ATTUALITÀ
Ragusa, madre e figlio specializzati in furti ai danni di gioiellerie: arrestati (FOTO e VIDEO)
RAGUSA – La Polizia di Stato ha eseguito, su delega della Procura della Repubblica di Ragusa, la misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ragusa, a carico dei pregiudicati Condorelli Concetta nata a Catania classe 1945 posta agli arresti domiciliari e Pulvirenti Santo nato a Catania classe 1981 (custodia in carcere), per furto aggravato dalla destrezza.
In data 12 settembre 2019 la Squadra Volanti della Questura di Ragusa interveniva presso una gioielleria del centro cittadino per la segnalazione di un furto consumato. Gli operatori addetti al controllo del territorio raccoglievano i primi indizi dalle vittime di reato, in quanto l’addetta alle vendite riferiva che poco prima erano entrati una signora anziana con il figlio, i quali dovevano scegliere un anello da regalare alla fidanzata di quest’ultimo. Dopo aver visionato gioielli di diversi tipi, l’uomo chiedeva alla commessa di prendere alcuni oggetti in vetrina poiché voleva vederli da vicino; questa distrazione è stata fatale per i gioiellieri poiché l’anziana madre in pochi secondi si dirigeva dietro al bancone arraffando monili in oro per un valore di oltre 15.000 euro per poi trovare una scusa ed andare via. Non appena i gioiellieri si rendevano conto del furto, avvisavano la Polizia che si metteva subito sulle tracce dei due senza esito.
La Squadra Mobile di Ragusa, informata di quanto accaduto, prelevava le immagini dell’impianto di videosorveglianza e dopo un’attenta analisi durata pochi giorni riusciva ad individuare i due odierni arrestati. Madre e figlio pregiudicati catanesi con precedenti penali specifici. Gli investigatori comparavano le immagini con un tentativo di furto commesso ai danni di un’altra gioielleria di Comiso ed i malfattori erano sempre gli stessi ed agivano mettendo in atto un identico modus operandi. A Comiso non erano riusciti nel loro intento perché il titolare si accorgeva delle intenzioni, pertanto i malviventi si dileguavano immediatamente.
Questo doppio riscontro è stato subito compendiato in una informativa inviata alla Procura della Repubblica di Ragusa che ha immediatamente richiesto l’applicazione della misura cautelare in carcere per il figlio e degli arresti domiciliari per madre avendo questa 74 anni. Il Giudice per le Indagini Preliminari, valutando le fonti di prova raccolte dalla Squadra Mobile iblea ha subito emesso la misura cautelare. Considerati i precedenti penali specifici e quindi la professionalità dei soggetti, oltre la pericolosità, gli investigatori prendevano contatti con altri uffici di Polizia siciliani, in quanto si ipotizza che la coppia, con la stessa tecnica, possa aver colpito altre gioiellerie o esercizi commerciali.
La Squadra Mobile di Ragusa con l’imprescindibile collaborazione della Squadra Mobile di Catania si è recata in uno dei quartieri popolari del capoluogo etneo per individuare e catturare madre e figlio. Grazie alla conoscenza del territorio degli investigatori, i poliziotti sono riusciti ad assicurare alla giustizia entrambi nel giro di poche ore di ricerche.
L’uomo è stato condotto presso il carcere di Catania, la donna, dopo gli accertamenti sull’identità presso gli uffici di Polizia, è stata sottoposta agli arresti domiciliari, entrambi sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Si divulgano le immagini che riprendono i due indagati durante i furti al fine di poter raggiungere altre vittime.
Chiunque dovesse aver subito reati da parte di uno o entrambi i ladri è pregato di contattare il più vicino ufficio della Polizia di Stato o telefonare alla Squadra Mobile di Ragusa al numero 0932/673696.
ATTUALITÀ
Piano Rifiuti, ok dalla giunta. Schifani: «Passo decisivo per realizzare i termovalorizzatori»
Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. Il presidente Schifani, nella qualità di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, ha firmato l’ordinanza che adotta il Piano, mentre la responsabilità del procedimento resterà in capo all’apposito Ufficio speciale. «L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile.
Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente e offriamo una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici». Il Piano consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.
ATTUALITÀ
Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità
Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.
Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.
Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.
Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.
Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.
Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.
Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.
Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.
ATTUALITÀ
Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»
L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.
«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».
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