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SANITÀ

Sanità in Sicilia: presentate le relazioni ispettive sull’ ospedale di Patti e sul reparto di cardiochirurgia pediatrica del “Civico”

Le scelte del medico di guardia in servizio al Pronto soccorso di Patti (Messina) sono all’origine dell’episodio che ha visto protagonista, qualche giorno fa, un paziente al quale era stata provvisoriamente immobilizzata una gamba fratturata con del cartone imbottito di cotone.

Una responsabilità individuale, quindi, alla quale si aggiunge la mancata segnalazione sulla necessità di richiedere i dispositivi medici monouso per l’immobilizzazione degli arti. Sono queste le conclusioni dell’ispezione svolta dalla commissione incaricata dall’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, lo scorso 2 agosto, su indicazione del presidente della Regione Renato Schifani. Le risultanze sono state illustrate questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede dell’assessorato, a Palermo.

Erano presenti, oltre all’assessore, anche il dirigente del dipartimento della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, il dirigente del Dasoe, Salvatore Requirez, il direttore generale dell’Asp di Messina, Giuseppe Cuccì, e il direttore generale dell’Arnas Civico di Palermo, Walter Messina.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti è stata presentata la conclusione dell’indagine conoscitiva interna della direzione generale dell’ospedale Civico di Palermo sul reparto di cardiochirurgia pediatrica del Di Cristina. Su un quotidiano locale, nei giorni scorsi, i genitori di un piccolo paziente, deceduto quattro mesi fa nel corso della degenza, avevano denunciato presunti disservizi assistenziali. L’audit ha evidenziato “l’inesistenza di lacune nel trattamento erogato dagli operatori sanitari, il cui comportamento denota una indiscutibile professionalità nella tenuta dei rapporti, adeguati e rispettosi, sia nei confronti del paziente che dei genitori”.

«Ci tengo a esprimere prima di tutto – ha affermato l’assessore Volo – la mia vicinanza personale ai protagonisti di questi due episodi, che seppur dei casi isolati meritavano comunque un attento approfondimento. Nel caso di Patti abbiamo appurato che si è trattato di una responsabilità di singoli operatori e che, quindi, non esiste una criticità legata al rifornimento di presidi medico sanitari per le emergenze-urgenze. Era doveroso accertare le cause di eventi che hanno suscitato, comprensibilmente, clamore mediatico non soltanto nell’Isola. Abbiamo voluto fare chiarezza in tempi brevi per tranquillizzare i siciliani sul livello e l’efficienza del sistema sanitario regionale.

Manterremo, comunque, alta l’attenzione». «Vi è grande collaborazione tra il dipartimento e le direzioni aziendali dell’Asp di Messina e del Civico con l’obiettivo – ha aggiunto Iacolino – di concordare le azioni di miglioramento necessarie a rafforzare l’assistenza sanitaria, specialmente negli ospedali di frontiera. Tuttavia, occorre salvaguardare e tutelare l’immagine e il decoro tanto del Sistema sanitario pubblico complessivamente inteso, quanto dei professionisti che, a vario titolo, sono quotidianamente impegnati nello svolgimento della funzione assistenziale a garanzia della salute della comunità siciliana.

L’incontro serve a ristabilire la verità dei fatti e il ruolo centrale del Sistema sanitario regionale pubblico». «Le linee guida sono chiare – ha concluso Requirez – vanno applicate però ai casi concreti, in modo da lasciare poco spazio alle interpretazioni personali. Nel caso specifico di Patti, l’ispezione regionale ha accertato che i dispositivi monouso erano presenti nella struttura ospedaliera, e che quindi la paventata carenza non c’era, e che la scelta assistenziale adottata non era la più idonea al caso».

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SANITÀ

Covid-19, quasi 12.900 casi in 7 giorni in Italia: registrato un calo pari al 15%

Dopo l’ondata estiva, diminuiscono i nuovi casi di Covid-19 in Italia.

Nella settimana dal 29 agosto al 4 settembre sono stati 12.877, ovvero oltre il 15% in meno rispetto ai 15.221 della settimana precedente. In calo sono anche i decessi settimanali, che sono stati 75, rispetto ai 135 del 22-28 agosto. Complessivamente l’impatto sugli ospedali “rimane stabile e limitato”. Questo il quadro che emerge dall’ultimo aggiornamento settimanale sui casi di Covid-19, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute.

Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.395 contagi settimanali rispetto ai 2.562 della settimana prima, seguita da Campania (1.666), Veneto (1.635), Lazio (1.506) e Puglia (1.187). Sempre la Lombardia è la regione in cui è stato registrato il numero maggiore di decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, ovvero 31, più che dimezzati rispetto ai 66 della settimana precedente. Sono in diminuzione anche i tamponi: dal 29 agosto al 4 settembre ne sono stati eseguiti 89.228 rispetto ai 94.171 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 14,4% a fronte del 16,2%.

Dal monitoraggio aggiornato al 4 settembre emerge anche che l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,4% (2.137 ricoverati), stabile rispetto alla settimana precedente. Così come è stabile l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,8% (69 ricoverati).

L’indice di trasmissibilità (Rt) è pari a 0,84 e sostanzialmente stabile. L’incidenza di casi diagnosticati dal 29 agosto al 4 settembre è pari a 22 casi per 100.000 abitanti, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. La più elevata è stata riportata nella regione Veneto (34 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (2,5 casi per 100.000 abitanti). Quanto alle varianti virali in circolazione, JN.1, con tutti i suoi sotto-lignaggi (incluso KP.3.1.1), “si conferma essere predominante, in accordo con quanto osservato in altri Paesi”.

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SANITÀ

Sanità, Report Deloitte: in aumento la rinuncia alle cure per ragioni prettamente economiche

Ridurre le liste di attesa, facilitare l’accesso alle cure e fare leva sull’innovazione tecnologica per migliorare l’organizzazione del SSN.

Sono le priorità che emergono dalla quarta edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte. Nel 2023 il 29% del campione – in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3%) – ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a delle cure negli ultimi 12 mesi. I motivi economici pesano sempre di più (69%) e colpisce tutte le fasce di reddito, con effetto maggiore su quelle economicamente più deboli. Tra coloro che dichiarano di aver dovuto rinunciarci, 4 su 10 lamentano liste d’attesa eccessivamente lunghe. Il ruolo del SSN resta comunque centrale ed è la prima opzione per le attività di prevenzione (49%).

“La fotografia che emerge dalla ricerca restituisce l’immagine di un Paese, che secondo gli italiani necessita di potenziare alcuni aspetti ritenuti critici – spiega Guido Borsani, Partner di Deloitte Italia e Government & Public Services Industry Leader – e valorizzare l’innovazione dell’ecosistema sanitario, attraverso un uso consapevole di strumenti digitali”. Rispetto al periodo pre-pandemia (2019), si conferma una diminuzione degli accessi verso i medici di medicina generale (dal 64% al 50%), oltre una contrazione della domanda di indagini strumentali e cure odontoiatriche. Al contrario, le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e le attività di prevenzione risultano le prestazioni più fruite.

In particolare, sul lato della prevenzione primaria e secondaria aumenta il ricorso a vaccinazioni (+40%), campagne di screening oncologico (+23%) e check-up completi (+24%). Riguardo le prestazioni specialistiche, ne usufruisce il 72% dei rispondenti con reddito alto, rispetto al 68% nella fascia di reddito più basso. Il divario aumenta nella attività di prevenzione, con un 60% vs 39%. In tema di prestazioni sanitarie online, cresce la quota di adulti italiani che dichiara di aver prenotato sul web (54%), così come la percentuale di chi ha ricevuto un referto tramite canali digitali (58%) e di chi ha utilizzato piattaforme per informarsi o scegliere un professionista a cui rivolgersi (38%).

Resta stabile invece il numero di persone che condivide referti digitalmente (45%). “Il report mostra un sistema in profonda trasformazione, in cui si sta configurando un nuovo equilibrio tra i servizi coperti dal SSN, ruolo del comparto privato in alcuni ambiti come la specialistica ambulatoriale e un annunciato sviluppo del mercato assicurativo che, tuttavia, stenta ad imporsi alla luce dell’elevata spesa out of pocket che ancora caratterizza il nostro Paese”, conclude Davide Lipodio, Health & Human Services Sector Leader di Deloitte Italia.

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POLITICA

Sanità, Volo: “Decadenza per direttori sanitari e amministrativi senza raggiungimento obiettivi”

Nei contratti di lavoro dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale sarà applicata la decadenza automatica dall’incarico in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati, con particolare riferimento all’abbattimento delle liste d’attesa, così come previsto già per i direttori generali. È quanto riporta la nota inviata oggi dall’assessore alla Salute, Giovanna Volo, ai manager delle aziende sanitarie e degli altri enti del servizio sanitario regionale su input del presidente della Regione, Renato Schifani.


«Stabiliamo cosi – afferma l’assessore Volo – una forma di corresponsabilità nella direzione generale, sanitaria e amministrativa, nel perseguire e raggiungere gli obiettivi generali, di salute e di funzionamento dei servizi. I direttori generali, in sede di stipula del contratto individuale, dovranno assegnare al direttore amministrativo e a quello sanitario gli stessi obiettivi previsti nel loro contratto di lavoro». 

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