CRONACA
Mazzarrone: denunciato 42enne accusato di violazione delle prescrizioni inerenti il DASPO
I Carabinieri della Stazione di Mazzarrone hanno denunciato un 42enne di Licata (AG), ritenuto responsabile di violazione delle prescrizioni inerenti al divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive (DASPO).
Al riguardo i militari della Stazione, incaricati della tutela dell’ordine pubblico presso il locale stadio comunale, in occasione di un incontro di calcio di prima categoria in campo neutro, tra le due squadre, erano impegnati a presidiare tutta la struttura sportiva, al fine di evitare eventuali disordini.
Durante lo svolgimento della competizione calcistica, però, i militari hanno visto due uomini nella tribuna spettatori del campo, luogo in cui non potevano stare, visto che la stessa risultava essere ancora inagibile poiché i lavori di ristrutturazione non erano ancora stati ultimati.
I due soggetti, pertanto, sono stati raggiunti dai Carabinieri che, naturalmente li hanno identificati, scoprendo che si trattava dei rispettivi allenatori delle due squadre concorrenti, un 42enne di Licata e un 54enne di Ispica.
Approfonditi quindi gli accertamenti sul conto dei due, però, i militari dell’Arma hanno scoperto che il più giovane dei due risultava essere destinatario di un DASPO, emesso dalla Questura di Enna nello scorso mese di dicembre della durata di un anno, con il quale gli veniva preclusa la possibilità di assistere o partecipare a manifestazioni sportive.
In particolare, il provvedimento trae origine dal comportamento rissoso del licatese che, nell’enfasi agonistica di una competizione sportiva disputata a Barrafranca (EN) dalla squadra da lui allenata, era andato in escandescenza minacciando ed insultando due giocatori avversari e, addirittura, prendendone uno a schiaffi.
I militari della Stazione, pertanto, oltre a deferire il 42enne all’Autorità Giudiziaria, l’ha inoltre segnalato alla Questura di Enna per l’eventuale aggravamento del provvedimento.
CRONACA
“Ti amo da morire”: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere
CATANIA – “Ti amo da morire. Confronto sulla lotta contro il femminicidio e la violenza di genere”, questo il tema della serata evento che si terrà lunedì, 25 novembre. L’incontro sarà aperto dalla forte testimonianza dell’imprenditrice Gabriela Scibilia, che ospiterà l’evento, seguirà l’impegno delle istituzioni scolastiche, rappresentate dall’Istituto Marconi-Magano e dall’Eris, rispettivamente Maria Catena Trovato e da Antonio Oliveri; il sostegno dei club service, come il Rotary, con Cinzia Torrisi, assistente del governatore, e del volontariato come l’associazione Aurea Caritate, rappresentata da Anthea Di Benedetto.
E ancora: professioniste impegnate sul fronte della difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti: la garante al Comune di Pedara, Katya Germanà, e Letizia Ferrante, psicoterapeuta presso Olos Centro studi; e il presidente della I Municipalità, Francesco Bassini. Testimonianza di Vera Squatrito, che da anni opera affinchè il sacrificio della figlia Giordana non sia stato inutile e proprio a lei è dedicato l’abito simbolo, Ti amo da morire, realizzato dalla stilista Rosa Platania, con l’assistenza di Flavio Massimo Nisi, indossato da Giuliana Petrizzo, accompagnata da Eros Piazza. Conclusioni e regia della serata evento a cura di Liliana Nigro, docente dell’Accademia di belle arti di Catania. Modera l’incontro il giornalista Daniele Lo Porto. L’evento del 25 novembre, al Casale dell’Arte, via Plaja, 200, dalle 20, dopo una ampia tavola rotonda, sarà conclusa con la proiezione di un corto realizzato dal filmmaker Piero Sabatino, con la sfilata di abiti della stilista Pina Nannuli Scaminaci, con la performance degli studenti dell’Istituto Marconi-Mangano, diretti da Salvo Valentino e Pietro Coccuzza, esperti del laboratorio teatrale, e dalla sfilata degli allievi dell’Accademia di Belle arti di Catania, diretti dalla professoressa Liliana Nigro.
CRONACA
Caltanissetta, anziano trovato morto in casa: proseguono le indagini. Domani l’autopsia
Una ferita alla nuca di Ignazio Polizzi, l’uomo di 77 anni trovato morto ieri nella sua abitazione in via Lunetta a Caltanissetta, non convince gli investigatori che stanno tentando di fare luce su un decesso dai contorni poco chiari.
Così come non convincono le dichiarazioni del fratello, poco più giovane di lui che al momento dell’accaduto si trovava in casa e avrebbe fornito risposte contrastanti.
Un contesto umile quello in cui vivevano i due fratelli che condividevano l’appartamento con un’altra sorella, allettata e in stato di coma vegetativo, e una zia molto anziana. La vittima viene descritta dai vicini come una persona molto gentile che aiutava anche una famiglia di immigrati quando aveva problemi con le riserve idriche o in caso di altre necessità quotidiane. Il fratello invece, sempre secondo quanto raccontato dai vicini, si limitava solo a salutare. Intanto la Squadra Mobile di Caltanissetta sta continuando ad interrogare familiari e vicini di casa. Tutti si starebbero mostrando abbastanza collaborativi. La salma di Ignazio Polizzi si trova all’obitorio dell’ospedale Sant’Elia e nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia.
CRONACA
Siracusa: ritrovato in una cella un pacco contenente droga e 22 cellulari. Il Sippe lancia l’allarme
Ben 22 telefoni cellulari, quasi un chilo di hashish e 2,5 grammi di cocaina, erano stati nascosti in un pacco postale destinato a un detenuto rinchiuso nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa.
Lo rende noto il Sippe, sindacato di polizia penitenziaria.
Gli agenti dopo la scoperta hanno effettuato una perquisizione nelle celle trovando altri 14 telefonini. “Chiediamo immediati interventi – dice il dirigente nazionale del Sippe, Nello Bongiovanni – perché la carenza del personale è diventata oramai cronica e pericolosa per la sicurezza degli istituti penitenziari. Il Sippe da tempo chiede provvedimenti seri ed una riforma totale della polizia penitenziaria”.
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