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CRONACA

Acireale, rubano una borsa in un tabacchino: identificata e denunciata una coppia di borseggiatori

Nell’ambito dei servizi predisposti dal Comando Provinciale di Catania, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati, tra cui quelli particolarmente fastidiosi per la popolazione come scippi e furti, i Carabinieri della Stazione di Acireale hanno denunciato una coppia di catanesi, lui di 40 anni e lei di 29, per il reato di furto con destrezza, identificandoli come gli stessi individui già segnalati dai colleghi delle Stazioni di Catania Ognina e Belpasso.

In particolare, la vicenda trae origine dalla denuncia presentata da una coppia di coniugi, gestori di una tabaccheria di Corso Umberto. Questi, infatti, in caserma hanno raccontato, ai militari dell’Arma di Acireale, che un uomo e una donna si erano presentati nel loro negozio con l’apparente intenzione di riscuotere una vincita con un biglietto “gratta e vinci”.

Le due vittime, hanno infatti spiegato che la donna, di 29 anni, aveva iniziato a intrattenere entrambi i titolari con una conversazione, distraendoli abilmente per circa venti minuti.

Nel frattempo, l’uomo, di 40 anni, approfittato della situazione, si aggirava indisturbato all’interno della tabaccheria.

Quest’ultimo, avendo notato la borsa della moglie del titolare, incustodita su un bancone vicino, ne ha approfittato per afferrarla senza essere visto. Commesso il furto, quindi, la coppia è uscita dal negozio con la scusa di dover risolvere altre commissioni.

I due coniugi, lui 64enne e lei 66enne, si sono accorti soltanto dopo qualche ora di essere stati derubati, constatando l’ammanco della borsa al cui interno era contenuta la somma dell’intero incasso dell’attività commerciale di circa 2.000,00 euro, nonché una carta bancomat che era stata utilizzata dai malviventi per un prelievo di ulteriori 250,00 euro, effettuato a Catania presso un ATM di viale Ruggero di Lauria.

Ricevuta la denuncia e raccolti tutti gli elementi necessari, i Carabinieri di Acireale hanno pertanto, avviato le indagini, procedendo immediatamente ad effettuare ogni tipo di accertamento per identificare ed assicurare alla giustizia i due malviventi.

Come prima mossa, gli investigatori, hanno acquisito le immagini di videosorveglianza dell’ATM dove i due avevano effettuato il prelievo, esaminando attentamente i filmati per individuare particolari utili alla loro identificazione.

Oltre ai video, i militari dell’Arma hanno raccolto testimonianze e dichiarazioni dalle vittime e da tutte quelle persone che potevano fornire utili informazioni.

Le immagini e gli elementi raccolti, poi, sono state confrontate con quelle già in possesso dai reparti che avevano identificato i due ladri nei precedenti episodi. L’analisi di tutti i dati in loro possesso ha consentito di documentare la perfetta compatibilità degli episodi offrendo riscontri chiari e inconfutabili sulla loro responsabilità.

Questa attività investigativa, condotta con rapidità e precisione, è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione tra i reparti dell’Arma della provincia etnea, che ha permesso di confermare il coinvolgimento della coppia in altri furti simili.

In tale quadro, i Carabinieri raccomandano di comunicare eventuali analoghi episodi che, ancor più, potrebbero porre i due malviventi di fronte alle loro responsabilità..

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CRONACA

Catania, getta la droga nel water: arrestato pluripregiudicato e sequestrati 27mila euro

Ha escogitato un piano per sbarazzarsi della droga attraverso il water per poi recuperarla tramite un pozzo nero realizzato direttamente in casa. A scoprirlo, però, è stata la Polizia di Stato nell’ambito delle costanti attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di droga in città.

Ad architettare il sistema per tentare di eludere eventuali controlli è stato un pluripregiudicato catanese di 43 anni, beccato dagli agenti della Squadra Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania, durante un controllo del territorio, nel quartiere Picanello.

Nel corso della perlustrazione della zona, l’attenzione dei poliziotti è stata richiamata da uno strano andirivieni davanti all’abitazione del noto pregiudicato. Il sospetto che, proprio in quegli attimi, si stesse svolgendo un’attività delittuosa ha spinto gli agenti ad approfondire e a procedere subito ad un controllo.

Non appena hanno bussato al portone di casa, i poliziotti hanno sentito chiaramente il rumore dello scarico del water in azione e, non appena il proprietario, trafelato e bagnato, ha aperto la porta è stato avvertito un fortissimo odore di marijuana.

I poliziotti hanno seguito le tracce d’acqua sul pavimento, ancora particolarmente vivide, fino ad arrivare nella lavanderia dove, in un primo momento, è sembrato non celarsi nulla di particolarmente sospetto. Tuttavia, l’occhio attento dei poliziotti è ricaduto sul coperchio di una botola piazzata proprio al centro della stanza. Una volta sollevato, è stato possibile scoprire il pozzetto nero, congegnato proprio per disfarsi della droga in modo rapido nel caso di visite indesiderate delle forze dell’ordine. Infatti, una volta tirato lo sciacquone, la droga gettata nel water passava nel pozzetto dove l’uomo avrebbe potuto recuperarla, individuandola tra i liquami. Così è avvenuto pure durante il controllo dei poliziotti che, senza alcuna esitazione, con un retino, hanno pescato nel pozzo nero la sostanza stupefacente, in parte ancora in buste, mescolatasi, nel frattempo, con i liquami. Alla fine delle operazioni, i poliziotti hanno recuperato ben 450 grammi di marijuana e 15 grammi di cocaina. È presumibile che l’uomo avesse attivato il sistema da lui pensato per sfuggire ai controlli non appena ha visto gli agenti avvicinarsi alla sua abitazione grazie al complesso sistema di videosorveglianza di cui la casa era dotata e con il quale monitorava ciò che accadeva all’esterno.

La perquisizione è stata estesa all’intero appartamento e ha consentito di ritrovare un’ingente somma di denaro, pari a circa 27 mila euro, ritenuta palesemente provento dell’intenso traffico di droga, considerato che, oltre a non essere occupato in alcuna attività lavorativa, il 43enne ha un curriculum criminale con numerosi precedenti penali per spaccio ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Al termine dell’attività dei poliziotti delle Volanti, il pluripregiudicato è stato arrestato e, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.

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CRONACA

Pozzallo: eseguito un fermo di indiziato delitto nei confronti di una 59enne straniera accusata di rapina aggravata

Nel corso della serata di venerdì i militari della locale Stazione hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di una 59enne straniera, senza fissa dimora, poiché resasi responsabile del reato di rapina aggravata. La donna, nel corso del pomeriggio, si era recata presso un noto ristorante della città marinara per pranzare, fruendo così del relativo servizio. Dopo essersi ristorata, invece di recarsi alla cassa ed ottemperare al pagamento, si è allontanata con fare sospetto dal ristorante senza pagare. Motivo per cui, il personale del locale, accortosi dell’atteggiamento e delle intenzioni della donna, si è posto alla sua ricerca per le strade cittadine fino a raggiungerla. La straniera, invece che scusarsi e procedere al pagamento di quanto dovuto, ha ben pensato di estrarre dalla sua borsa un coltello e minacciare i presenti. Vista la situazione e senza assecondare la violenza della donna, i dipendenti del locale hanno assunto la saggia decisione di desistere dal proseguire nel loro tentativo di ottenere quanto richiesto, denunciando l’accaduto ai militari della locale Stazione.

Gli operanti si sono messi alla ricerca della donna e, grazie anche alla visione delle immagini dei vari sistemi di videosorveglianza, non hanno avuto dubbi in merito alle sue responsabilità. Infatti, notiziata la Procura della Repubblica di Ragusa, si è proceduto nell’immediatezza al fermo di indiziato di delitto, visti i gravi indizi di colpevolezza ed il fondato pericolo di fuga della donna, considerata anche la mancanza di una fissa dimora da parte della stessa. A seguito delle tradizionali formalità di rito, l’interessata è stata condotta presso la Casa Circondariale di Catania, misura resasi necessaria per limitare la sua indole, nettamente contraria al rispetto delle basilari norme sociali, e vista la sussistenza di un quadro indiziario grave in ordine al reato commesso. Anche in questo caso la sfrontatezza della protagonista della vicenda è stata contenuta grazie al tempestivo intervento dei militari, che hanno assecondato la giusta decisione delle vittime di questa rapina, ossia quella di rivolgersi alle forze dell’ordine.

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CRONACA

Palermo, picchiata e segregata in casa: arrestato 30enne di origini tunisine già noto alle Forze dell’Ordine

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Palermo ha disposto il decreto di giudizio immediato a carico di un 30enne, originario della Tunisia, già noto alle forze dell’ordine, in quanto tratto in arresto in seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica, per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

Le indagini sono state svolte dai Carabinieri della Compagnia Piazza Verdi, che hanno materialmente eseguito la misura cautelare.

A far luce sulla vicenda sono stati i militari della Stazione di Palermo – Oreto che hanno condotto l’indagine scaturita dalla denuncia, nel dicembre 2023, di una 29enne connazionale dell’indagato, che un pomeriggio, nei pressi di via Maqueda, durante una furiosa lite con quest’ultimo, era riuscita ad attirare l’attenzione di alcuni passanti urlando aiuto e ricevendo immediatamente soccorso dai Carabinieri. 

Quel momento si è rivelato decisivo per la sorte della donna e per l’avvio della delicata attività investigativa degli uomini dell’Arma che, sotto l’attenta direzione della Procura della repubblica e  attraverso il drammatico racconto della malcapitata, legata sentimentalmente al 30enne ed arrivata clandestinamente in Italia, incoraggiata dalla promessa di una vita migliore e dalle rassicurazioni dell’ex compagno, ha invece delineato ai militari i contorni oscuri di una vera propria “prigionia”.

La ragazza infatti sarebbe stata segregata in casa dall’uomo, suo presunto carceriere e, costretta a tagliarsi fuori dal mondo, senza alcuna di libertà di uscire di casa né tantomeno di avere contatti con altre persone, privata persino del suo cellulare.

Una prigionia che sarebbe stata segnata anche da violenze fisiche e psicologiche, da ripetuti abusi e minacce di morte, patite dalla donna tenuta in pugno dal suo aguzzino che, per farla tacere, l’avrebbe minacciata di rimpatriarla.

Ogni tentativo di fuga della vittima durante i due mesi di permanenza in Italia sarebbe stato vano, in quanto puntualmente ritrovata e riportata in casa dall’indagato, sino a quel giorno di dicembre dello scorso anno.

La scrupolosa attività tecnica dei Carabinieri, grazie anche all’ispezione dei luoghi indicati dalla denunciante, effettuata dal personale della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Palermo, ha consentito di delineare un grave quadro indiziario, sostanzialmente accolto nel provvedimento cautelare, dal quale emergerebbe l’atteggiamento ossessivo dell’uomo che, nonostante l’ex compagna fosse stata collocata in struttura protetta, avrebbe tentato di contattarla in varie occasioni, avvicinandola con la promessa di una relazione più felice qualora avesse rimesso la querela nei suoi confronti. Il rifiuto della vittima di assecondare le richieste dell’uomo avrebbe tuttavia scatenato l’ennesima reazione di ira ed aggressione fisica dell’indagato nei confronti della giovane donna.

L’uomo si trova attualmente ristretto presso la casa circondariale Lo Russo – Pagliarelli di Palermo.

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