CRONACA
Giornata Nazionale degli Alberi: i Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo donano 60 piante a due istituti scolastici
Giornata Nazionale degli Alberi. I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo donano 60 piante a due istituti scolastici della città di Palermo.
Il 21 novembre di ogni anno ricorre la Giornata Nazionale degli Alberi, le origini di questa festa risalgono al 1872, quando negli Stati Uniti un Governatore, decise di dedicare questa giornata alla piantagione degli alberi. In Italia venne celebrata per la prima volta nel 1898 si iniziativa dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione.
Da allora la tradizione si ripete e nel 2013 con la Legge n. 10 è stata formalmente istituita la “Giornata Nazionale degli Alberi” con l’obiettivo di promuovere politiche di riduzione delle emissioni, di sensibilizzare riguardo l’importanza della prevenzione del dissesto idrogeologico e della protezione del suolo, della necessità di perseguire il miglioramento della qualità dell’aria, nonché della valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana.
Gli alberi sono infatti elementi fondamentali dell’ecosistema e, in modo particolare nella città, contribuiscono a contrastare l’inquinamento ambientale e a migliorare la vivibilità degli insediamenti urbani. Sono fonte di risorse preziose e rappresentano un simbolo del rapporto tra uomo e natura.
Anche i Carabinieri forestali celebrano ogni anno la giornata dell’Albero, donando alle scuole che ne fanno richiesta le piante riprodotte presso i vivai forestali dei Reparti Carabinieri per la Biodiversità.
Ieri mattina, i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura di Palermo si sono recati presso l’I.C. Sperone – Pertini (plesso S. Pertini) e presso l’I.C.S. Uditore-Setti Carraro (plesso I. Buttitta) per donare alle scuole 60 esemplari di specie forestali autoctone tra cui degli splendidi esemplari di Leccio, Carrubbo, Viburno e Alloro oltre a due talee dell’Albero Falcone, ovvero due piante “figlie” dell’esemplare di Ficus Macrophylla creato per duplicazione dall’esemplare che cresce in via Notarbartolo, davanti a quella che era l’abitazione del giudice Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo.
Durante l’incontro gli oltre 200 studenti presenti, sono stati sensibilizzati sull’importanza della salvaguardia ambientale ed in particolare sul ruolo strategico degli alberi nell’equilibrio ecosistemico globale.
Inoltre con l’occasione è stato spiegato agli studenti il progetto “Un Albero per il futuro” ideato dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità: dar vita ad un enorme bosco diffuso a cui ciascuna scuola contribuirà, monitorando la crescita del bosco tramite il sito internet unalberoperilfuturo.rgpbio.it che, grazie alla geolocalizzazione di ciascuna pianta – operazione anch’essa fatta dagli studenti – restituirà l’aggiornamento sul quadro complessivo nazionale del bosco diffuso e fornirà informazioni sul risparmio in anidride carbonica che il loro albero avrà comportato nell’atmosfera in relazione al suo accrescimento.
Per l’Arma dei Carabinieri si tratta di un progetto ambizioso per aiutare a contrastare i reati ambientali grazie alla prevenzione e all’educazione alla legalità ambientale.
CRONACA
Caltanissetta, anziano trovato morto in casa: proseguono le indagini. Domani l’autopsia
Una ferita alla nuca di Ignazio Polizzi, l’uomo di 77 anni trovato morto ieri nella sua abitazione in via Lunetta a Caltanissetta, non convince gli investigatori che stanno tentando di fare luce su un decesso dai contorni poco chiari.
Così come non convincono le dichiarazioni del fratello, poco più giovane di lui che al momento dell’accaduto si trovava in casa e avrebbe fornito risposte contrastanti.
Un contesto umile quello in cui vivevano i due fratelli che condividevano l’appartamento con un’altra sorella, allettata e in stato di coma vegetativo, e una zia molto anziana. La vittima viene descritta dai vicini come una persona molto gentile che aiutava anche una famiglia di immigrati quando aveva problemi con le riserve idriche o in caso di altre necessità quotidiane. Il fratello invece, sempre secondo quanto raccontato dai vicini, si limitava solo a salutare. Intanto la Squadra Mobile di Caltanissetta sta continuando ad interrogare familiari e vicini di casa. Tutti si starebbero mostrando abbastanza collaborativi. La salma di Ignazio Polizzi si trova all’obitorio dell’ospedale Sant’Elia e nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia.
CRONACA
Siracusa: ritrovato in una cella un pacco contenente droga e 22 cellulari. Il Sippe lancia l’allarme
Ben 22 telefoni cellulari, quasi un chilo di hashish e 2,5 grammi di cocaina, erano stati nascosti in un pacco postale destinato a un detenuto rinchiuso nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa.
Lo rende noto il Sippe, sindacato di polizia penitenziaria.
Gli agenti dopo la scoperta hanno effettuato una perquisizione nelle celle trovando altri 14 telefonini. “Chiediamo immediati interventi – dice il dirigente nazionale del Sippe, Nello Bongiovanni – perché la carenza del personale è diventata oramai cronica e pericolosa per la sicurezza degli istituti penitenziari. Il Sippe da tempo chiede provvedimenti seri ed una riforma totale della polizia penitenziaria”.
CRONACA
Reggio Calabria, uccise il ladro entrato in casa: disposto il giudizio immediato per omicidio volontario
Inizierà il 27 dicembre, davanti alla Corte d’Assise di Reggio Calabria, il processo per Francesco Putortì, il macellaio di 48 anni accusato di aver ucciso Alfio Stancampiano, di 30 anni originario di Catania, che il 28 maggio era entrato all’interno della sua abitazione in contrada Oliveto di Rosario Valanidi, e di avere ferito Giovanni Bruno, di 46 anni anche lui catanese.
Come richiesto dal pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Nunzio De Salvo, nei confronti di Putortì, difeso dagli avvocati Giulia Dieni e Natale Polimeni, è stato disposto il giudizio immediato.
Dopo un periodo di detenzione in carcere, l’imputato è adesso sottoposto agli arresti domiciliari ed è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio.
Stando alle indagini della squadra mobile, Stancampiano e Bruno avrebbero tentato un furto nell’abitazione di Putortì, il quale, rientrando a casa, li ha sorpresi al piano superiore dello stabile.
A quel punto, il macellaio, secondo il suo racconto, ha preso un coltello e durante una colluttazione ha colpito i due ladri che poi sono fuggiti facendo cadere le pistole che avevano appena rubato e che erano legalmente detenute da Putortì. Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti, secondo i quali, invece, l’uomo avrebbe accoltellato i due alle spalle mentre scappavano.
Il primo accoltellato, Alfio Stancampiano, è stato abbandonato dai complici nei giardini dell’ospedale reggino “Morelli”, dove poi è morto, mentre il secondo, Giovanni Bruno, dopo aver traghettato per la Sicilia, è stato costretto perché ferito a recarsi all’ospedale di Messina. Non è escluso che quest’ultimo e i familiari del deceduto decidano di costituirsi parte civile nel processo a carico del macellaio reggino.
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