SANITÀ
Endometriosi: ad Acireale due iniziative per diffondere informazione e consapevolezza sulla malattia
La Città di Acireale aderisce alla campagna nazionale dell’Associazione Progetto Endometriosi (APE), per diffondere informazione e consapevolezza sulla malattia. Sono due le iniziative promosse nel mese di marzo: “I fiori della consapevolezza” e “Vetrine consapevoli”.
I dettagli sono stati illustrati stamattina in conferenza stampa a Palazzo di Città. Sono intervenuti il sindaco Roberto Barbagallo, l’assessore alle Politiche Sociali e alla Pubblica Istruzione Valentina Pulvirenti, l’assessore alle Attività Produttive Laura Toscano e la referente APE per la Sicilia Chiara Catalano.
Il sindaco Barbagallo ha ribadito il pieno sostegno alla campagna di sensibilizzazione dell’APE, ha ringraziato l’Assessore Toscano per l’ampio coinvolgimento dei commercianti e ha anche annunciato il prossimo impegno dell’Amministrazione nell’organizzazione di incontri informativi nelle scuole acesi.
“Ringrazio il sindaco e i due assessori, due donne, che mi hanno sostenuta. Tre milioni di donne sono affette da endometriosi, ma c’è innanzitutto un problema culturale, perché questa malattia non si conosce e questo crea un ritardo diagnostico. Per questo è importante informare, parlare e creare consapevolezza. Tutte noi componenti dell’Associazione siamo affette dalla patologia e portiamo la nostra malattia a rapporto diretto con le istituzioni e la sanità, ma anche con le scuole superiori e la società, ha spiegato Chiara Catalano. Nel mese di Marzo molti commercianti siciliani che hanno aderito a Vetrine consapevoli esporranno nei loro negozi le locandine e i kit informativi. Il 16 e il 17 marzo in Piazza Duomo tornerà l’iniziativa I fiori della consapevolezza. Saranno disponibili due piantine simboliche: la forza del girasole e la delicatezza della gerbera. Ringraziamo i ragazzi del Rotaract di Acireale e il presidente Giorgio Pulvirenti che ci aiuteranno”.
“Quando si parla di malattie poco conosciute la prevenzione è fondamentale e l’informazione è necessaria. Spesso ingenuamente i dolori mestruali vanno sottovalutati, ma qua si parla di una malattia invalidante. Colpisce la donna e tutto il suo nucleo familiare. La consapevolezza è fondamentale. Sicuramente avvieremo un progetto con le scuole, ha sottolineato l’assessore Valentina Pulvirenti. Queste iniziative sono importanti perché una ragazza sentendone parlare possa chiedere aiuto e rivolgersi a medici competenti”.
“Abbiamo aderito all’iniziativa dell’Ape con grande piacere. Abbiamo coinvolto il consigliere comunale Daniela Pavone e insieme abbiamo riscontrato grande disponibilità nelle attività cittadine, ha commentato l’assessore Laura Toscano. I commercianti sono parte attiva della nostra comunità, possono dare un apporto significativo e ci aiutano a crescere e a divulgare le varie iniziative. Ad Acireale avremo quasi 40 Vetrine consapevoli”.
SANITÀ
Bollettino RespiVirNet: in Italia un milione e mezzo di persone a letto con l’influenza
Sono stati 373mila i casi di sindrome simil influenzale nell’ultima settimana, dal 4 al 10 novembre. Dall’inizio della sorveglianza, il 14 ottobre, i casi potrebbero avere gia’ raggiunto e superato ad oggi il milione e mezzo.
Fino al 10 novembre infatti se ne erano contati 1.365.000.
Emerge dal primo bollettino epidemiologico della sorveglianza RespiVirNet, pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità. Nella 45/ma settimana del 2024 l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in lieve aumento rispetto alla settimana precedente ed è pari a 6,3 casi per mille assistiti (era 5,2) sovrapponibile a quella osservata nella scorsa stagione (6,4 nella 45/ma settimana del 2023). Nei bambini sotto i 5 anni di età l’incidenza è pari a 13,8 casi per mille assistiti (11,0 nella settimana precedente).
In tutte le Regioni e province autonome il livello dell’incidenza è sotto o leggermente sopra la soglia basale. La P.A. di Bolzano, la Basilicata e la Calabria non hanno ancora attivato la sorveglianza RespiVirNet.
SANITÀ
Allarme Cnel: in Italia pochi medici generici rispetto a quelli in servizio negli altri Paesi Ue
In Italia la dotazione di medici di medicina generale è di 68,1 per 100.000 abitanti, rispetto al 72,8 della Germania, il 94,4 della Spagna e il 96,6 della Francia.
È quanto evidenzia il Cnel nella Relazione annuale sui servizi della PA, presentata lo scorso 14 ottobre. Anche la presenza di infermieri è particolarmente bassa in Italia rispetto al contesto europeo: 621,3 ogni 100.000 abitanti, a fronte di 633,9 in Spagna, 858,1 in Francia e 1.203,2 in Germania Negli ultimi 10 anni – scrive il Cnel in una sintesi – il numero di medici generici è diminuito di oltre 6 mila unità, scendendo al di sotto dei 40 mila nel 2022, dato previsto in ulteriore peggioramento nei prossimi anni per via dei pensionamenti.
Va considerato, infatti, che il 77% dei medici generici è over 54enne. La loro carenza riguarda soprattutto il Nord, con 59,9 per 100.000 abitanti, a fronte di 63,9 al Centro e 72 nel Mezzogiorno. Il numero di assistiti è quindi fortemente aumentato: da 1.156 nel 2012 a 1.301 nel 2022. La percentuale di medici di medicina generale con più di 1.500 assistiti (limite superiore fissato dalla normativa vigente) è passato dal 27,3% al 47,7%, con una forbice amplissima, tra il 71% della Lombardia e il 22,4% della Sicilia.
La relazione considera anche l’insieme del personale medico (generico e specialistico): in questo caso si arriva in Italia a 423,4 ogni 100.000 abitanti, collocando il nostro Paese al quattordicesimo posto nell’Unione europea. Il dato generale indica che la dotazione di medici risulta più elevata rispetto alla Francia (318,3), ma ancora una volta più bassa rispetto a Germania (453) e Spagna (448,7). La presenza risulta maggiore al Centro (477,5) e più bassa nel Nord-Ovest (398,1).
SANITÀ
Studio sui giovani: se isolati si sentono in pericolo e l’uso dello smartphone non li aiuta
Gli adolescenti vanno in allarme quando stanno qualche ora da soli e l’interazione online non sembra migliorare la cosa. Lo rivela uno studio pubblicato sul Royal Society Open Science e condotto presso l’Università di Cambridge.
Nell’esperimento 40 giovani tra i 16 e i 19 anni sono stati sottoposti a test prima e dopo alcune ore di isolamento, sia con e sia senza i loro smartphone.
In molti paesi è stata dichiarata un’epidemia di solitudine, per questo i ricercatori hanno voluto ‘indurre’ la solitudine negli adolescenti per studiarne gli effetti attraverso una serie di test.
Gli scienziati hanno scoperto che periodi di isolamento, inclusi quelli in cui i partecipanti potevano usare i telefoni, portavano a una maggiore risposta di allerta come se i giovani percepissero la presenza di un pericolo. Gli autori dello studio suggeriscono che l’isolamento e la solitudine possano causare uno stato mentale di eccessiva “vigilanza”, insomma possono metterci in allerta come se vi fosse una minaccia imminente, e che questo stato non è prevenuto nemmeno in presenza di connessioni virtuali, con potenziali effetti negativi sulla salute mentale degli adolescenti nel tempo.
Secondo i ricercatori, l’isolamento sociale potrebbe contribuire all’aumento dei disturbi d’ansia tra i giovani, caratterizzati da risposte di paura persistenti e amplificate.
Precedenti studi sugli animali avevano mostrato che l’isolamento provoca comportamenti ansiosi e risposte alla minaccia, ma si pensa che questo sia il primo studio a dimostrare effetti simili in esperimenti con esseri umani.
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