CRONACA
Catania: sanzioni per 11 parcheggiatori abusivi e 5 persone denunciate per violazione del DACUR
Una serie di controlli a tappeto della Polizia di Stato nelle vie e nelle piazze della città per contrastare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi.
L’ennesimo giro di vite disposto dal Questore di Catania ha portato all’individuazione di ben 11 soggetti, beccati dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico mentre stazionavano nei pressi di automobili in sosta.
La maggior parte degli uomini identificati dai poliziotti sono stati colti in flagranza, immedesimati a compiere gesti e manovre inequivocabilmente rivolte agli automobilisti.
Nel corso dell’ultima settimana, gli agenti, a bordo di equipaggi moto montati ed automontati, hanno intensificato i controlli, sia diurni che serali, in diversi punti della città per assicurare il rispetto delle norme, la sicurezza, la serenità degli automobilisti e dei clienti delle attività commerciali.
Un parcheggiatore abusivo di 21 anni è stato denunciato per violazione del Foglio di via emesso dal Questore, nello scorso settembre, con il divieto di fare ritorno a Catania per un periodo di quattro anni. Il 21enne è stato trovato nei pressi di corso Sicilia e, alla vista degli agenti, ha tentato di dileguarsi, ma è stato fermato e identificato. Accertata la violazione delle prescrizioni imposte dal provvedimento del Questore, l’uomo è stato denunciato.
In un altro caso, un uomo di 32 anni, originario di Paternò, è stato beccato a svolgere abusivamente l’attività di parcheggiatore a distanza di soli due giorni, nello stesso punto, in piazza Borsellino. Per lui sono scattate le sanzioni previste dal Codice della Strada.
Il pattugliamento dinamico della Polizia di Stato ha consentito di individuare e sanzionare altri cinque parcheggiatori, tutti pregiudicati, tre catanesi di 29, 32 e 41 anni, un 36enne di Belpasso e un 54enne originario di Ramacca.
Per gli altri quattro parcheggiatori identificati dai poliziotti della Questura, oltre alle sanzioni amministrative, sono scattate le denunce, in stato di libertà, per le violazioni delle prescrizioni del Dacur che dispone il divieto di frequentare e stazionare nelle vie e nelle piazze dove sono stati sorpresi a svolgere l’attività illecita di posteggiatore. In particolare, sono stati sorpresi tra via Dusmet e piazza Borsellino; si tratta di catanesi, pregiudicati, rispettivamente di 24, 52, 32 e 73 anni, i quali sono stati denunciati per aver violato il provvedimento emesso dal Questore.
CRONACA
Caltanissetta, anziano trovato morto in casa: proseguono le indagini. Domani l’autopsia
Una ferita alla nuca di Ignazio Polizzi, l’uomo di 77 anni trovato morto ieri nella sua abitazione in via Lunetta a Caltanissetta, non convince gli investigatori che stanno tentando di fare luce su un decesso dai contorni poco chiari.
Così come non convincono le dichiarazioni del fratello, poco più giovane di lui che al momento dell’accaduto si trovava in casa e avrebbe fornito risposte contrastanti.
Un contesto umile quello in cui vivevano i due fratelli che condividevano l’appartamento con un’altra sorella, allettata e in stato di coma vegetativo, e una zia molto anziana. La vittima viene descritta dai vicini come una persona molto gentile che aiutava anche una famiglia di immigrati quando aveva problemi con le riserve idriche o in caso di altre necessità quotidiane. Il fratello invece, sempre secondo quanto raccontato dai vicini, si limitava solo a salutare. Intanto la Squadra Mobile di Caltanissetta sta continuando ad interrogare familiari e vicini di casa. Tutti si starebbero mostrando abbastanza collaborativi. La salma di Ignazio Polizzi si trova all’obitorio dell’ospedale Sant’Elia e nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia.
CRONACA
Siracusa: ritrovato in una cella un pacco contenente droga e 22 cellulari. Il Sippe lancia l’allarme
Ben 22 telefoni cellulari, quasi un chilo di hashish e 2,5 grammi di cocaina, erano stati nascosti in un pacco postale destinato a un detenuto rinchiuso nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa.
Lo rende noto il Sippe, sindacato di polizia penitenziaria.
Gli agenti dopo la scoperta hanno effettuato una perquisizione nelle celle trovando altri 14 telefonini. “Chiediamo immediati interventi – dice il dirigente nazionale del Sippe, Nello Bongiovanni – perché la carenza del personale è diventata oramai cronica e pericolosa per la sicurezza degli istituti penitenziari. Il Sippe da tempo chiede provvedimenti seri ed una riforma totale della polizia penitenziaria”.
CRONACA
Reggio Calabria, uccise il ladro entrato in casa: disposto il giudizio immediato per omicidio volontario
Inizierà il 27 dicembre, davanti alla Corte d’Assise di Reggio Calabria, il processo per Francesco Putortì, il macellaio di 48 anni accusato di aver ucciso Alfio Stancampiano, di 30 anni originario di Catania, che il 28 maggio era entrato all’interno della sua abitazione in contrada Oliveto di Rosario Valanidi, e di avere ferito Giovanni Bruno, di 46 anni anche lui catanese.
Come richiesto dal pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Nunzio De Salvo, nei confronti di Putortì, difeso dagli avvocati Giulia Dieni e Natale Polimeni, è stato disposto il giudizio immediato.
Dopo un periodo di detenzione in carcere, l’imputato è adesso sottoposto agli arresti domiciliari ed è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio.
Stando alle indagini della squadra mobile, Stancampiano e Bruno avrebbero tentato un furto nell’abitazione di Putortì, il quale, rientrando a casa, li ha sorpresi al piano superiore dello stabile.
A quel punto, il macellaio, secondo il suo racconto, ha preso un coltello e durante una colluttazione ha colpito i due ladri che poi sono fuggiti facendo cadere le pistole che avevano appena rubato e che erano legalmente detenute da Putortì. Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti, secondo i quali, invece, l’uomo avrebbe accoltellato i due alle spalle mentre scappavano.
Il primo accoltellato, Alfio Stancampiano, è stato abbandonato dai complici nei giardini dell’ospedale reggino “Morelli”, dove poi è morto, mentre il secondo, Giovanni Bruno, dopo aver traghettato per la Sicilia, è stato costretto perché ferito a recarsi all’ospedale di Messina. Non è escluso che quest’ultimo e i familiari del deceduto decidano di costituirsi parte civile nel processo a carico del macellaio reggino.
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