SANITÀ
Sanità in Sicilia: il 9 luglio il convegno su Pnrr, Dm 77 e organizzazione del sistema sanitario
La riorganizzazione del sistema sanitario e dell’assistenza territoriale sono gli argomenti al centro del convegno “Attuazione del Dm 77/2022 per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nella Regione Sicilia”, in programma martedì 9 luglio, a partire dalle 9, al Camplus Guest di via dei Benedettini 5, a Palermo. Sarà l’occasione per fare il punto sull’applicazione del decreto ministeriale 77 del 23 maggio 2022 “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel dicembre 2022, il governo della Regione Siciliana ha dato il via libera al Piano della rete territoriale di assistenza che prevede la costruzione nell’Isola di 43 ospedali di comunità, 156 case di comunità e 50 centrali operative territoriali. Gli obiettivi del decreto sono il miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari, e della loro qualità ed efficienza, garantendo comunque la sostenibilità dal punto di vista economico del Ssn.
Nel corso dell’evento si parlerà anche di buone pratiche, equità di accesso ai servizi sociosanitari, del ruolo delle tecnologie e del fascicolo sanitario elettronico. Sono previsti gli interventi di Salvatore Requirez e Salvatore Iacolino, rispettivamente dirigente generale del Dasoe (dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico), e dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica, che approfondiranno i temi sotto i profili amministrativi e sanitari. A seguire, i saluti del presidente della Regione, Renato Schifani, dell’assessore alla Salute, Giovanna Volo, e di Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).
Parteciperanno al convegno: Antonio Fortino, direttore del dipartimento Area sanitaria Agenas; Francesco Nicotra, dirigente amministrativo Controllo di gestione Asrem Molise; Maria Pia Randazzo, dirigente responsabile Uosd Statistica e flussi informativi sanitari Agenas; Angelo Pellicanò, esperto Agenas; Massimiliano Maisano, dirigente del Servizio 3 del dipartimento Pianificazione strategica; Francesco Paolo La Placa, dirigente Servizio 8 del dipartimento Pianificazione strategica; Maurizio D’Arpa, dirigente servizio 9 del dipartimento Pianificazione strategica; Maria Lucia Furnari, dirigente Servizio 2 del Dasoe; Franco Grasso Leanza, dirigente Servizio 5 del Dasoe; Roberto Sanfilippo, direttore Cefpas. A partire dalle ore 14 è prevista una tavola rotonda dal titolo “DM 77/22 I nuovi modelli organizzativi – Osservazioni e proposte”, con gli interventi dei direttori generali delle Asp e delle strutture del Sistema sanitario regionale e della Rete civica della Salute.
SANITÀ
Bollettino RespiVirNet: in Italia un milione e mezzo di persone a letto con l’influenza
Sono stati 373mila i casi di sindrome simil influenzale nell’ultima settimana, dal 4 al 10 novembre. Dall’inizio della sorveglianza, il 14 ottobre, i casi potrebbero avere gia’ raggiunto e superato ad oggi il milione e mezzo.
Fino al 10 novembre infatti se ne erano contati 1.365.000.
Emerge dal primo bollettino epidemiologico della sorveglianza RespiVirNet, pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità. Nella 45/ma settimana del 2024 l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in lieve aumento rispetto alla settimana precedente ed è pari a 6,3 casi per mille assistiti (era 5,2) sovrapponibile a quella osservata nella scorsa stagione (6,4 nella 45/ma settimana del 2023). Nei bambini sotto i 5 anni di età l’incidenza è pari a 13,8 casi per mille assistiti (11,0 nella settimana precedente).
In tutte le Regioni e province autonome il livello dell’incidenza è sotto o leggermente sopra la soglia basale. La P.A. di Bolzano, la Basilicata e la Calabria non hanno ancora attivato la sorveglianza RespiVirNet.
SANITÀ
Allarme Cnel: in Italia pochi medici generici rispetto a quelli in servizio negli altri Paesi Ue
In Italia la dotazione di medici di medicina generale è di 68,1 per 100.000 abitanti, rispetto al 72,8 della Germania, il 94,4 della Spagna e il 96,6 della Francia.
È quanto evidenzia il Cnel nella Relazione annuale sui servizi della PA, presentata lo scorso 14 ottobre. Anche la presenza di infermieri è particolarmente bassa in Italia rispetto al contesto europeo: 621,3 ogni 100.000 abitanti, a fronte di 633,9 in Spagna, 858,1 in Francia e 1.203,2 in Germania Negli ultimi 10 anni – scrive il Cnel in una sintesi – il numero di medici generici è diminuito di oltre 6 mila unità, scendendo al di sotto dei 40 mila nel 2022, dato previsto in ulteriore peggioramento nei prossimi anni per via dei pensionamenti.
Va considerato, infatti, che il 77% dei medici generici è over 54enne. La loro carenza riguarda soprattutto il Nord, con 59,9 per 100.000 abitanti, a fronte di 63,9 al Centro e 72 nel Mezzogiorno. Il numero di assistiti è quindi fortemente aumentato: da 1.156 nel 2012 a 1.301 nel 2022. La percentuale di medici di medicina generale con più di 1.500 assistiti (limite superiore fissato dalla normativa vigente) è passato dal 27,3% al 47,7%, con una forbice amplissima, tra il 71% della Lombardia e il 22,4% della Sicilia.
La relazione considera anche l’insieme del personale medico (generico e specialistico): in questo caso si arriva in Italia a 423,4 ogni 100.000 abitanti, collocando il nostro Paese al quattordicesimo posto nell’Unione europea. Il dato generale indica che la dotazione di medici risulta più elevata rispetto alla Francia (318,3), ma ancora una volta più bassa rispetto a Germania (453) e Spagna (448,7). La presenza risulta maggiore al Centro (477,5) e più bassa nel Nord-Ovest (398,1).
SANITÀ
Studio sui giovani: se isolati si sentono in pericolo e l’uso dello smartphone non li aiuta
Gli adolescenti vanno in allarme quando stanno qualche ora da soli e l’interazione online non sembra migliorare la cosa. Lo rivela uno studio pubblicato sul Royal Society Open Science e condotto presso l’Università di Cambridge.
Nell’esperimento 40 giovani tra i 16 e i 19 anni sono stati sottoposti a test prima e dopo alcune ore di isolamento, sia con e sia senza i loro smartphone.
In molti paesi è stata dichiarata un’epidemia di solitudine, per questo i ricercatori hanno voluto ‘indurre’ la solitudine negli adolescenti per studiarne gli effetti attraverso una serie di test.
Gli scienziati hanno scoperto che periodi di isolamento, inclusi quelli in cui i partecipanti potevano usare i telefoni, portavano a una maggiore risposta di allerta come se i giovani percepissero la presenza di un pericolo. Gli autori dello studio suggeriscono che l’isolamento e la solitudine possano causare uno stato mentale di eccessiva “vigilanza”, insomma possono metterci in allerta come se vi fosse una minaccia imminente, e che questo stato non è prevenuto nemmeno in presenza di connessioni virtuali, con potenziali effetti negativi sulla salute mentale degli adolescenti nel tempo.
Secondo i ricercatori, l’isolamento sociale potrebbe contribuire all’aumento dei disturbi d’ansia tra i giovani, caratterizzati da risposte di paura persistenti e amplificate.
Precedenti studi sugli animali avevano mostrato che l’isolamento provoca comportamenti ansiosi e risposte alla minaccia, ma si pensa che questo sia il primo studio a dimostrare effetti simili in esperimenti con esseri umani.
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