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ATTUALITÀ

Mafia, Giovanni Scimoncelli e la maxi confisca: proprietario di Despar, società e poi l’omicidio di Lombardo

TRAPANI – Nella giornata di ieri, personale della polizia di Stato appartenente alla Divisione Anticrimine della Questura e Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trapani hanno eseguito nei comuni di Partanna, Salemi e Gibellina, tutti insistenti nella provincia di Trapani, il decreto di confisca ai sensi dell’art.24 del D.L.vo n.159 del 2011 per un valore stimato di 3 milioni di euro, nei confronti di Giovanni Domenico Scimonelli, 52 anni.

Conosciuto come Mimmo, è un soggetto socialmente pericoloso, che ricopre un ruolo di spicco all’interno della famiglia mafiosa di Partanna, quale anello della catena epistolare facente capo al latitante Matteo Messina Denaro.

Infatti, con il medesimo provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione- è stata, altresì, applicata al predetto Scimonelli la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 4 anni.

Il provvedimento ablatorio in argomento costituisce il naturale epilogo del sequestro preventivo, già eseguito nel 2016, scaturito da approfondite analisi e indagini patrimoniali svolte congiuntamente dai poliziotti della Divisione Anticrimine della locale Questura e dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza.

La figura dello Scimonelli emerge come manager impegnato non solo a gestire gli affari dei suoi supermercati Despar e della sua azienda vinicola denominata Occhodisole S.r.l., ma anche come “postino“ dei pizzini con i quali portava gli ordini del latitante ai boss mafiosi.

Lo Scimonelli, infatti, è noto alle cronache giudiziarie perché già tratto in arresto nell’agosto del 2015, nell’ambito dell’operazione “Ermes” condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, in quanto individuato tra quei soggetti fedelissimi del capo mafia castelvetranese Matteo Messina Denaro, prestati a recapitare e a ricevere la corrispondenza del ricercato, non solo allo scopo di agevolare il mantenimento del suo status di clandestinità, ma anche per assicurare la trasmissione di direttive di indubbia rilevanza per gli scopi di Cosa Nostra trapanese.

Nel dicembre del 2015, lo Scimonelli veniva, inoltre, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – a seguito di indagini svolte dalla Polizia di Stato – per il suo coinvolgimento in qualità di ideatore e mandante dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, avvenuto nel maggio del 2009 allo “Smart Cafè” di Partanna, di Salvatore Lombardo, “punito” per aver rubato un furgone con a bordo merce di proprietà dello Scimonelli.

Per tale episodio la Corte d’Assise di Trapani – nel gennaio del 2018 – lo ha condannato all’ergastolo.

L’odierna confisca riguarda ben 8 beni immobili, 5 beni mobili registrati (autovetture, furgoni e mezzi meccanici), 4 società/imprese con i relativi capitali sociali e i pertinenti complessi aziendali (di cui 2 operanti nel settore della compravendita di generi alimentari e bevande, nonché nel commercio all’ingrosso  di prodotti alimentari già confezionati, mentre le altre 2 operanti nel settore agricolo e  immobiliare), 1 partecipazione in altre società, 15 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato in atti, di circa 3 milioni di euro.

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Intimidazione ad Altofonte, Tamajo: «Gesto crudele, solidarietà all’imprenditore colpito»

L’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Edy Tamajo, ha espresso ferma condanna per il grave atto intimidatorio ai danni di un imprenditore avvenuto ad Altofonte, in provincia di Palermo, e accompagnato dalla brutale uccisione di alcuni animali e dall’esposizione di una testa mozzata di cavallo.

«Esprimo massima solidarietà all’imprenditore vittima di un vile gesto. Questo atto di inaudita crudeltà – ha detto Tamajo – rappresenta una mentalità mafiosa che deve essere sradicata. È fondamentale che i Carabinieri e la magistratura facciano piena luce su questo episodio e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Questi gesti di violenza devono essere affrontati non solo con l’azione delle forze dell’ordine, ma anche con un impegno forte nella diffusione della cultura della legalità nelle scuole, affinché le future generazioni possano crescere libere da questa mentalità».

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Rifiuti in Sicilia, stato di emergenza per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Di Mauro: «Area in sicurezza»

La Regione Siciliana ha deliberato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, nel Messinese. Il provvedimento, che avrà la durata di 12 mesi, è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani. La giunta ha anche dato il via libera alla nomina del commissario delegato alla gestione della discarica: l’incarico è stato conferito al dirigente regionale del dipartimento Acque e rifiuti, Arturo Vallone, su proposta dell’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.

Il dipartimento Acqua e rifiuti ha assegnato al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea risorse per un milione e mezzo di euro, destinate ad interventi urgenti, quali operazioni di gestione ordinaria, sorveglianza attiva, dotazione di dispositivi antincendio ed emungimento del percolato.

«Stiamo agendo su due fronti – afferma l’assessore Di Mauro – da un lato adottiamo misure d’emergenza per fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie legate al sito, dall’altro sviluppiamo un progetto per mettere in sicurezza l’intera area e proteggere dal rischio di danni ambientali gli abitanti di Mazzarrà e dei numerosi Comuni del comprensorio. Il progetto – ha aggiunto l’assessore – prevederà un investimento di circa 30 milioni di euro di risorse del Pnrr, sulla base dell’Accordo per l’attuazione degli interventi concordato con il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica». 

Domani, giovedì 21 novembre, alle 10,30 i tecnici dell’assessorato regionale, del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e altri rappresentanti istituzionali si incontreranno nel sito della discarica per stabilire il programma degli interventi.

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Catania: al via oggi nelle scuole della città il progetto Educare alla Cultura della Legalità

Ha preso il via oggi il progetto di educazione alla cultura della legalità promosso dalla Polizia di Stato e rivolto agli studenti di quattro scuole della città.

Fortemente voluta dal Questore di Catania, l’iniziativa nasce grazie ad un’intesa con diversi attori istituzionali e sociali del territorio, in particolare con Confindustria Catania, con i Dirigenti scolastici, con le Associazioni antiracket e con professionisti della comunicazione.

Il primo incontro si è svolto, questa mattina, presso l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”, nel quartiere Librino, con il coinvolgimento diretto degli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola superiore di secondo grado.

Ad interloquire con i ragazzi è stato il Questore, dott. Giuseppe Bellassai, che ha introdotto il tema principale dell’incontro incentrato sul fenomeno mafioso, spiegando le diverse fasi legate alla nascita e all’evoluzione delle organizzazioni criminali, soffermandosi, in particolare, sulle attività illecite che trovano nello spaccio di droga il volano dell’economia dell’intero sistema mafioso.

Il Questore ha tracciato, poi, il profilo storico e organizzativo delle cosche che operano nel territorio catanese, mostrando alcune immagini relative alla ripartizione delle diverse piazze di spaccio, gestite dalle diverse organizzazioni criminali.

Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro spicca senz’altro quello legato alla violenza di genere, anche in ragione della ormai prossima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le considerazioni del Questore, che ha mostrato anche alcune slides relative ai temi trattati, hanno catturato l’attenzione dei ragazzi che si sono sentiti coinvolti per poi esprimere e condividere le loro riflessioni e le loro emozioni, dando vita ad un vivace dibattito.

Ha destato interesse anche l’intervento della Vice Presidente di Confindustria Catania, dott.ssa Monica Luca, che si è soffermata sul mondo delle attività imprenditoriali e di come sia possibile fare impresa nel territorio senza cedere, in alcun modo, ai fenomeni del racket e dell’usura, trovando nelle Forze di Polizia un supporto immediato e concreto.

Il progetto della Questura di Catania proseguirà nei prossimi giorni, con ulteriori tappe nelle scuole cittadine.

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