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SANITÀ

Catania, ospedale “Garibaldi Centro”: impiantato un dispositivo per gravi scompensi cardiaci

Un innovativo dispositivo per la gestione dello scompenso cardiaco, in grado di ridurre il numero di recidive di acuzie e di repentini peggioramenti riducendo di fatto inutili accessi al pronto soccorso o condizioni di ricovero, è stato impiantato nella sala ibrida dell’ospedale Garibaldi-Centro di Catania.

Il delicato e innovativo intervento, seppur ampiamente utilizzato negli Stati Uniti, in Germania e in Spagna, non è ancora di larga diffusione in Italia, essendo stato adottato solo da pochissimi centri.

Il dispositivo, grazie alle dimensioni contenute, viene impiantato con una procedura mininvasiva, veloce e condotta in anestesia locale mediante puntura della vena femorale che permette di raggiungere attraverso guide e cateteri l’arteria polmonare dove il device viene rilasciato in un piccolo ramo terminale, precedentemente individuato, e si aggancia stabilmente con funzione di micro-rilevatore della pressione polmonare.

Il sistema, di notevole utilità nei pazienti con grave scompenso cardiaco o in attesa di trapianto cardiaco con un monitoraggio continuo, attualmente viene preso in considerazione come la migliore strategia per la gestione dello scompenso cardiaco.

L’equipe medica, che eseguito intervento di posizionamento del CardioMems, dotato di sistema wireless, è costituita da: Giuseppe Calvagna, cardiologo interventista e da Giorgio Giulietti e Marco Pizzarelli, medici radiologi interventisti con l’assistenza dell’anestesista Angelo Salice.

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SANITÀ

Covid-19, quasi 12.900 casi in 7 giorni in Italia: registrato un calo pari al 15%

Dopo l’ondata estiva, diminuiscono i nuovi casi di Covid-19 in Italia.

Nella settimana dal 29 agosto al 4 settembre sono stati 12.877, ovvero oltre il 15% in meno rispetto ai 15.221 della settimana precedente. In calo sono anche i decessi settimanali, che sono stati 75, rispetto ai 135 del 22-28 agosto. Complessivamente l’impatto sugli ospedali “rimane stabile e limitato”. Questo il quadro che emerge dall’ultimo aggiornamento settimanale sui casi di Covid-19, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute.

Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.395 contagi settimanali rispetto ai 2.562 della settimana prima, seguita da Campania (1.666), Veneto (1.635), Lazio (1.506) e Puglia (1.187). Sempre la Lombardia è la regione in cui è stato registrato il numero maggiore di decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, ovvero 31, più che dimezzati rispetto ai 66 della settimana precedente. Sono in diminuzione anche i tamponi: dal 29 agosto al 4 settembre ne sono stati eseguiti 89.228 rispetto ai 94.171 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 14,4% a fronte del 16,2%.

Dal monitoraggio aggiornato al 4 settembre emerge anche che l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,4% (2.137 ricoverati), stabile rispetto alla settimana precedente. Così come è stabile l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,8% (69 ricoverati).

L’indice di trasmissibilità (Rt) è pari a 0,84 e sostanzialmente stabile. L’incidenza di casi diagnosticati dal 29 agosto al 4 settembre è pari a 22 casi per 100.000 abitanti, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. La più elevata è stata riportata nella regione Veneto (34 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (2,5 casi per 100.000 abitanti). Quanto alle varianti virali in circolazione, JN.1, con tutti i suoi sotto-lignaggi (incluso KP.3.1.1), “si conferma essere predominante, in accordo con quanto osservato in altri Paesi”.

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SANITÀ

Sanità, Report Deloitte: in aumento la rinuncia alle cure per ragioni prettamente economiche

Ridurre le liste di attesa, facilitare l’accesso alle cure e fare leva sull’innovazione tecnologica per migliorare l’organizzazione del SSN.

Sono le priorità che emergono dalla quarta edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte. Nel 2023 il 29% del campione – in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3%) – ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a delle cure negli ultimi 12 mesi. I motivi economici pesano sempre di più (69%) e colpisce tutte le fasce di reddito, con effetto maggiore su quelle economicamente più deboli. Tra coloro che dichiarano di aver dovuto rinunciarci, 4 su 10 lamentano liste d’attesa eccessivamente lunghe. Il ruolo del SSN resta comunque centrale ed è la prima opzione per le attività di prevenzione (49%).

“La fotografia che emerge dalla ricerca restituisce l’immagine di un Paese, che secondo gli italiani necessita di potenziare alcuni aspetti ritenuti critici – spiega Guido Borsani, Partner di Deloitte Italia e Government & Public Services Industry Leader – e valorizzare l’innovazione dell’ecosistema sanitario, attraverso un uso consapevole di strumenti digitali”. Rispetto al periodo pre-pandemia (2019), si conferma una diminuzione degli accessi verso i medici di medicina generale (dal 64% al 50%), oltre una contrazione della domanda di indagini strumentali e cure odontoiatriche. Al contrario, le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e le attività di prevenzione risultano le prestazioni più fruite.

In particolare, sul lato della prevenzione primaria e secondaria aumenta il ricorso a vaccinazioni (+40%), campagne di screening oncologico (+23%) e check-up completi (+24%). Riguardo le prestazioni specialistiche, ne usufruisce il 72% dei rispondenti con reddito alto, rispetto al 68% nella fascia di reddito più basso. Il divario aumenta nella attività di prevenzione, con un 60% vs 39%. In tema di prestazioni sanitarie online, cresce la quota di adulti italiani che dichiara di aver prenotato sul web (54%), così come la percentuale di chi ha ricevuto un referto tramite canali digitali (58%) e di chi ha utilizzato piattaforme per informarsi o scegliere un professionista a cui rivolgersi (38%).

Resta stabile invece il numero di persone che condivide referti digitalmente (45%). “Il report mostra un sistema in profonda trasformazione, in cui si sta configurando un nuovo equilibrio tra i servizi coperti dal SSN, ruolo del comparto privato in alcuni ambiti come la specialistica ambulatoriale e un annunciato sviluppo del mercato assicurativo che, tuttavia, stenta ad imporsi alla luce dell’elevata spesa out of pocket che ancora caratterizza il nostro Paese”, conclude Davide Lipodio, Health & Human Services Sector Leader di Deloitte Italia.

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POLITICA

Sanità, Volo: “Decadenza per direttori sanitari e amministrativi senza raggiungimento obiettivi”

Nei contratti di lavoro dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale sarà applicata la decadenza automatica dall’incarico in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati, con particolare riferimento all’abbattimento delle liste d’attesa, così come previsto già per i direttori generali. È quanto riporta la nota inviata oggi dall’assessore alla Salute, Giovanna Volo, ai manager delle aziende sanitarie e degli altri enti del servizio sanitario regionale su input del presidente della Regione, Renato Schifani.


«Stabiliamo cosi – afferma l’assessore Volo – una forma di corresponsabilità nella direzione generale, sanitaria e amministrativa, nel perseguire e raggiungere gli obiettivi generali, di salute e di funzionamento dei servizi. I direttori generali, in sede di stipula del contratto individuale, dovranno assegnare al direttore amministrativo e a quello sanitario gli stessi obiettivi previsti nel loro contratto di lavoro». 

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