AMBIENTE
Palermo, pesca nei pressi degli scarichi fognari: volontari documentano per 3 mesi le attività dei pescatori
Ventisei giorni di indagini compresi tra i mesi di marzo e giugno, resi possibili grazie alle segnalazioni dei cittadini di Palermo hanno permesso al gruppo Adorno, volontari specializzati in antibracconaggio, di svelare un fenomeno diffuso nei circa tre chilometri di costa compresi tra la foce del fiume Oreto e la discarica nei pressi di via Diaz.
Reti, galleggianti, sub e veri e propri barchini attrezzati per la pesca nei pressi degli scarichi fognari.
Un “trucco” noto da tempo che viene utilizzato dai pescatori in genere non professionisti, che sfruttano l’attrattiva del materiale organico apportato dagli scarichi e in grado di attirare il pesce. Un prelievo che di certo non rappresenta il quantitativo di pesce ogni giorno smerciato a Palermo, ma che non può non destare preoccupazione, considerato che in alcuni casi si tratta della stesa di centinaia di metri di rete. In base alla normativa vigente le reti da posta possono essere utilizzate esclusivamente da barche munite di apposita licenza di pesca e dotate di sigla identificativa che ne consente il riconoscimento, dice Adorno. Un pericolo sia per il continuo rastrellamento del mare attuato impunemente sottocosta che per la salute dell’uomo.
I volontari hanno documentato con una vera e propria rassegna fotografica la calata delle reti in due punti in particolare: la foce del fiume Oreto avvilita dagli scarichi e la fogna innanzi via Diaz. Le aree di scarico sono facilmente visibili dalle foto satellitari e altresì riconoscibili di presenza per la diversa coloritura dell’acqua dovuta alla salinità del mare che circoscrive quella a minore densità che si espande dalle fogne.
Innanzi la foce dell’Oreto, invece, la rete sbarra lo scarico delle acque luride. La barca, in questo caso, lascia in acqua non meno di cento metri di rete su entrambi i lati della foce.
Altrettanto diffusa è la pesca dei subacquei, pratica di per sé non vietata, se non esercitata per fini commerciali, ma non di certo nelle aree portuali come nel caso di Sant’Erasmo. “La cosa più incredibile – commentano i volontari – è che per tutto il periodo di monitoraggio non si sia visto alcun tipo di intervento repressivo, sia in mare che in terra. Eppure non è difficile osservare quanto succede, visto che in alcuni casi, come ci hanno sottolineato alcuni cittadini di Palermo, basta affacciarsi dal Foro Italico. Dove va finire – si chiedono i volontari – il pesce pescato nei pressi degli scarichi fognari della Costa Sud?”.
Il Gruppo Adorno ha predisposto una segnalazione per la Capitaneria di Porto di Palermo, affinché vengono disposti gli opportuni controlli da parte della Guardia Costiera e verificati i punti di smercio, se ve ne sono, del pescato.
AMBIENTE
Festa dell’albero: la Regione Siciliana dona 5300 alberelli di ulivo alle scuole delle varie province
Anche quest’anno la Regione Siciliana, per la Giornata nazionale degli alberi, organizza il prossimo 21 novembre la Festa dell’albero, un evento pensato per valorizzare il patrimonio boschivo e naturalistico regionale e avvicinare le giovani generazioni all’ambiente. L’iniziativa è promossa dall’assessorato dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea che, per l’occasione, donerà 5300 alberelli di olivo, simbolo per eccellenza della pace e dell’identità siciliana, alle scuole (infanzia, primarie e secondarie di primo grado).
In particolare, il 21 novembre alle 10.30, l’assessore all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, incontrerà gli studenti delle nove classi delle scuole primarie e dell’infanzia dell’ICS Guastella-Landolina di Misilmeri, in provincia di Palermo: sarà piantumato un albero di olivo di dieci anni e verranno consegnati agli alunni alcuni vasetti con delle pigne che potranno poi essere piantate per dare vita a nuovi alberi.
AMBIENTE
Gibellina, no ai mega impianti rinnovabili: appello per tutelare l’Ambiente e salvare il territorio
Un appello per fermare la realizzazione di un gigantesco impianto fotovoltaico industriale, grande quanto 100 campi di calcio, e l’insediamento di nuovi parchi eolici nella zona di Gibellina è stato lanciato dai promotori di Art. 9
Tra i firmatari figurano gli ex assessori regionali ai Beni Culturali Fabio Granata e Alberto Samonà, l’ex soprintendente di Agrigento Michele Benfari, l’operatrice culturale Fulvia Toscano, il docente universitario ed ex assessore regionale Turismo Daniele Tranchida. “Intendiamo batterci – si legge nell’appello – per una causa giusta e nobile: salvare dall’arroganza dei fondi finanziari e della grande industria gli abitanti delle campagne, delle colline, delle montagne e dei luoghi dell’anima di Gibellina e del suo “paesaggio culturale e ambientale”, minacciato gravemente dal progetto. Questa area della Sicilia, rigenerata dalla visionaria ricostruzione condotta da Ludovico Corrao in nome dell’arte e della Bellezza, rappresenta un intreccio di Patrimonio materiale e immateriale dove natura e cultura, bellezza e civiltà contadina sono inscindibili da secoli”.
I promotori dell’iniziativa denunciano “progetti di industrializzazione uniforme e forzata di tutto il territorio, senza che tutto questo porti un minimo di beneficio per Gibellina con un grave vulnus del nostro patrimonio materiale e immateriale solo per il profitto di imprese che portano la ricchezza altrove”.
“Nella sola provincia di Trapani – sottolinea Art. 9 – ci sono già più di 1000 torri eoliche alte 200 metri e distese di “parchi solari” estesi per centinaia di ettari a sostituire le produzioni agricole, senza alcuna pianificazione”. I promotori dell’appello chiedono infine di essere ascoltati “soprattutto dal Ministero dell’Agricoltura e dalla Regione Siciliana per far sì che gli impianti energetici da fonti rinnovabili possano essere insediati solo ed esclusivamente nelle previste, ma non ancora individuate Aree Idonee definite dalle Regioni; che le richieste di autorizzazione in aree diverse da quelle idonee siano dichiarate irricevibili; che siano abrogate le norme che consentono gli espropri in capo a progetti eolici, fotovoltaici e relative opere accessorie; che i pareri negativi delle Soprintendenze siano rispettati e abbiano la forza legale di fermare lo scempio in aree tutelate dai piani paesaggistici”.
AMBIENTE
Rifiuti in Sicilia, Palazzo d’Orleans: nuovo Piano di gestione conforme alle direttive UE
In merito alle recenti polemiche sull’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti urbani, Palazzo d’Orléans sottolinea che il documento è conforme alle direttive Ue e alle leggi nazionali, con l’obiettivo di ridurre il conferimento in discarica e promuovere il riciclaggio e il recupero energetico. I due termovalorizzatori previsti non sono destinati solo allo smaltimento, bensì alla valorizzazione energetica dei rifiuti residui, in linea con le normative europee. Verranno realizzati a Palermo e Catania, in aree industriali, e i progetti saranno sottoposti, come di norma, a una rigorosa procedura di valutazione d’impatto ambientale, garantendo la salubrità pubblica.
Questo sistema consentirà di minimizzare l’uso delle discariche, ormai sature e con l’impossibilità “ecologica” di individuare nuovi siti, in linea con gli obiettivi europei che impongono di ridurre al di sotto del 10% i rifiuti destinati in discarica.
Il Piano, inoltre, prevede un sistema integrato di impianti per massimizzare il riciclaggio e ridurre drasticamente i costi per i cittadini, grazie alla chiusura del ciclo dei rifiuti e all’eliminazione dei trasferimenti fuori regione. Tutte le osservazioni sono state analizzate durante la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas), che ha portato a un’approvazione con condizioni.
In conclusione, l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti rappresenta un passo fondamentale verso una gestione più sostenibile e moderna, che non solo risponde alle direttive europee, ma offre anche soluzioni concrete per migliorare il ciclo dei rifiuti in Sicilia, riducendo i costi e l’impatto ambientale.
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