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CRONACA

Santa Teresa di Riva, insulti a sfondo razziale durante una partita di calcio: D.A.SPO. per un tifoso

Messina Catania

I fatti risalgono allo scorso 13 ottobre, durante l’incontro di calcio “A.S.D. Jonica F.C. – Città di Avola 2020 tenutosi presso il campo sportivo Bucalo di Santa Teresa di Riva e vedono protagonista un giocatore della squadra locale, bersaglio di ripetuti cori e insulti razzisti da parte della tifoseria ospite nel corso del secondo tempo. Il giocatore fatto oggetto di scherno in segno di protesta ha abbandonato il terreno di gioco, seguito, per solidarietà, dai compagni di squadra, con la conseguente sospensione anticipata dell’incontro da parte del direttore di gara.

Il grave episodio è stato debitamente valutato dalla Divisione Anticrimine della Questura di Messina all’esito della cui attività istruttoria, resa possibile dal contributo investigativo del Comando Stazione Carabinieri di Santa Teresa Riva, il Questore di Messina Annino Gargano, quale Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, ha emesso un provvedimento di D.A.Spo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) della durata di anni due nei confronti di uno dei tifosi individuati quali autori dell’aggressione verbale.

Il tifoso, già in passato segnalato per possesso di fumogeni in occasione di un altro match del Città di Avola, è stato altresì deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi razziali, etnici o religiosi.

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CRONACA

Acireale: arrestato 23enne ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia

Su disposizione della Locale Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, nei confronti di un uomo di 23 anni di Acireale, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia.

Le indagini, coordinate da quest’Ufficio ed eseguite dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Acireale, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti e in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento della difesa, elementi che dimostrerebbero la responsabilità dell’uomo per una serie di fatti allo stesso contestati.

Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di un’attività di indagine e di riscontro, eseguita secondo le norme e le direttive che regolano i reati da “codice rosso”, ed è scaturita da alcune denunce presentate presso il Commissariato di Acireale dalle vittime che hanno riferito dei comportamenti violenti e vessatori messi in atto dall’uomo all’interno del proprio nucleo familiare e in particolare nei confronti dei propri genitori e della sorella fino a indurre questi ultimi a rivolgersi alla Polizia di Stato.

Secondo quanto riferito dalle vittime, il 23enne avrebbe sottoposto, quotidianamente, i familiari ad aggressioni fisiche e verbali, mettendo le mani al collo della madre e colpendo il padre e la sorella con calci e pugni, al punto tale da indurre i genitori dell’uomo ad affittargli una casa in un altro Comune del catanese per tenerlo distante da loro per sfuggire alle continue sfuriate e aggressioni. Purtroppo, anche questo tentativo si sarebbe rivelato vano dal momento che il giovane avrebbe continuato nelle sue condotte aggressive, spesso conseguenti a richieste di denaro non soddisfatte.

Alla luce dei fatti e sulla scorta delle risultanze investigative, considerata anche la convergenza delle dichiarazioni dei testimoni, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Catania, ha disposto nei confronti dell’uomo la misura cautelare della custodia in carcere cui gli agenti del Commissariato di Acireale hanno proceduto a dare debita esecuzione, conducendo il 23enne presso la Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania.

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CRONACA

Trapani, sorpreso a spacciare in strada: giovane 18enne del luogo arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno arrestato un 18enne trapanese per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il ragazzo sarebbe stato notato dai militari, durante un servizio di perlustrazione, in atteggiamento sospetto mentre veniva avvicinato da diverse persone col quale si intratteneva solo pochi secondi. Fermato e sottoposto a perquisizione è stato trovato in possesso di 35 gr. di hashish suddivisa in 13 dosi e oltre 200 euro in contanti in banconote di piccolo taglio.

A seguito dell’udienza di convalida, non sono state adottate nei suoi confronti misure limitative della libertà personale.

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CRONACA

Lampedusa, rintracciati migranti su un peschereccio tunisino: condotti in carcere in stato di fermo tre scafisti

Tre presunti scafisti sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto dalla procura di Agrigento, per aver procurato, in concorso tra di loro, l’ingresso illegale in Italia di 24 tunisini, fra cui 3 minori e una donna.

I tre tunisini – fra cui un 44enne ritenuto il comandante, un 35enne membro dell’equipaggio e un 25enne – hanno trasportato su un peschereccio i migranti e giunti in prossimità delle acque italiane, hanno trasbordato il gruppo su un barchino di ferro al traino, che fino a quel momento era rimasto vuoto.

Subito dopo il trasbordo, il peschereccio ha invertito la rotta dirigendosi verso le coste tunisine.

L’assetto aereo dell’agenzia europea Frontex, denominato “Eagle 1”, ha avvistato, in acque internazionali, il peschereccio ed ha ripreso quanto era avvenuto.

Le motovedette di guardia costiera e guardia di finanza, dopo l’allerta, hanno soccorso i migranti e bloccato il peschereccio. L’attività di indagine condotta dallo Sco, dalla Sisco di Palermo dalla squadra mobile di Agrigento, dalla guardia di finanza e dalla guardia costiera di Lampedusa ha permesso di accertare l’assenza a bordo del peschereccio di elementi che comprovassero l’attività di pesca: niente pescato a bordo e reti completamente asciutte. I tre indagati sono stati portati nel carcere di Agrigento, in attesa dell’udienza di convalida.
   

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