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CRONACA

Randazzo: identificati due minorenni che giravano con coltello e passamontagna tra i negozi del centro

L’intensificazione dei servizi preventivi per un ancora più efficace controllo del territorio, come disposto dal piano di coordinamento del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, ha consentito ai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Randazzo di denunciare un minore quattordicenne per porto di armi od oggetti atti ad offendere.
La pattuglia del Nucleo Operativo intorno alle 16.00, infatti, mentre stava svolgendo un servizio di controllo nel centro cittadino randazzese, ha “adocchiato” due giovanissimi, poi entrambi risultati essere quattordicenni, che, a bordo di una bici elettrica, si aggiravano tra gli esercizi commerciali della zona con un fare che ha insospettito i Carabinieri i quali, pertanto, li hanno fermati per una rapida verifica.

Nell’immediatezza i due ragazzi non hanno saputo fornire motivazione alle sollecitazioni dei Carabinieri in merito al loro strano comportamento, ancor più quando i militari hanno controllato il vano portaoggetti della bici, trovandovi all’interno un coltello a serramanico di 16 centimetri, alcuni utensili atti allo scasso e, soprattutto, un passamontagna con i fori per gli occhi e la bocca creati artigianalmente. A complicare ancor più la situazione per uno dei due giovani, che già si era assunto la responsabilità della presenza di quanto rinvenuto dai Carabinieri, è stato il ritrovamento nelle sue tasche di una dose termosaldata di marijuana, tanto che anche l’altro ragazzo, prima ancora che i militari facessero altrettanto con lui, nella speranza di alleviare la propria posizione, ha spontaneamente fornito loro un’altra dose della stessa sostanza stupefacente che, alla stessa maniera, custodiva in tasca.

I due 14enni, quali “assuntori”, sono stati altresì segnalati alla Prefettura di Catania.

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CRONACA

Geyser a Palagonia: in corso le operazioni di chiusura del flusso d’acqua inquinata e gas

Sono in corso le operazioni di chiusura del flusso d’acqua inquinata e gas che, dallo scorso 19 aprile, sono emesse per un’eruzione spontanea dal pozzo profondo circa 240 metri, denominato San Sebastiano in contrada Palio Vanghella, nel Comune di Palagonia, in provincia di Catania.

Lo rende noto il Dipartimento della Protezione civile (Drpc) della Regione Siciliana.

Tenuto conto che la colonna d’acqua aveva raggiunto un’altezza di circa 30 metri e in considerazione dei gravi e imprevedibili risvolti del fenomeno per l’ambiente, viste anche le caratteristiche del pozzo, il Drpc Sicilia con il commissario delegato al superamento dellïemergenza, si è attivato coinvolgendo aziende e tecnici specializzate nel settore petrolifero e minerario, al fine di valutare congiuntamente i possibili interventi per la messa in sicurezza del pozzo.

I lavori di messa in sicurezza sono stati avviati a fine luglio scorso, dopo la dichiarazione di stato di crisi e di emergenza, formalizzata con la deliberazione della Giunta della Regione Siciliana del 17 giugno 2024 e aggiudicati alla Bonassisa drilling company, che opera nel settore oil&gas.

L’intervento previsto è articolato in più fasi operative. E’ stata delimitata l’area e lïallestimento logistico del cantiere, e vengono costantemente monitorati con specifica strumentazione i valori dei gas presenti con particolare riferimento ai valori di Co2 e delle altre specie gassose presenti (idrocarburi aromatici, composti solforati) al fine di consentire lo svolgimento delle operazioni in condizioni di massima sicurezza.

In questi giorni è stato collocato un “assembly” in corrispondenza della testa pozzo, un sistema costituito da apposite valvole e tubi, al fine di deviare il flusso di acqua e consentire agli operatori di lavorare in prossimità del pozzo.

Al fine di stabilizzare l’intera struttura è stata realizzata una piattaforma in calcestruzzo armato.

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CRONACA

Aereo per Palermo rimane senza equipaggio: disagi per per 176 passeggeri bloccati in aeroporto Cagliari

Hanno passato la notte in aeroporto a Cagliari i 176 passeggeri del volo Ryanair FR1009 delle 23.35 per Palermo, cancellato verso le 3 dopo essere stato posticipato alle 2,30.

“Prima ci hanno detto che c’era un problema di maltempo – racconta uno dei passeggeri con famiglia e figli minori al seguito – poi una volta che ci hanno fatti uscire dal gate ed eravamo pronti a salire sull’aereo in pista abbiamo scoperto che non c’erano i piloti e gli assistenti di volo perché, pare, avessero finito il turno che prevede un massimo di tot ore di volo.

Praticamente in pista c’era un aereo senza equipaggio e nessuno aveva previsto il rimpiazzo”.

Così i 176 passeggeri hanno iniziato la loro odissea nello scalo di Cagliari-Elmas assistiti dal personale della Sogaredyn che ha fornito loro brandine e acqua. Alcune famiglie con persone fragili hanno anche accettato di passare la notte in un albergo. Altri hanno deciso di aspettare il primo volo disponibile verso Bologna e poi da lì raggiungere Palermo. Altri ancora stanno attendendo nello scalo per valutare se acquistare un nuovo volo e partire nei prossimi giorni trattenendosi in Sardegna: sul sito Ryanair la prima disponibilità è per lunedì 9 con prezzi che partono da oltre 270 euro a persona.

Nel frattempo i passeggeri si sono organizzati in una chat e probabilmente si rivolgeranno a un legale per ottenere i rimborsi: “Siamo stati abbandonati dalla compagnia. Solo il personale dello scalo ci ha fornito assistenza – concludono i passeggeri – abbiamo raccolto i contatti di quasi tutti i presenti e ora decideremo come procedere e se presentare anche un esposto”.

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CRONACA

Mafia dei Nebrodi: 65 condanne in appello e 6 assoluzioni per le truffe a UE e AGEA

E’ stata emessa ieri sera nell’aula bunker del carcere messinese di Gazzi la sentenza del maxiprocesso d’appello sulla mafia dei pascoli nei Nebrodi.

L’inchiesta, scaturita anche dalle denunce dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, riguarda i clan tortoriciani dei Batanesi e dei Bontempo Scavo che per decenni avrebbero organizzato truffe agricole all’Unione Europea e all’Agea drenando milioni di euro di fondi pubblici.

Sono complessivamente 65 le condanne, secondo quanto ricostruisce oggi la Gazzetta del Sud, con una sola conferma integrale della decisione di primo grado per Gino Calcò Labruzzo; per gli altri 64 imputati numerose riduzioni di pena, anche molto alte; 18 assoluzioni totali e 6 prescrizioni totali oltre a una lunga lista di assoluzioni e prescrizioni parziali.

Nei confronti di altri 6 imputati è stato rigettato l’appello del pm, quindi vengono confermate le assoluzioni del primo grado.

I giudici d’appello hanno inoltre ribadito, come era successo in primo grado, l’accusa di associazione per delinquere semplice nei confronti dei presunti esponenti del gruppo Faranda-Crascì ritenuto dalla Dda vicino ai Bontempo Scavo.

Mentre per il gruppo dei Batanesi è stata confermata sostanzialmente la strutturazione mafiosa.

La pena più alta è stata inflitta a Sebastiano Bontempo (20 anni e 6 mesi), a Salvatore Aurelio Faranda è stata ridotta da 30 a 20 anni.

Per l’ex sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo condanna ridotta da 6 anni e 2 mesi a 3 anni e un mese, per una serie di prescrizioni, ma nei suoi confronti è stato parzialmente accolto l’appello del pm per altri due capi d’imputazione contestati.

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