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ECONOMIA

Studio Skuola.Net: oltre 700 euro a studente per l’acquisto di libri, trasporti e abbigliamento

E’ di oltre 700 euro a studente la spesa che si stanno accollando le famiglie per il ritorno a scuola dei figli tra libri di testo, corredo, abbigliamento e accessori vari.

E per chi dovrà iniziare la scuola secondaria l’esborso ha raggiunto vette ancora più alte alte: per il primo superiore la spesa sfiora gli 800.

Questo è quanto risulta all’osservatorio del portale specializzato Skuola.net, cui hanno preso parte oltre 1.200 alunni delle classi medie e superiori alla vigilia del ritorno in classe.

La voce di bilancio più onerosa è quella dei testi per le varie materie.

Oltre 2 studenti 3 avranno così nello zaino soprattutto, se non tutti, volumi nuovi. In particolare, chi acquisterà solo libri nuovi sfiora il 50% del campione, con un aumento rispetto all’anno precedente di quasi il 50%. Non manca comunque chi si rivolgerà all’usato: il 30%.

Questo si traduce in un “conto” medio, per i soli libri, di 290 euro. La fetta più consistente del campione (29%) stima che alla fine si andrà a spendere tra i 200 e i 300 euro. Ma, ovviamente, per gli studenti dei primi il quadro cambia; specialmente per chi frequenterà un liceo c’è da mettere in preventivo l’intera lista proposta dalla scuola e almeno un paio di dizionari.

Facendo lievitare la spesa attorno ai 350 euro di media, con circa un terzo (31%) che però non pensa di cavarsela con meno di 400 euro.

Altro elemento per la ripresa delle attività didattiche è il corredo scolastico (zaini, astucci, eventuali divise, ecc.) e, ancora di più, il materiale di consumo (penne, matite, quaderni, penne, ecc.). E, infatti, anche qui l’esborso previsto è notevole: 161 euro di media, solo per iniziare. Una somma che le famiglie hanno tentato di contenere il più possibile: il 34% si è orientato soprattutto verso prodotti economici, appena il 15% si è concentrato sulla “marca”, gli altri (51%) hanno cercato il giusto equilibrio tra qualità e prezzo. Mentre il 31% ha evitato di rinnovare il corredo scolastico, mettendo nel carrello solo i prodotti soggetti a consumo, usura o esaurimento.

Ai primi posti degli oggetti più acquistati ci sono: il materiale per il disegno (il 28% lo ha rinnovato), l’abbigliamento per fare educazione fisica (22%) e l’accoppiata zaino-astuccio (18% in entrambi i casi). A seguire, il 17% si è dotato di una nuova calcolatrice, il 10% ha comprato un computer o un tablet.

Un discorso a parte merita il diario: il ministero dell’Istruzione ha fortemente raccomandato – alle scuole medie – di ripristinare l’abitudine di far appuntare compiti e comunicazioni, oltre che sul registro elettronico, anche sul supporto cartaceo. Ciò ha ridato linfa vitale a uno strumento che ultimamente sembrava sempre meno usato. Non a caso, tra chi frequenterà la secondaria inferiore, oltre il 90% si doterà di un diario tradizionale, con il diario di istituto che cresce sempre di più: il 37% attende l’agenda fornita dalla propria scuola. I ragazzi ipoi sembrano avere un’attenzione maggiore per il look: l’87%, per non sfigurare al cospetto dei nuovi vicini di banco, ha rinnovato il guardaroba per la scuola (il 47% lo ha cambiato per intero, il 40% lo ha solo rinfrescato un pò).

E non è finita qui. Perché molti genitori devono aggiungere pure le spese di trasporto. Oltre 4 studenti su 10 – un dato che cresce al salire del livello scolastico – per coprire il tragitto casa-scuola (e viceversa) prenderanno i mezzi pubblici.

Solo una minoranza (6%) farà affidamento sugli esoneri legati al reddito famigliare o a particolari condizioni socio-economiche.

Gli altri dovranno fare un abbonamento, che per fortuna in molti comuni è a tariffe agevolate.
   

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ECONOMIA

Almaviva, Tamajo e Albano: «Chieste al Mimit proroga cassa integrazione e ricollocazione lavoratori»

«Anche in sede nazionale ho ribadito l’urgenza di risolvere la crisi Almaviva, una vertenza che ha bisogno di una risposta tempestiva da parte di tutte le istituzioni e su cui il governo Schifani è impegnato costantemente. La Regione Siciliana ha già adottato misure per supportare una parte dei lavoratori, ma ho chiesto la proroga della cassa integrazione in deroga e un impegno concreto del Ministero delle Imprese e del made in Italy per riqualificare e ricollocare l’intero bacino occupazionale. L’incontro di oggi è stato fondamentale per condividere con le altre Regioni strategie efficaci per il rafforzamento delle strutture regionali e una gestione più rapida ed efficiente delle crisi aziendali». Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, in occasione dell’incontro del “parlamentino” del Mimit, con gli assessori e i dirigenti generali delle Regioni italiane, focalizzato sulla gestione delle crisi d’impresa e sul rafforzamento delle strutture regionali per un migliore coordinamento con la missione ministeriale.

Presente all’incontro anche l’assessore regionale al Lavoro, Nuccia Albano. «Con l’approssimarsi della fine della cassa integrazione guadagni straordinaria per i lavoratori Almaviva – afferma l’assessore Albano – è stata rappresentata al ministro Urso la necessità di interventi urgenti, passaggio obbligato verso un’auspicata risoluzione della vertenza. Questa vicenda, così come quelle alle quali recentemente abbiamo trovato una soluzione, impone alla Regione l’adozione di una strategia unitaria che consenta in maniera tempestiva, ordinata e condivisa tra più soggetti, di poter affrontare le eventuali crisi, in raccordo con il ministero del Lavoro e il Mimit».

Gli operatori del call center sono in cassa integrazione a zero ore dallo scorso primo gennaio e gli ammortizzatori sociali scadranno il prossimo 31 dicembre.

L’assessore Tamajo, accompagnato dal dirigente generale del dipartimento Attività produttive Carmelo Frittitta, ha sottolineato i risultati significativi raggiunti dal ministro Adolfo Urso, come nel caso della crisi di impresa di Termini Imerese, che dopo tredici anni di cassa integrazione ha trovato una soluzione positiva.

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ECONOMIA

Confcommercio Sicilia: presentate in Commissione ARS le proprie proposte per lo sviluppo del terziario di mercato nell’Isola

Audizione di Confcommercio Sicilia in commissione Bilancio all’Ars in vista della definizione del Ddl bilancio. E’ stato il presidente regionale Gianluca Manenti a illustrare ai deputati commissari, presente l’assessore alle Attività produttive, Alessandro Dagnino, quali sono le linee guida su cui, dal punto di vista del corpo intermedio, che in Sicilia raggruppa le imprese del terziario di mercato, occorrerebbe puntare.

“Nonostante alcuni segnali di ripresa, con un incremento nel settore dei servizi e un miglioramento occupazionale – ha spiegato il presidente Manenti alla commissione – la Sicilia resta frenata da consumi stagnanti e da un potere d’acquisto fragile. In risposta, Confcommercio Sicilia propone un piano articolato, che integra sostegni immediati e soluzioni innovative per stimolare una crescita sostenibile e inclusiva. Un elemento chiave di innovazione è l’istituzione dei Distretti del commercio, concepiti come hub collaborativi tra enti pubblici, imprese, associazioni di categoria e cittadini. Altra proposta innovativa è il concetto di Sense of Italy e Sense of Sicily, che estende il tradizionale Made in Italy per promuovere non solo i prodotti, ma anche il patrimonio culturale e identitario specifico della Sicilia”. E, ancora, in ambito fiscale e tecnologico, Confcommercio Sicilia ha proposto agevolazioni per le imprese che investono in digitalizzazione e sostenibilità, inclusi contributi a fondo perduto per l’adozione di tecnologie innovative e per il miglioramento dell’efficienza energetica. “Infine – ancora Manenti – abbiamo proposto la creazione di alleanze locali attraverso il partenariato pubblico-privato, come i Patti di collaborazione e progetti di placemaking nei quartieri. Questi strumenti innovativi puntano alla co-creazione di politiche e progetti che rispondano ai bisogni locali, trasformando le città in “laboratori del cambiamento”, dove le imprese possono svolgere un ruolo attivo nella rigenerazione urbana. Abbiamo cercato in sintesi, di proporre una visione innovativa e multifattoriale, che punta non solo a risolvere le criticità attuali, ma a costruire un modello di sviluppo sostenibile e resiliente, radicato nelle peculiarità del territorio e orientato al futuro”.

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ECONOMIA

Approvato Rendiconto 2023, Schifani: «Ripianato disavanzo per 3,1 miliardi, un risultato storico»

Via libera del governo regionale al Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2023. Il documento contabile, presentato in conferenza stampa a Palazzo d’Orléans dal presidente della Regione, Renato Schifani, dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e dal ragioniere generale Ignazio Tozzo, certifica una riduzione delle passività per oltre 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 435 milioni previsti, superando così di gran lunga quanto inserito nel bilancio di previsione.

Il documento finanziario fotografa anche una crescita degli investimenti del 44%, con più di 2,6 miliardi di euro erogati. Numeri più che positivi dovuti, in particolare, alle maggiori entrate, pari a 1,7 miliardi, registrate in Sicilia grazie alla crescita economica, all’aumento del cofinanziamento statale sulla spesa sanitaria (200 milioni in più nel 2022 e 300 milioni nel 2023), e ai risparmi di circa 1,2 miliardi dovuti al contenimento della spesa delle società partecipate e degli enti controllati, ai risparmi sulle locazioni passive, sul funzionamento degli uffici, sulle spese per l’energia elettrica per circa 200 milioni, e alla rinegoziazione di 2,1 miliardi di mutui del Mef con Cassa depositi e prestiti.

«Si tratta di un record senza precedenti – commenta il presidente della Regione, Renato Schifani – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto».

«Con un disavanzo finale di 897 milioni di euro – aggiunge l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino – siamo ormai vicini alla realizzazione di un ulteriore obiettivo estremamente ambizioso: passare dal deficit al surplus. Si apre un nuovo capitolo nella storia della Regione che consentirà la realizzazione di forti investimenti per lo sviluppo della nostra terra. Ringrazio gli uffici del mio assessorato per avere lavorato alacremente e in particolare i due dirigenti generali, Ignazio Tozzo e Silvio Cuffaro, che hanno permesso la realizzazione dei risultati che oggi vengono sanciti nel documento finanziario. Continueremo su questo percorso per rendere stabile e migliorare ulteriormente il risultato, coniugando rigore e sviluppo, e siamo fiduciosi che il risultato raggiunto potrà contribuire alla più celere definizione del contenzioso con la Corte dei conti, che costituisce una priorità del governo».

Il Rendiconto generale sancisce anche un forte incremento della liquidità, con il fondo cassa che raddoppia in due anni da 4 miliardi a un totale di quasi 8 miliardi di euro. Alla riduzione del disavanzo hanno contribuito sia le maggiori entrate, derivanti dall’aumento del Pil oltre le stime, sia le politiche di bilancio di contenimento della spesa e di amministrazione delle passività. Il disavanzo da ripianare è stato pertanto ridotto da 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. Dopo l’approvazione in giunta avvenuta oggi, il Rendiconto generale sarà trasmesso adesso alla Corte dei conti per ottenere la parificazione.

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