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La Tech Servizi alla Prefettura: necessaria gestione commissariale di altri contratti. A rischio 115 lavoratori

RIPOSTO – Lo scorso venerdì 14 maggio 2020, TECH Servizi s.r.l. (società che gestisce la raccolta rifiuti in molti comuni siciliani come ad esempio Altofonte, Ispica, Lercara Friddi, Riposto, Scicli, Villabate, ecc…) ha appreso che la Prefettura di Siracusa ha nominato i commissari che dovranno gestire per 18 mesi i contratti che sono in corso di esecuzione fra la società e le amministrazioni pubbliche. La gestione straordinaria dei contratti ha come unico fine, naturalmente, quello di continuare ad assicurare alla cittadinanza il servizio pubblico essenziale dello spazzamento, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti soldi urbani.

In attesa dello svolgimento degli esiti degli ulteriori gradi di giudizio, ai quali Tech non intende in alcun modo rinunciare per riaffermare le ragioni di contestazione della legittimità dell’informativa antimafia, la società presterà ai commissari prefettizi tutta la collaborazione necessaria per assicurare la prosecuzione dell’erogazione dei servizi pubblici essenziali che sono oggetto dei contratti, atteso che i contratti privati restano, invece, nella esclusiva disponibilità e gestione della società.

La società, tuttavia, sente l’obbligo di rammentare alla Prefettura la necessità d’inserire sotto la gestione commissariale anche altri contratti di servizi essenziali che non sono stati presi in considerazione dall’Ufficio territoriale del Governo e la cui cessazione rischia di generare in brevissimo tempo fortissime tensioni sociali. Dalla gestione commissariale sono rimasti esclusi, infatti, un numero di contratti pubblici che occupano circa 115 lavoratori, ciascuno dei quali sorregge il proprio nucleo familiare esclusivamente con il salario che percepisce oggi dalla Tech. Si tratta di contratti che, solo in parte e per circa 45 unità riguarda la raccolta rifiuti, ma tutti sono comunque connessi in maniera inscindibile con quelli che già la Prefettura ha deciso di affidare ai Commissari e che, pertanto, sono finalizzati alla cura di interessi pubblici di rango primario. Peraltro, delle 115 unità solo le 45 sopra indicate passerebbero alle dipendenze dell’operatore economico subentrante. Le restanti 70 unità non passerebbero alle dipendenze di nessun altro soggetto economico, perdendo per l’effetto l’occupazione.

La Tech Servizi s.r.l. ritiene che non vi siano valide ragioni d’interesse pubblico per assestare un colpo mortale ai livelli occupazionali che la società è riuscita faticosamente ad assicurare nel corso degli anni e che spetti, pertanto, ai Commissari prefettizi farsi carico della gestione dell’intero comparto di contratti pubblici che ancora oggi sono in capo alla società. E del resto sarebbe più prudente, in attesa degli ulteriori sviluppi giudiziari, evitare la produzione di danni economici che potrebbero rivelarsi poi irreparabili. Per tale ragione la Tech Servizi s.r.l. è in procinto di inoltrare alla Prefettura di Siracusa formale richiesta di ampliare il mandato dei Commissari già nominati, al fine di tutelare le centinaia di lavoratori il cui improvviso stato di disoccupazione rappresenterebbe una grave problematica sociale, in un momento storico durante il quale il territorio siciliano già soffre oltremodo di una crisi economica profonda. La società è consapevole di non disporre, al momento, di alcun potere in ordine alle commesse pubbliche che ha faticosamente conquistato, ma sente con altrettanta convinzione il peso della responsabilità sociale che non dovrebbe mai abbandonare imprese e istituzioni pubbliche.

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Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.

Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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