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CRONACA

Catania, operazione “Disco-Gang”: arrestati sei giovanissimi accusati di violente aggressioni avvenute in discoteche

Catania – La Polizia di Stato ha eseguito un’operazione, traendo in arresto sei giovanissimi catanesi, facenti parte di una baby-gang, dedita a violente aggressioni all’interno di discoteche cittadine. Gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica etnea, hanno ricostruito la dinamica dei pestaggi, effettuati ai danni di vittime prese di mira per futili motivi e/o senza un’apparente ragione, in occasione di serate della movida catanese. Nel medesimo contesto esecutivo sono stati notificati ai destinatari della misura altrettanti D.A.Spo. c.d. Willy emessi dal Questore di Catania.

CRONACA

Catania, controlli della Polizia in un ristorante e in un bar: titolari denunciati per irregolarità sulla sicurezza

Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza “Borgo Ognina” hanno eseguito un controllo straordinario nella zona della scogliera e di piazza Mancini Battaglia nell’ambito delle azioni volte al contrasto del fenomeno dei parcheggiatori abusivi e delle violazioni al Codice della strada, con particolare riguardo all’utilizzo del casco.

Il servizio di controllo è stato svolto unitamente al personale delle moto-volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura e al personale della Polizia Locale.

Complessivamente, sono state controllate 254 persone e 77 veicoli e sono state elevate diverse sanzioni a motociclisti e automobilisti indisciplinati. In particolare, sono state contestate 20 violazioni al Codice della strada per sosta irregolare, 12 per guida senza casco, 4 per mancata copertura assicurativa, 2 per guida senza patente.

I poliziotti hanno esteso i controlli anche nel quartiere Picanello con l’obiettivo di controllare 11 soggetti sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

Due parcheggiatori abusivi sono stati sorpresi in piazza Tricolore e in piazza Mancini Battaglia, mentre compivano gesti e manovre inequivocabili agli automobilisti. Sempre in piazza Mancini Battaglia, gli agenti del Commissariato insieme al personale dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Asp veterinaria, igiene pubblica e Spresal hanno controllato un bar ed un ristorante i cui titolari sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria per alcune irregolarità e violazioni alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, mentre non è emersa alcuna criticità sulle condizioni igienico sanitarie dei locali e degli alimenti, come pure è stata accertata la regolarità dell’assunzioni per i lavoratori.  

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CRONACA

Marsala, operazione antimafia “Ermes 3”: quattro condanne per un totale di oltre 50 anni di reclusione

Il Tribunale di Marsala ha condannato a complessivi 50 anni e 4 mesi di carcere quattro dei sei imputati, quasi tutti di Castelvetrano (Tp), del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ermes 3” del 20 giugno 2020 (due persone arrestate e 13 denunciate), che diede un altro colpo alla rete dei favoreggiatori dell’allora boss latitante Matteo Messina Denaro.

La pena più severa, 18 anni di reclusione (quanti ne aveva chiesto il pm della Dda Gianluca De Leo), è stata inflitta a Giovanni Onofrio Beltrallo, di 57 anni, mentre a 15 anni è stato condannato Melchiorre Vivona, di 67.

Nove anni e 4 mesi, invece, per Antonino Stella, 77 anni, di Marsala, e otto anni per Leonarda Furnari, di 40.

Il 62enne capomafia castelvetranese Vincenzo La Cascia, invece, insieme alla Furnari, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di tentata estorsione, mentre per Domenico Salvatore Zerilli, di 54 anni, il Tribunale ha sentenziato il “non doversi procedere” per prescrizione.

Il pm De Leo aveva invocato la condanna di tutti gli imputati a complessivi 76 anni di reclusione. I reati a vario titolo contestati dalla Dda di Palermo erano associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza di Messina Denaro, che inizialmente era uno degli imputati del processo. Nel corso del blitz operato, quattro anni fa, dalla Squadra mobile di Trapani è venne ancora una volta perquisita, a Castelvetrano, la casa della madre dell’ex latitante.

Gli altri indagati avevano scelto il rito abbreviato e per il loro processo c’è stata pronuncia della Cassazione lo scorso 10 maggio. La seconda sezione della Suprema Corte, accogliendo le richieste della difesa, ha annullato quattro delle sei condanne inflitte, il 5 aprile 2023, dalla quarta sezione della Corte d’appello di Palermo. Due delle quattro condanne sono state annullate con “rinvio” a diversa sezione della Corte d’appello di Palermo per la rideterminazione della pena. La difesa ha, infatti, sostenuto che l’appartenenza a Cosa Nostra di Marco Manzo, 59 anni, di Campobello di Mazara, condannato a 9 anni di carcere, e di Giuseppe Calcagno, di 49, nato a Marsala, ma anche lui residente a Campobello di Mazara, condannato a 6 anni e 8 mesi, risale agli anni precedenti al 2015, quando, in giugno, entrò in vigore la legge che inaspriva le pene per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Per Antonino Adamo, e Vito Genna, entrambi di 66 anni e di Mazara del Vallo, la Cassazione ha invece annullato senza rinvio, per intervenuta prescrizione, le condanne a 2 anni di reclusione ciascuno per favoreggiamento.

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CRONACA

Adrano, nascondeva cocaina ed eroina negli slip: 42enne del luogo segnalato alla Prefettura

Un uomo di 42 anni di Adrano è stato segnalato dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Adrano alla Prefettura di Catania quale assuntore di droga che nascondeva negli slip.

Nel corso degli ordinari controlli del territorio, i poliziotti hanno fermato un’autovettura con due uomini adraniti di 42 e 45 anni che hanno dimostrato un certo nervosismo, sin dalle prime fasi degli accertamenti. Il comportamento dei due ha destato i sospetti degli agenti che hanno proceduto a un controllo più approfondito. Proprio in quel momento dagli slip del 42enne sono cadute due bustine in plastica, l’una contenente cocaina, l’altra eroina, entrambe sottoposte a sequestro.

L’uomo ha ammesso di essere un consumatore di sostanze stupefacente e di farne uso personale. A quel punto i poliziotti hanno trasmesso la segnalazione alla Prefettura per i profili di competenza, in ordine a sanzioni accessorie e adempimenti onerosi anche in relazione al periodo di sospensione della patente di guida che, per il momento, è stata ritirata.

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