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CRONACA

Monreale: i Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale restituiranno nove cinquecentine alla Biblioteca “Ludovico II de Torres”

Il 15 giugno 2024, alle ore 10.30, presso la Biblioteca “Ludovico II de Torres” di Monreale, il Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Palermo restituirà 9 libri di grande valore storico e culturale, risalenti al XVI secolo e trafugati negli anni ‘80 del secolo scorso.

Alla cerimonia di restituzione saranno presenti:

–     il Procuratore Capo della Repubblica di Palermo;

–     il Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo, titolare del procedimento;

–     l’Arcivescovo di Monreale;

–     il Direttore della Biblioteca Torres di Monreale;

–     il Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo;

–     il Comandante del Gruppo Carabinieri di Monreale;

–     il Comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma;

ed altre Autorità civili, religiose e militari.

L’esito positivo dell’attività d’indagine è il frutto del coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo e della costante collaborazione esistente tra il Nucleo Carabinieri TPC di Palermo e la Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale, che aveva già condotto, nel 2023, al recupero dal “Getty Research Institute” di altre 61 cinquecentine.

Le 9 cinquecentine, oggetto di furti avvenuti negli anni ’80 all’interno della predetta Biblioteca, sono state individuate dai Carabinieri per l’Arte sui siti web, durante il monitoraggio quotidiano dei siti internet.

Gli ulteriori approfondimenti, sviluppati mediante la collaborazione dell’Arma territoriale, certificavano che l’Ufficio Esportazione delle antichità e degli oggetti d’arte della Sicilia della locale Soprintendenza non aveva mai rilasciato alcuna autorizzazione per l’esportazione dei beni librari. A seguito della Rogatoria Internazionale avanzata dalla Procura della Repubblica di Palermo, i responsabili dell’Università “U.C.L.A.” di Los Angeles riconoscevano la validità della rivendicazione e restituivano spontaneamente i libri.

Alcune cinquecentine costituiscono delle vere e proprie rarità, mentre altre sono esemplari unici al mondo, relativi alla Battaglia di Lepanto, quali:

–     “Lettera del reuerendissimo Monsignor di Nicastro Nuntio di N.S. in Venetia sopra la gran vittoria riportata contra Turchi: con la indulgencia concessa da N.S. Pio V nella Chiesa di Aracaeli per tal vittoria – Venezia 1571”;

–     “Avvisi particulari ultimamente mandati dal magnifico M. Antonio Egiptio maiordomo dell’illustrissimo & eccellentissimo signor Paulo Giordano: ne quali si narra la felice e gloriosa vittoria, che per grazia di Dio hanno i signori generali della Santa Lega contra il comune nimico del nome Christiano : con la esortatione fatta a tutta l’armata christiana da vn venerando padre Capuccino, stando su l’albero della Capitana con vn crocifisso in mano, Stampata in Fiorenza nel 1571”: Si tratta del racconto di un testimone oculare della battaglia di Lepanto contro i turchi, Antonio Egizio, Maggiordomo di Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano. Riporta anche l’esortazione di un padre cappuccino ai soldati stando sull’albero maestro con un crocifisso in mano. Il racconto si conclude con gli elenchi dei gentiluomini fiorentini e veneziani uccisi nella battaglia, anche se Antonio Egizio rassicura il lettore che Giordano è uscito sano e salvo dai combattimenti. Nota le migliaia di vittime subite dai turchi e parla con ammirazione dell’oro – “piu di 50 milia ducati” – trovato a bordo di una delle navi turche catturate dai veneziani dirette al porto di Corfù”;

Riguardo alle descrizioni dei libri restituiti, la stessa “U.C.L.A.” indicava, in quasi tutte le note di catalogazione, elementi che riconducono all’Arcivescovo Ludovico II De Torres di Monreale, quali le manoscritture apposte sul frontespizio di ogni esemplare e similari che tuttora si trovano nei libri custoditi presso la biblioteca monrealese.

Tali contrassegni si trovano riportati esclusivamente sulle migliaia di libri che il Cardinale portò da Roma a Monreale, contrassegnati con la propria firma, accompagnati da una Bolla Pontificia di Papa Clemente VIII del 22 gennaio 1593, che stabiliva l’inalienabilità a pena di scomunica latae sententiae (ossia la pena del diritto canonico, cui si incorre per il fatto stesso di averlo trasgredito) per chiunque avesse sottratto un libro, anche se con l’intento di prenderlo in prestito o per poco tempo o se ne fosse appropriato a qualsiasi titolo.

La Bolla Pontificia può essere ancora letta nell’epigrafe marmorea posta accanto all’ingresso della Biblioteca.

Di fondamentale importanza si è rivelata la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della cultura e gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande del mondo con oltre 1,4 milioni di files relativi a beni da ricercare.

La collaborazione sinergica tra il Nucleo Carabinieri TPC di Palermo, l’Arma territoriale e le Istituzioni civili e religiose ha permesso, ancora una volta, la restituzione alla collettività di quelle opere che ne costituiscono l’identità locale.

CRONACA

Catania, aggredisce un operatore sanitario al pronto soccorso: denunciato 36enne

Padre e figlio si scagliano contro il personale sanitario in servizio al Pronto Soccorso perché pensano di non ricevere tempestivamente le cure per una loro congiunta.

I due si sono presentati all’Ospedale “San Marco” per chiedere assistenza sanitaria nei confronti della donna, affetta da problemi psichici, ma, già al triage, hanno cominciato a mostrare una certa insofferenza. In particolare, il marito della paziente, un catanese di 60 anni, è andato in escandescenza, colpendo con un pugno la vetrata del box del triage e scaraventando a terra uno dei monitor.

Pochi istanti dopo, anche il figlio di 36 anni, ha inveito contro il personale sanitario per poi passare dalle parole alle mani, aggredendo e schiaffeggiando un operatore.

Scattato l’allarme per l’aggressione in corso, a giungere sul posto sono stati gli agenti della squadra Volanti della Questura di Catania che, dopo aver riportato la calma, hanno identificato padre e figlio e denunciato quest’ultimo per percosse aggravate nei confronti dell’operatore sanitario nell’esercizio delle sue funzioni.

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CRONACA

Acireale, controlli congiunti dei Carabinieri con gli specialisti dell’ASP e i tecnici Enel: denunce e sanzioni

Rientrano nel piano d’intensificazione dei servizi preventivi, disposto dal Comando Provinciale di Catania, le attività di controllo svolte dai Carabinieri della Compagnia di Acireale, mirate al contrasto dell’illegalità diffusa.

Nella circostanza, i militari dell’Arma, supportati dagli specialisti dell’Azienda Sanitaria Provinciale ASP di Acireale e dai tecnici della società elettrica Enel, hanno verificato che attività commerciali e private abitazioni fossero in regola, denunciando due parenti per furto aggravato di energia e sanzionando amministrativamente il titolare di un panificio.

Al riguardo, il primo accertamento ha interessato una palazzina composta da due appartamenti e un garage, di proprietà di due fratelli di 39 e 35 anni, situata nella periferia sud del paese, dove era stato effettuato un allaccio abusivo diretto alla rete elettrica nazionale, causando ammanchi di circa 10mila euro.

I tecnici specializzati intervenuti assieme ai Carabinieri, hanno provveduto a rimuovere e sequestrare il bypass, ripristinando le condizioni di legalità e sicurezza. Tali condotte, infatti, oltre ad essere fuori legge, sono soprattutto pericolose per la salute pubblica, in quanto la manomissione dei contatori, mediante l’introduzione di un cavo elettrico per realizzare l’allaccio abusivo, esclude tutti i dispositivi antinfortunistici, con grave rischio di corto circuiti responsabili, talvolta, di vere e proprie esplosioni.

L’attività ispettiva dei militari dell’Arma si è poi rivolta a un panificio che si occupa di vendita al dettaglio e all’ingrosso, e rifornisce anche alcune mense aziendali. Nei grandi locali dell’azienda, di proprietà di un 26enne di Aci Catena, sono state riscontrate irregolarità nella conservazione degli alimenti, alcuni dei quali non erano refrigerati e venivano conservati in un cortile interno, oltre alla mancata tracciabilità di alcune materie prime. Queste violazioni hanno comportato sanzioni per 3000€ nei confronti del titolare dell’azienda.

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CRONACA

Catania, locale condominiale utilizzato per lo spaccio di droga: arrestato giovane 20enne

Nell’ambito della lotta ai reati connessi agli stupefacenti, principale fonte di approvvigionamento della criminalità organizzata, attuata senza sosta dai militari del Comando Provinciale di Catania, sia sul capoluogo etneo che sulla provincia, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno portato a termine con successo un’attività investigativa, arrestando in flagranza un 20enne catanese, incensurato, responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Dalle indagini, infatti, è emerso come il giovane avesse intrapreso una florida attività di spaccio che aveva, come base logistica un locale condominiale, chiuso e protetto grazie alla presenza di una, sito al piano terra di un condominio di viale San Teodoro, nel popoloso quartiere Librino.

Avendo, quindi, compreso il modus operandi del pusher, i militari hanno subito predisposto ed effettuato un servizio di osservazione in modalità discreta nei pressi dello stabile, durante il quale hanno potuto, effettivamente, registrare l’assiduo andirivieni di persone presso quel locale.

In particolare, i Carabinieri hanno accertato che chi entrava, dopo aver bussato alla porta di ingresso regolarmente chiusa a chiave, veniva fatto accomodare proprio in quella stanza, dalla quale usciva dopo pochissimi minuti, con fare circospetto.

Certi, dunque che la loro ipotesi investigativa fosse fondata, ovvero che lì dentro si nascondesse un pusher, intorno alle 14.30 i militari hanno fatto irruzione nella stanzetta, approfittando del fatto che la porta era stata lasciata aperta da due acquirenti appena usciti.

La velocità di azione degli investigatori, non ha dato il tempo al pusher, un 20enne catanese, neanche di potersi spostare dalla scrivania dietro la quale era seduto.

Messo in sicurezza il giovane, i militari del Nucleo hanno proceduto a perquisire gli ambienti, scoprendo un sofisticato sistema di videosorveglianza che, mediante un monitor, trasmetteva le immagini di ben 5 telecamere che riprendevano tutto il perimetro del palazzo e della scala interna.

Sulla scrivania, poi, i Carabinieri hanno recuperato la “merce” in vendita, ovvero 5 grammi di marijuana, 3 di cocaina ed altrettanti di crack, un bilancino di precisione, il materiale necessario per la suddivisione della droga per la vendita al dettaglio e la somma di 85 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Il 20enne, dunque, è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto.

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