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CRONACA

Belpasso: i Carabinieri denunciano 19enne per possesso di grimaldelli e strumenti atti allo scasso

Nell’ambito delle attività di intensificazione dei servizi preventivi sul territorio, disposte dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania per la prevenzione e il contrasto all’illegalità diffusa tra cui i reati predatori, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Paternò hanno denunciato un 19enne residente a Motta Sant’Anastasia, già noto alle forze dell’ordine, per possesso di chiavi alterate o grimaldelli.

In particolare, durante un servizio di perlustrazione notturna, intorno alle ore 23:30, una pattuglia del Nucleo Radiomobile stava percorrendo la Strada Provinciale 14 – Via Mongibello, nel comune di Belpasso, quando nei pressi del distributore di carburante ha visto un giovane che, trovandosi in una zona appartata e buia vicino a diversi veicoli in sosta, alla vista dei militari ha cercato di allontanarsi a piedi in direzione del parco giochi di Via Boris Giuliano.

Subito raggiunto, fermato e identificato, il ragazzo ha speigato, all’equipaggio della gazzella, di trovarsi sul posto per incontrare una ragazza.

Il suo comportamento nervoso e le risposte evasive, tuttavia, hanno insospettito i militari che, pertanto, hanno deciso approfondire le verifiche, ma non riscontravano nulla di sospetto o illegale durante quel controllo. Ultimati tutti gli accertamenti il giovane, quindi, è stato fatto allontanare.

È trascorso pochissimo tempo quando la pattuglia, durante i controlli nelle vie adiacenti, tra cui Via Pier Santi Mattarella e Via Boris Giuliano, ha notato nuovamente il ragazzo. Questa volta correva da Via Mongibello verso un distributore, stringendo tra le mani un marsupio, un dettaglio che ha subito insospettito i Carabinieri poiché al precedente controllo ne era privo.

Colta la stranezza, i gli investigatori hanno deciso di procedere ad un ulteriore verifica, ma il 19enne, intuendo le loro intenzioni, ha gettato il marsupio in un giardino privato prima di essere fermato.

L’accessorio è stato subito recuperato dai Carabinieri, rivelando un dettaglio fondamentale della vicenda.

All’interno della borsetta i Carabinieri, infatti, hanno rinvenuto diversi oggetti sospetti, tra cui uno scaldacollo blu scuro, uno arancione, due grimaldelli in acciaio modificati, una chiave combinata cromata da 12 mm e uno strumento diagnostico OBD II.

Quest’ultimo viene utilizzato per connettersi alla centralina delle automobili e avviarle senza chiave, mentre i grimaldelli sono comunemente impiegati per forzare i blocchi dello sterzo o aprire gli sportelli dei veicoli.

Tutti questi elementi hanno immediatamente lasciato presagire un possibile piano per il furto di un’auto, rafforzando i sospetti nei confronti del giovane.

Messo di fronte all’evidenza, il ragazzo ha ammesso di essere il proprietario del marsupio e del suo contenuto, che è stato naturalmente sequestrato dai Carabinieri.

Il 19enne è stato pertanto denunciato all’Autorità Giudiziaria competente.

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CRONACA

Acireale, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate: arrestato e condotto in carcere 44enne

Negli scorsi giorni, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catania a carico di un 44enne di Acireale, traendolo in arresto, in quanto condannato alla pena di 3 anni di reclusione, poiché ritenuto colpevole dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate in danno della ex moglie.

Quest’ultima, stanca delle vessazioni e delle violenze subite fin dal 2009, nel gennaio 2023 ha sporto querela nei confronti del marito, in quanto, sebbene si fossero separati nel 2016, tali atteggiamenti non avevano avuto fine e il coniuge aveva continuato a fare irruzione nella casa coniugale, comportandosi in modo violento.

L’attività di indagine e riscontro eseguita dagli uomini del Commissariato di Acireale, su delega della Procura della Repubblica di Catania, aveva permesso di verificare quanto dalla donna denunciato, soprattutto grazie alle dichiarazioni di alcuni testimoni e ad alcuni certificati medici, anche risalenti nel tempo, dai quali era possibile riscontrare le lesioni subite dalla vittima.

Per tali ragioni, nell’aprile dell’anno scorso, il marito violento veniva tratto in arresto dai poliziotti del Commissariato acese in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Catania su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Nella sentenza di condanna che ha riguardato l’odierno arrestato, quest’ultimo è stato giudicato colpevole del reato di maltrattamenti in famiglia, commesso in Acireale a partire dall’anno 2009 con l’attualità della condotta fino al mese di settembre 2023, nonché dei reati di lesioni aggravate commessi, sempre commessi ad Acireale, nell’ottobre 2017 e nel dicembre 2022.

L’uomo, rintracciato dagli agenti presso il luogo di lavoro, in un paese del comprensorio etneo, è stato condotto presso gli Uffici del Commissariato e, dopo gli adempimenti di rito, tradotto presso la Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania, per scontare la pena.

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CRONACA

Catania, derubavano i commercianti: tre catanesi denunciati dai Carabinieri

Costituivano un affiatato gruppo di “manolesta” i tre catanesi, un uomo di 42 anni e due donne di 29 e 40 anni, sorpresi l’altro giorno e denunciati per furto aggravato dai Carabinieri della Stazione di Catania Ognina.

Questa volta il trio, già noto alle forze dell’ordine per aver commesso reati contro il patrimonio, aveva scelto come vittima la proprietaria di un negozio di via Messina, una 63enne catanese, che quando ha visto entrare i 3 all’interno del suo negozio, di certo non pensava avessero già un piano per rubarle la borsa.

Invece i malviventi, come emerso dalle indagini svolte dai Carabinieri, hanno agito secondo un collaudato copione che prevedeva che la 40enne facesse da “palo” mentre la 29enne, con il pretesto di visionare alcuni articoli in vendita, distogliesse l’attenzione dell’esercente, lasciando, in tal modo, ampio “margine di manovra” al suo complice che, nel frattempo, si sarebbero preoccupato di arraffare la borsa, solitamente lasciata dietro la cassa dalle impiegate dei negozi.

Questa volta, però, i tre non l’hanno fatta franca perché la vittima si è subito accorta del furto e ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri che, immediatamente, hanno attivato le indagini.

La ricostruzione dei fatti è stata realizzata, dagli uomini dell’Arma, attraverso la disamina dei filmati dei sistemi di videosorveglianza della zona che, intorno alle 18.30, hanno registrato l’arrivo in negozio della ragazza più giovane e, successivamente, quello dei due complici a bordo di una Fiat Panda. Come in un rodata sceneggiatura, dunque, anche quel giorno, ognuno di loro ha recitato un ruolo ben preciso e, mentre la ragazza si è finta interessata all’acquisto di alcuni oggetti, impegnando perciò la titolare, l’altra donna ha fatto “da palo”, ferma dinanzi alla vetrina. L’uomo, così, ha avuto tutto il tempo di adocchiare la borsa della proprietaria, afferrarla e nasconderla sotto la maglietta, per poi sgattaiolare fuori.

Compreso il modus operandi della banda grazie, anche, alle immagini estrapolate dai video esaminati, gli investigatori hanno avviato immediatamente le ricerche dei tre complici.

Le immagini, infatti, hanno permesso di individuare chiaramente la targa del veicolo, consentendo così agli investigatori dell’Arma di risalire all’utilizzatore del mezzo. Le verifiche si sono concentrate, pertanto, su diverse aree del territorio fino a quando, il giorno seguente, l’auto è stata finalmente rintracciata in via Solferino. Il veicolo, pertanto, è stato subito bloccato con i tre malfattori all’interno, che non hanno avuto il tempo di reagire.

I tre complici, quindi, sono stati condotti in caserma e denunciati all’Autorità Giudiziaria per furto aggravato.

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CRONACA

Catania, viale Mario Rapisardi: sospesa l’attività di un chiosco bar ritenuto ritrovo di pregiudicati

La Polizia di Stato ha eseguito il provvedimento di sospensione dell’attività di un chiosco-bar della parte alta di viale Mario Rapisardi, come disposto dal Questore di Catania secondo le prerogative dell’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

In particolare, i poliziotti del Commissariato di P.S. “Nesima” hanno svolto, in un significativo arco temporale, numerosi controlli che hanno permesso di constatare l’assidua presenza di clienti con precedenti di polizia.

Le verifiche poste in essere dal Commissariato e l’attività istruttoria svolta dalla Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura hanno portato a ritenere il chiosco-bar un abituale ritrovo di persone pregiudicate, rappresentando un possibile rischio per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Pertanto, sulla base degli accertamenti svolti dalla Polizia di Stato, è stata disposta la temporanea sospensione dell’esercizio con la contestuale chiusura per 7 giorni, come previsto dall’art. 100 del TULPS che consente al Questore la momentanea chiusura di un esercizio pubblico per assicurare le legittime aspirazioni a vivere in una comunità sicura.

La disposizione normativa costituisce una garanzia per tutte le attività economiche che rispettano le regole ed esercita anche una funzione dissuasiva nei confronti di quei soggetti ritenuti pericolosi che, privati di un luogo di aggregazione abituale, vengono avvertiti che la loro presenza in questi luoghi è oggetto di attenzione da parte delle autorità.

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