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CRONACA

Catania, inchiesta della Polizia su nuovi vertici mafiosi e un omicidio commesso nel 2016: misura cautelare per 18 persone

La Polizia di Stato – Squadra Mobile della Questura di Catania e Commissariato di P.S. Adrano (che hanno agito sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato con l’invio di diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine a cui si sono aggiunte unità della locale Questura e delle sue articolazioni nonché di unità specializzate come Polizia Scientifica e il Reparto Mobile) dalle prime ore di oggi, su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania a carico dei seguenti 18 soggetti destinatari della custodia in carcere:

1.       BUA Antonio, inteso “asinello” (cl.1983);

2.       BULLA Antonino, inteso “u picciriddu” (cl.1983);

3.       BULLA Giuseppe, inteso “u biondo” (cl.1989);

4.       BULLA Vincenzo (cl.1994);

5.       CALVAGNO Cristian (cl.1988);

6.       COSTA Giuseppe David, inteso “pesciolino” (cl.1982);

7.       CRIMI Salvatore, inteso “Turi u cani” (cl.1986);

8.       FIORELLO Giuseppe (cl.1998);

9.       LANZA Alfio, inteso “Alfredo” (cl.1982);

10.   LAZZARO Pietro (cl.1977);

11.   LO CICERO Cristian (cl.1986);

12.   PALMIOTTI Daniel (cl.1985);

13.   PETRONIO Carmelo (cl.1973);

14.   QUACECI Alfio (cl.1994);

15.   ROSANO Nicolò, inteso “pipituni” (cl.1980);

16.   SANTANGELO Gianni, inteso “Giannetto” (cl.1983);

17.   SCARVAGLIERI Toni Ugo (cl.1973);

18.   VIAGGIO Giuseppe, inteso “u puffu” (cl.1983);

ritenuti gravemente indiziati, allo stato degli atti ed in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio con l’intervento delle difese, dei delitti di omicidio, associazione di tipo mafioso (clan Santangelo di Adrano e clan Mazzei intesi “carcagnusi” di Catania) e porto e detenzione illecita di armi da sparo aggravata dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.

Le indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Adrano, supportate da presidi tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a videoregistrazioni) hanno tratto origine dalle dichiarazioni rese nel dicembre 2019 dal collaboratore di giustizia LA ROSA Giovanni in ordine alla scomparsa (avvenuta ad Adrano il 16.6.2016) e successiva uccisione di CIADAMIDARO Nicola.

In sede di interrogatorio, il predetto collaboratore di giustizia riferiva che l’omicidio, tipico esempio di c.d. “lupara bianca”, era stato commesso, su ordine dei vertici del clan mafioso Santangelo, da SANTANGELO Gianni inteso “Giannetto”, ROSANO Nicolò inteso “pipituni”, BULLA Antonino inteso “u picciriddu” e CRIMI Salvatore inteso “Turi u cani” per vendicare il triplice omicidio di ROSANO Alfio (cl.1959), CRIMI Daniele (cl.1985) e FINOCCHIARO Alfio (cl.1965) avvenuto il 27.7.2006 in territorio di Bronte (CT).

Le attività investigative volte a riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, che venivano corroborate dalle dichiarazioni di ulteriori collaboratori di giustizia, consentivano di ritenere la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti di SANTANGELO Gianni, ROSANO Nicolò, BULLA Antonino, BULLA Vincenzo e CRIMI Salvatore quali esecutori materiali  dell’omicidio di CIADAMIDARO Nicola, commesso come detto per vendicare il triplice omicidio del luglio 2006, i cui colpevoli, poi arrestati dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. Adrano nell’ambito dell’operazione Meteorite dell’ottobre 2006, appartenevano al gruppo criminale adranita Liotta – Mazzone di cui avrebbe fatto parte anche la vittima CIADAMIDARO Nicola.

Da quanto ricostruito dalle indagini, la sera del 16.6.2016 CIADAMIDARO Nicola – che dopo la sua scarcerazione nell’ottobre 2014 si era allontanato per un periodo da Adrano per poi farvi ritorno – mentre si recava in palestra alla guida del suo scooter veniva fermato e sequestrato dagli uomini del clan Santangelo che lo caricavano a bordo di un furgone e lo portavano in una campagna isolata, dove, dopo averlo torturato, lo uccidevano decapitandolo.            

Durante le indagini è poi emerso come, nonostante numerose operazioni di Polizia abbiano inferto duri colpi al clan Santangelo, con l’arresto di decine di affiliati di rango apicale, la predetta organizzazione mafiosa mantenga inalterata la sua operatività nel territorio adranita.

In particolare, secondo l’impostazione accusatoria recepita dal Gip, dalle indagini emergeva ai vertici del clan Santangelo la figura di SCARVAGLIERI Toni Ugo, il quale, data la detenzione di tutti gli altri elementi di spicco del sodalizio, avrebbe assunto la guida della famiglia mafiosa, coordinando ed organizzando sul territorio le attività illecite degli affiliati, i cui proventi confluivano nella “cassa comune” dell’organizzazione, altresì destinata al mantenimento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie.

Sempre secondo l’impostazione accusatoria recepita dall’ordinanza custodiale, in seguito alla scarcerazione dei citati BULLA Antonino e CRIMI Salvatore, gli stessi, sebbene sottoposti alla detenzione domiciliare, avrebbero continuato ad avvalersi del ruolo di coordinamento di SCARVAGLIERI Toni Ugo e avrebbero ripreso il comando del clan Santangelo, impartendo ordini e direttive al resto degli affiliati e pianificando le strategie criminali dell’associazione mafiosa.

Il prosieguo delle indagini riguardava, altresì, il gruppo criminale capeggiato da LO CICERO Cristian, referente del clan mafioso catanese Mazzei intesi “carcagnusi”, il quale, inseritosi nelle dinamiche criminali adranite, sarebbe entrato in attrito con le due storiche famiglie mafiose Santangelo e Scalisi.

In tale contesto è stato possibile ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza anche in relazione al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. con riguardo ad alcuni esponenti del citato clan capeggiato dal LO CICERO.

Durante l’attività sono state sequestrate diverse armi in dotazione ai due sodalizi mafiosi, tra cui una mitraglietta vz.61 Skorpion calibro 7.65, una pistola semiautomatica Beretta 70 calibro 7.65 con matricola abrasa, un fucile automatico calibro 12 nonché caricatori e munizioni di svariato calibro.

Tali ipotesi accusatorie, allo stato avallate dal G.I.P., dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti

Nel complesso – per l’operazione di Polizia Giudiziaria odierna, convenzionalmente denominata “Meteora” – sono stati impiegati oltre un centinaio di operatori della Polizia di Stato.

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CRONACA

Siracusa: arrestato 20enne accusato di maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Siracusa, coadiuvati nella fase esecutiva dai Carabinieri della Compagnia di Ragusa, hanno arrestato un pregiudicato di 20 anni di origine rumena, per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e maltrattamenti verso la convivente 22enne, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Siracusa.

Le attività investigative condotte dai Carabinieri, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa, sono state avviate nel luglio 2023 a seguito della segnalazione fatta ai Carabinieri dalla sorella della vittima che sospettava che la giovane fosse oggetto di violenze e maltrattamenti da parte dell’allora compagno.

Grazie alla provvidenziale segnalazione della sorella e alla successiva coraggiosa denuncia della 22enne, è stato possibile aiutare la giovane a uscire dalla spirale di violenza nella quale si trovava e, attraverso attività tecnica di intercettazione ed escussioni testimoniali, i Carabinieri hanno ricostruito la vicenda accertando che l’uomo, con la scusa di ospitare la compagna in un garage a Siracusa, forte del tossico legame affettivo che si era istaurato, la costringeva a prostituirsi, spesso con la violenza fisica, vendendola ai clienti rintracciati anche con annunci online su siti d’incontri, accompagnando personalmente la ragazza agli appuntamenti e riscuotendo tutti i proventi dell’attività.

La vittima, oltre ad essere oggetto di violenze fisiche quali calci, pugni e schiaffi, era soggiogata psicologicamente dal compagno che, al fine di impedirle di mantenere i contatti con la propria famiglia, le aveva anche sottratto i documenti e il telefono cellulare.

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CRONACA

Catania, scoperto autonoleggio allacciato abusivamente alla rete elettrica: sanzioni per oltre 30mila euro

La Polizia di Stato ha effettuato un controllo straordinario del territorio nei quartieri di Picanello, Barriera, Fasano, Canalicchio e nella zona della Scogliera, tra piazza Tricolore e piazza Mancini Battaglia, per prevenire fenomeni di illegalità diffusa in città, come le violazioni al Codice della Strada, la presenza di persone moleste ai semafori cittadini e nelle aree di parcheggio, i reati contro il patrimonio, il rispetto delle prescrizioni imposte alle attività commerciali.

La complessa attività di controllo del territorio è stata coordinata dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza “Borgo-Ognina” ed è stata svolta unitamente alle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine e della Polizia Stradale, con il supporto anche di personale della Polizia Locale “Annona”.

L’attenzione degli agenti è stata, anzitutto, rivolta alle attività commerciali e, in particolare, sono stati controllati un autonoleggio, con annesso chiosco-bar, di via Passo Gravina e un minimarket di via Condorelli.

Nel primo caso, durante i controlli, i poliziotti hanno notato un cavo che, ben nascosto nel muretto esterno dell’autonoleggio e del chiosco, finiva dritto all’interno di una botola, generando non pochi sospetti tra gli agenti che, pertanto, hanno ritenuto opportuno approfondire.

Grazie agli accertamenti compiuti dai poliziotti di “Borgo-Ognina”, in sinergia con il personale tecnico dell’Enel, è stato aperto il tombino ed è stato scoperto l’allaccio abusivo di entrambe le attività commerciali alla rete elettrica. Sfruttando il passaggio sottoterra della rete pubblica proprio davanti all’ingresso delle due attività, è stato allacciato in modo abusivo l’intero impianto di illuminazione, con un indebito prelievo di energia elettrica. Per questa ragione, il titolare delle attività è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di furto di energia elettrica.

Peraltro, l’attività è risultata priva di Scia e per questo l’uomo è stato anche sanzionato amministrativamente.

Anche nel secondo controllo, nel minimarket di via Condorelli, è stata accertata la mancanza della necessaria documentazione per lo svolgimento dell’esercizio e, quindi, il titolare è stato sanzionato perché sprovvisto di Scia.

Entrambe le attività sono state sospese in quanto abusive.

Inoltre, grazie al pattugliamento fisso e dinamico delle zone interessate dal controllo straordinario, è stato possibile identificare complessivamente oltre 200 persone e controllare 120 veicoli, elevando ben 56 sanzioni al Codice della strada per infrazioni di vario genere, tra cui la guida senza casco, il parcheggio in divieto di sosta, la mancanza della copertura assicurativa per la responsabilità civile e la guida senza patente. In particolare, in piazza Mancini Battaglia sono state sanzionate 36 auto parcheggiate a ridosso della pista ciclabile e delle strisce pedonali, che costituivano un concreto intralcio ma anche un serio pericolo per ciclisti e per i pedoni in una zona particolarmente frequentata da sportivi e da famiglie.

La vasta operazione di controllo ha comportato la contestazione di sanzioni per complessivi 30 mila euro.

Una specifica attività di contrasto al fenomeno dei lavavetri molesti e dei parcheggiatori abusivi è stata svolta in via Vincenzo Giuffrida, piazza Europa, via Caronda, via Vagliasindi e nella zona della scogliera, con frequenti controlli e passaggi, scongiurando la presenza di soggetti che, in modo illecito, chiedono denaro agli automobilisti per il parcheggio delle auto e per il lavaggio dei vetri delle macchine.

Infine, a Picanello sono state controllate 20 persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, mentre nell’intera zona di competenza territoriale del Commissariato è stata eseguita un’attività di monitoraggio di tutte le vittime di atti persecutori e violenza domestica.

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CRONACA

Acireale: il capo della Protezione Civile Regionale in città con il sindaco per i sopralluoghi nelle zone colpite dall’alluvione


Questa mattina il direttore generale della Protezione Civile siciliana, Salvo Cocina, con il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, ha visitato i luoghi più colpiti dal nubifragio di ieri.

Erano presenti funzionari della Protezione Civile nazionale e regionale, il dirigente comunale dell’Area Protezione Civile Nicola Russo, componenti della giunta e del consiglio comunale, i carabinieri e la polizia locale.

Cocina ha incontrato amministratori, volontari e cittadini colpiti per un primo esame della situazione e per verificare le criticità emerse.

Innanzitutto pensiamo a quello che è stato scongiurato sotto una pioggia così forte e violenta. Il giorno prima è stata data una preallerta, il sistema era stato attivato e i sindaci e i volontari hanno lavorato benissimo. Il territorio ha retto bene e non ci sono state vittime,- ha evidenziato il direttore Cocina-. Il territorio è stato colpito pesantemente e siamo qui oggi per vedere i danni e i presupposti per lo stato di emergenza di cui riferirò al presidente Schifani. Si passerà alla stima dei danni e alla rimozione delle eventuali situazioni di pericolo. Questo è un territorio vulnerabilissimo, da un primo esame fatto alle opere realizzate dopo l’alluvione del ‘95 devo dire che hanno aiutato e questo programma va completato, partendo dai fiumi”.

I sopralluoghi che hanno interessato il quartiere di San Cosmo, la zona della Timpa interessata dalla frana e Capo Mulini saranno utili a fare una stima dei danni e dei primi interventi necessari di ripristino delle infrastrutture e di messa in sicurezza dei luoghi.

Ringraziamo la Protezione Civile regionale e nazionale, che si sono subito attivate e che oggi sono presenti nei Comuni danneggiati. Abbiamo discusso e valutato le criticità sul nostro territorio e cerchiamo di avere la possibilità di intervenire programmaticamente, in modo da evitare in futuro quello che abbiamo vissuto. Dobbiamo tuttavia riconoscere che è stato un fenomeno molto intenso e violento, ben oltre quello che ci aspettavamo. Eravamo in allarme, avevamo disposto quanto previsto in questi casi, avevamo chiuso le scuole e avevamo fatto quanto è giusto fare ogniqualvolta ci sia anche solo la preoccupazione. La sicurezza è al primo posto. La situazione era molto complicata, ma il territorio ha tenuto. Abbiamo avuto tanti allagamenti di seminterrati e garage e le strade non erano percorribili, ma sono emerse tre vere e proprie criticità: Capo Mulini, il viale Cristoforo Colombo con conseguenze sul quartiere di San Cosmo e l’area della Timpa su Santa Tecla, su cui dobbiamo intervenire,- ha dichiarato il sindaco Roberto Barbagallo-. Ringrazio quanti tra ieri e oggi hanno dato una mano, anche mettendosi a rischio. Adesso la Protezione Civile regionale e la Protezione Civile locale procederanno a elaborare la stima dei danni e auspichiamo che il Governo riconosca lo stato di emergenza”.

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