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CRONACA

Spaccio di droga a Giarre, nel catanese: due pusher beccati e arrestati dai carabinieri

GIARRE – I carabinieri della Stazione di Giarre hanno arrestato due uomini, un 36enne ed un 56enne, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

I militari avevano posto sotto la lente d’ingrandimento una palazzina di via Prolungamento di via Romagna, ritenendo che all’interno, uno degli alloggi potesse essere usato quale base per un’attività di smercio di droga.

I carabinieri nella serata, approfittando del fatto che nello stabile risiede un soggetto agli arresti domiciliari, dopo averlo controllato, hanno avviato degli appostamenti lungo le varie scale per monitorare il viavai di persone in entrata e uscita dall’edificio. Nell’occasione, l’attenzione degli operanti è così stata attirata dalla presenza di un giovane, che uscito da uno degli appartamenti del palazzo, avvicinato dai carabinieri, ha subito mostrato un atteggiamento nervoso, accelerando il passo ed infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

I militari, sospettando che si trattasse di un “cliente” che aveva appena acquistato dello stupefacente, lo hanno quindi perquisito, trovandolo in possesso di una dose di cocaina. Messo in sicurezza il ragazzo senza dare nell’occhio, è così scattato il blitz verso l’abitazione da cui lo stesso era stato visto uscire. Fatta irruzione, i carabinieri si sono trovati di fronte ai due uomini, che si trovavano in cucina, davanti a un tavolo sul quale c’erano:

  • una quindicina di grammi di crack
  • circa 80 grammi di cocaina dal valore al dettaglio di circa 7.500 euro
  • 250 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio
  • un bilancino elettronico
  • materiale vario per il confezionamento delle dosi
  • la contabilità delle vendite illecite, annotata a penna su alcuni fogli.

I due, già gravati da precedenti specifici, sono stati arrestati e, a seguito dell’udienza di convalida dinanzi al Tribunale di Catania, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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CRONACA

“Ti amo da morire”: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere

CATANIA – “Ti amo da morire. Confronto sulla lotta contro il femminicidio e la violenza di genere”, questo il tema della serata evento che si terrà lunedì, 25 novembre. L’incontro sarà aperto dalla forte testimonianza dell’imprenditrice Gabriela Scibilia, che ospiterà l’evento, seguirà l’impegno delle istituzioni scolastiche, rappresentate dall’Istituto  Marconi-Magano e dall’Eris, rispettivamente Maria Catena Trovato e da Antonio Oliveri; il sostegno dei club service, come il Rotary, con Cinzia Torrisi, assistente del governatore, e del volontariato come l’associazione Aurea Caritate, rappresentata da Anthea Di Benedetto.

E ancora: professioniste impegnate sul fronte della difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti: la garante al Comune di Pedara, Katya Germanà, e Letizia Ferrante, psicoterapeuta presso Olos Centro studi; e il presidente della I Municipalità, Francesco Bassini. Testimonianza di Vera Squatrito, che da anni opera affinchè il sacrificio della figlia Giordana non sia stato inutile e proprio a lei è dedicato l’abito simbolo, Ti amo da morire, realizzato dalla stilista Rosa Platania, con l’assistenza di Flavio Massimo Nisi, indossato da Giuliana Petrizzo, accompagnata da Eros Piazza. Conclusioni e regia della serata evento a cura di Liliana Nigro, docente dell’Accademia di belle arti di Catania. Modera l’incontro il giornalista Daniele Lo Porto. L’evento del 25 novembre, al Casale dell’Arte, via Plaja, 200, dalle 20, dopo una ampia tavola rotonda, sarà conclusa con la proiezione di un corto realizzato dal filmmaker Piero Sabatino, con la sfilata di abiti della stilista Pina Nannuli Scaminaci, con la performance degli studenti dell’Istituto Marconi-Mangano, diretti da Salvo Valentino e Pietro Coccuzza, esperti del laboratorio teatrale, e dalla sfilata degli allievi dell’Accademia di Belle arti di Catania, diretti dalla professoressa Liliana Nigro.

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CRONACA

Caltanissetta, anziano trovato morto in casa: proseguono le indagini. Domani l’autopsia

Una ferita alla nuca di Ignazio Polizzi, l’uomo di 77 anni trovato morto ieri nella sua abitazione in via Lunetta a Caltanissetta, non convince gli investigatori che stanno tentando di fare luce su un decesso dai contorni poco chiari.

Così come non convincono le dichiarazioni del fratello, poco più giovane di lui che al momento dell’accaduto si trovava in casa e avrebbe fornito risposte contrastanti.

Un contesto umile quello in cui vivevano i due fratelli che condividevano l’appartamento con un’altra sorella, allettata e in stato di coma vegetativo, e una zia molto anziana. La vittima viene descritta dai vicini come una persona molto gentile che aiutava anche una famiglia di immigrati quando aveva problemi con le riserve idriche o in caso di altre necessità quotidiane. Il fratello invece, sempre secondo quanto raccontato dai vicini, si limitava solo a salutare. Intanto la Squadra Mobile di Caltanissetta sta continuando ad interrogare familiari e vicini di casa. Tutti si starebbero mostrando abbastanza collaborativi. La salma di Ignazio Polizzi si trova all’obitorio dell’ospedale Sant’Elia e nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia.

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CRONACA

Siracusa: ritrovato in una cella un pacco contenente droga e 22 cellulari. Il Sippe lancia l’allarme

Ben 22 telefoni cellulari, quasi un chilo di hashish e 2,5 grammi di cocaina, erano stati nascosti in un pacco postale destinato a un detenuto rinchiuso nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa.

Lo rende noto il Sippe, sindacato di polizia penitenziaria.

Gli agenti dopo la scoperta hanno effettuato una perquisizione nelle celle trovando altri 14 telefonini. “Chiediamo immediati interventi – dice il dirigente nazionale del Sippe, Nello Bongiovanni – perché la carenza del personale è diventata oramai cronica e pericolosa per la sicurezza degli istituti penitenziari. Il Sippe da tempo chiede provvedimenti seri ed una riforma totale della polizia penitenziaria”. 
   

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