzione Medica del P.O. Di Cristina di Palermo.
L’ A.N.M.D.O. Sicilia, nel ringraziare la Dott.ssa Volo per la disponibilità all’incontro, ha manifestato l’auspicio che la direzione strategica dell’ARNAS Civico di Palermo possa rivedere la decisione assunta stante l’inconsistenza dei presunti addebiti mossi a carico della dottoressa Farinella e l’assenza di responsabilità individuate nell’operato della collega durante le verifiche sia dai NAS che dagli ispettori della Regione
L’ A.N.M.D.O. ha fatto notare, al riguardo, come la Direzione Medica di Presidio del “Di Cristina” sia una struttura semplice a valenza dipartimentale inserita, insieme all’Unità complessa di Direzione Medica del Civico, in un Dipartimento dei Servizi che non ha competenze sullo svolgimento delle funzioni igienico-organizzative peculiari della Direzione di Presidio. Il declassamento di alcune Direzioni Mediche a strutture semplici e la limitatezza delle risorse assegnate, spesso costituite da medici non specialisti in igiene, riguarda trasversalmente tutta la Regione e limita la funzionalità delle unità operative di Direzione medica impegnate in sempre più crescenti e numerosi ambiti di competenza.
Alcuni esempi dell’attuale assetto organizzativo regionale danno il senso di come le Direzioni mediche debbano avere un altro ruolo al fine di poter espletare al meglio le proprie funzioni in maniera efficace ed efficiente: all’ASP di Palermo, a fronte di un DEA di I livello, tre Presidi Ospedalieri di Base, due Presidi Ospedalieri di zona disagiata e un Centro riabilitativo, collocati nell’intera Provincia, la rete ospedaliera ha previsto una sola struttura complessa di Direzione Medica di Presidio e un numero di dirigenti che non consente nemmeno l’organizzazione della pronta disponibilità. Stessa carenza si ripropone in quasi tutte le Direzioni mediche siciliane, le cui dotazioni organiche devono tenere conto della complessità organizzativa del Presidio ospedaliero e non soltanto del numero dei posti letto presenti nel Presidio.
Concludendo l’A.N.M.D.O. Sicilia ribadisce all’Assessore Volo, in virtù anche del suo lungo trascorso professionale sul campo da Medico di Direzione Sanitaria, la necessità della revisione del provvedimento di sospensione della collega Farinella, dichiarandoci disponibili a fornire qualsiasi contributo propositivo per valorizzare la figura dei Dirigenti Medici di Direzione Medica, nel fornire il nostro apporto su ogni aspetto organizzativo dell’assistenza ospedaliera in generale e in quella pediatrica in particolare, al fine di dare evidenza e consistenza a tutti gli ambiti di responsabilità propri della direzione medica evitando di essere individuati a prescindere come unici responsabili dei disservizi.
SANITÀ
Bollettino RespiVirNet: in Italia un milione e mezzo di persone a letto con l’influenza
Sono stati 373mila i casi di sindrome simil influenzale nell’ultima settimana, dal 4 al 10 novembre. Dall’inizio della sorveglianza, il 14 ottobre, i casi potrebbero avere gia’ raggiunto e superato ad oggi il milione e mezzo.
Fino al 10 novembre infatti se ne erano contati 1.365.000.
Emerge dal primo bollettino epidemiologico della sorveglianza RespiVirNet, pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità. Nella 45/ma settimana del 2024 l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in lieve aumento rispetto alla settimana precedente ed è pari a 6,3 casi per mille assistiti (era 5,2) sovrapponibile a quella osservata nella scorsa stagione (6,4 nella 45/ma settimana del 2023). Nei bambini sotto i 5 anni di età l’incidenza è pari a 13,8 casi per mille assistiti (11,0 nella settimana precedente).
In tutte le Regioni e province autonome il livello dell’incidenza è sotto o leggermente sopra la soglia basale. La P.A. di Bolzano, la Basilicata e la Calabria non hanno ancora attivato la sorveglianza RespiVirNet.
SANITÀ
Allarme Cnel: in Italia pochi medici generici rispetto a quelli in servizio negli altri Paesi Ue
In Italia la dotazione di medici di medicina generale è di 68,1 per 100.000 abitanti, rispetto al 72,8 della Germania, il 94,4 della Spagna e il 96,6 della Francia.
È quanto evidenzia il Cnel nella Relazione annuale sui servizi della PA, presentata lo scorso 14 ottobre. Anche la presenza di infermieri è particolarmente bassa in Italia rispetto al contesto europeo: 621,3 ogni 100.000 abitanti, a fronte di 633,9 in Spagna, 858,1 in Francia e 1.203,2 in Germania Negli ultimi 10 anni – scrive il Cnel in una sintesi – il numero di medici generici è diminuito di oltre 6 mila unità, scendendo al di sotto dei 40 mila nel 2022, dato previsto in ulteriore peggioramento nei prossimi anni per via dei pensionamenti.
Va considerato, infatti, che il 77% dei medici generici è over 54enne. La loro carenza riguarda soprattutto il Nord, con 59,9 per 100.000 abitanti, a fronte di 63,9 al Centro e 72 nel Mezzogiorno. Il numero di assistiti è quindi fortemente aumentato: da 1.156 nel 2012 a 1.301 nel 2022. La percentuale di medici di medicina generale con più di 1.500 assistiti (limite superiore fissato dalla normativa vigente) è passato dal 27,3% al 47,7%, con una forbice amplissima, tra il 71% della Lombardia e il 22,4% della Sicilia.
La relazione considera anche l’insieme del personale medico (generico e specialistico): in questo caso si arriva in Italia a 423,4 ogni 100.000 abitanti, collocando il nostro Paese al quattordicesimo posto nell’Unione europea. Il dato generale indica che la dotazione di medici risulta più elevata rispetto alla Francia (318,3), ma ancora una volta più bassa rispetto a Germania (453) e Spagna (448,7). La presenza risulta maggiore al Centro (477,5) e più bassa nel Nord-Ovest (398,1).
SANITÀ
Studio sui giovani: se isolati si sentono in pericolo e l’uso dello smartphone non li aiuta
Gli adolescenti vanno in allarme quando stanno qualche ora da soli e l’interazione online non sembra migliorare la cosa. Lo rivela uno studio pubblicato sul Royal Society Open Science e condotto presso l’Università di Cambridge.
Nell’esperimento 40 giovani tra i 16 e i 19 anni sono stati sottoposti a test prima e dopo alcune ore di isolamento, sia con e sia senza i loro smartphone.
In molti paesi è stata dichiarata un’epidemia di solitudine, per questo i ricercatori hanno voluto ‘indurre’ la solitudine negli adolescenti per studiarne gli effetti attraverso una serie di test.
Gli scienziati hanno scoperto che periodi di isolamento, inclusi quelli in cui i partecipanti potevano usare i telefoni, portavano a una maggiore risposta di allerta come se i giovani percepissero la presenza di un pericolo. Gli autori dello studio suggeriscono che l’isolamento e la solitudine possano causare uno stato mentale di eccessiva “vigilanza”, insomma possono metterci in allerta come se vi fosse una minaccia imminente, e che questo stato non è prevenuto nemmeno in presenza di connessioni virtuali, con potenziali effetti negativi sulla salute mentale degli adolescenti nel tempo.
Secondo i ricercatori, l’isolamento sociale potrebbe contribuire all’aumento dei disturbi d’ansia tra i giovani, caratterizzati da risposte di paura persistenti e amplificate.
Precedenti studi sugli animali avevano mostrato che l’isolamento provoca comportamenti ansiosi e risposte alla minaccia, ma si pensa che questo sia il primo studio a dimostrare effetti simili in esperimenti con esseri umani.
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